Sanremo 2022, Mahmood e Blanco favoriti al festival: «Ci manda papà e la voglia di adrenalina»

Sanremo 2022, Mahmood e Blanco favoriti al festival: «Ci manda papà e la voglia di adrenalina»
di Federico Vacalebre
Domenica 30 Gennaio 2022, 12:00 - Ultimo agg. 19:16
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I numeri li vogliono favoriti. Mahmood, alias Alessandro Mahmood, 27 anni, milanese di origini egiziane, vincitore all'Ariston nel 2019 con «Soldi», secondo classificato l'anno scorso come autore di «Chiamami per nome» per Michielin-Fedez, e Blanco, alias, Riccardo Fabbriconi, diciottenne di Calvagese della Riviera (Brescia), quarto album più venduto del 2021 con l'esodio di «Blu celeste». Insieme, tra i 25 concorrenti di Sanremo, sarebbero dietro per quantità di follower sui social solo a Gianni Morandi (quattro milioni e mezzo) ed Emma (quasi 12 milioni, ma con uno scarso «engagement», che non promette bene per il televoto): secondo l'analisi condotto da DeRev su tutte le piattaforme arrivano a quota 3.300.000 con uno straordinario rapporto di «engagement». Per la Sisal sono, a pari merito con Elisa, dati a 4, i vincitori più probabili di questa vigilia festivaliera, d'accordo anche il bookmaker inglese Stanleybet, che però li quota a 4,50.

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Una vittoria annunciata?
Mahmmod: «Proprio no, ho paura che chi scommette su di noi poi ci chiederà indietro i soldi. E, poi, Sanremo è come il conclave chi entra papa ne esce cardinale».
Blanco: «Io punto tutto su Morandi, su Ranieri: loro sono degli highlander; noi degli scappati di casa».
Mahmmod: «Però se vince Noemi sono due volte felice, non lo dico solo come autore del suo pezzo, Ti amo non lo so dire.

Lei lo canta da regina, anche se è molto più pieno di parole di quelli a cui è abituata: è brava, simpatica, intelligente. Mi garba scrivere per gli altri, farlo per me stesso è più impegnativo, una sorta di autoanalisi, nelle mie canzoni metto cose che non riesco a dire nemmeno a parenti ed amici».

Ma come vi siete messi insieme? Chi ha cercato chi? E perché proprio per Sanremo?
Blanco: «Nessuno ha cercato nessuno, ci siamo trovati in studio di registrazione quando il mio produttore, Michelangelo, ci ha proposto di fare qualcosa insieme. Lui ha messo giù un accordo, peraltro sbagliato, noi abbiamo improvvisato ed è nato il ritornello di Brividi, che ascolterete in gara da martedì. Dopo l'estate, tre mesi dopo, l'avevamo finito».
Mahmood: «È stato bello far nascere quest'avventura e poi finirla separatamente: io in Sardegna, lui nella sua cameretta».
Blanco: «A Sanremo ci ha spediti mio padre: eravamo in macchina quando gli ho fatto sentire il brano, lui di solito è parco di complimenti, stavolta ha urlato: È da Sanremo!. Ho mandato un messaggio ad Ale, lui per una settimana è rimasto zitto, poi... eccoci all'Ariston».
Mahmood: «Era un periodo che ci mancava il pepe al culo e avevamo bisogno dell'adrenalina che Sanremo notoriamente sa dare. È come salire sulla pista degli autoscontri, come un burrone, dopo il quale non sai cosa aspettarti. Non so se sarà morbido o meno, noi però vogliamo buttarci. Goderci l'adrenalina, divertirci».
Blanco: «Io sono già andato in pellegrinaggio davanti alla targhetta che ricorda il Festival del 1958, quello vinto da Modugno con Nel blu dipinti di blu. E mi sono fatto una foto anche davanti a quella della vittoria di Ale con Soldi».
Musicalmente parlando, «Brividi» è un pezzo difficile.
Mahmood: «Sì, Ricky prende note altissime, passa da un'ottava bassa a quella alta».
Blanco: «E Ale ci mette il suo falsetto incredibile... Ci stiamo allenando assai, verrà una bomba».

Il vostro è uno dei due soli pezzi che non si rivolgono a una lei, che lasciano indefinita la questione di genere.
M: «Non è una scelta voluta, ma casca bene, perché il tema principale del pezzo è la libertà di esprimersi, di amare come/chi si vuole».

«Nudo con i brividi», «il sesso non è la via di fuga dal fondo», «per un ti amo ho mischiato droghe e veleno», dice il testo. Venerdì 4 febbraio, alla vigilia della finale, rileggerete poi «Il cielo in una stanza».
Blanco: «Un capolavoro, collegato al nostro dalla presenza nel testo del cielo, inteso come simbolo di libertà. Ma noi siamo degli stupidi al confronto di Gino Paoli».
Mahmood: «La affronteremo con rispetto, non si può profanare un simile classico, anche se ci metteremo il nostro tocco personale».

Ma dopo Sanremo che fine farà la strana coppia Mahmood-Blanco?
Blanco: «Non lo sappiamo, davvero non abbiamo fatto nessun programma, né se ne possono fare finché saremo in pandemia».
Mahmood: «Facciamo una cosa per volta. Ora Sanremo, poi vedremo: un film, un figlio, chissà». 

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