Non ha voluto concedere interviste, consapevole che in questo momento, con le polemiche legate al concerto organizzato a Olbia all’inizio di agosto - infischiandosene delle regole Covid – ancora vivissime, il confronto con la critica non gli porterebbe alcun beneficio. Ma Salmo non ha scelto affatto di tenere un profilo basso, per l’uscita del suo nuovo album “Flop”. Tutt’altro. Per il lancio del disco, questa settimana il rapper sardo ha fatto piazzare nella Stazione Centrale di Milano una Cadillac, con un manichino che giace esanime sul cofano dell’automobile, dopo essere stato travolto: riproduce le fattezze di Salmo stesso.
La trovata non ha lasciato indifferenti i passanti, che hanno fotografato l’installazione e l’hanno condivisa sui social: «Dovessi crepare domani, direbbero ‘tutta strategia di marketing’», rappa lui in “Mi sento bene”, una delle diciassette tracce dell’album. “Flop” esce oggi a distanza di tre anni dal precedente “Playlist” e a un mese e mezzo dal concerto della discordia, per il quale il rapper – come riferiscono le testate locali – risulta essere ufficialmente indagato dalla Procura di Tempio Pausania. È accusato da un lato di aver organizzato senza autorizzazione il concerto che ha radunato sotto la ruota panoramica di Olbia oltre 3 mila spettatori senza comunicare nulla alla Questura per ottenere le relative autorizzazioni e dall’altro di aver causato un maxi assembramento violando le norme per la prevenzione e diffusione del coronavirus (violazioni che hanno scatenato diverse polemiche, con personaggi dello spettacolo, Fedez in testa, che hanno condannato il comportamento di Salmo).
Il rapper, vero nome Maurizio Pisciottu, 37 anni, si sarebbe dovuto presentare lo scorso mercoledì davanti al procuratore Gregorio Capasso per essere interrogato sui fatti, ma non ha ricevuto l’avviso di comparizione.
“Flop” è un disco che si interroga su un tema importante quanto tabu, quello della caduta, appunto, e del fallimento. I testi sono pieni di riflessioni amare sul materialismo, la ricerca della fama a tutti i costi, del successo che passa per i like e i numeri. Fa strano che a trattare tematiche del genere sia proprio Salmo, uno che nei numeri e nelle cifre dello streaming ci sguazza: 2,1 miliardi di ascolti complessivi sulle piattaforme, 56 Dischi di platino, 31 Dischi d’oro. “A nessuno frega più un ca**o della musica / Siamo diventati il sottofondo di un podcast, un balletto per TikTok”, rappa lui in “Criminale”. Tra le altre tracce, “Mi sento bene” cita “La collina dei ciliegi” di Battisti-Mogol: «Volo sopra i boschi con le braccia tese», dice Salmo in un verso. In “Flop”, la canzone che dà il titolo all’album intero, c’è una frecciatina a Diodato: “Se penso al peggio che ho dato / Mi viene in mente Diodato”. Tanti gli ospiti: oltre a Noyz Narcos, che duetta con Salmo in “Ghigliottina”, ne “La chiave” c’è Marracash, in “YHWH” Guè Pequeno, ne “L’angelo canduto” la 19enne vocalist Shari. L’attore romano Josafat Vagni recita un monologo in “Vivo”, sul tema del fallimento. Menzione d’onore per Alex Britti, neppure citato nel comunicato diffuso per il lancio dell’album: suona la chitarra à la Chuck Berry in “A Dio”, come sa fare solamente lui, un maestro considerato un virtuoso delle sei corde tra i più bravi in Italia (se non il più bravo in assoluto). Il musicista romano, che duettò con Salmo nel singolo “Brittish”, lo scorso anno, è accreditato anche come co-autore del brano.