Abbiamo sentito in anteprima le canzoni di Sanremo: ecco le pagelle del Mattino

Abbiamo sentito in anteprima le canzoni di Sanremo: ecco le pagelle del Mattino
di Federico Vacalebre
Lunedì 20 Gennaio 2014, 18:09 - Ultimo agg. 21 Gennaio, 10:01
3 Minuti di Lettura
INVIATO - Milano. Tra il lutto per Abbado, a cui dedicher stasera su Raitre uno speciale, e l'orgoglio per la contemporaneit delle 28 canzoni scelte, Fabio Fazio, in una saletta della sede Rai meneghina, presenta alla stampa i suoi Campioni sanremesi. Un ascolto secco (mancano solo i due pezzi di Giusy Ferreri, che ha interrotto il lavoro di registrazione per le gravi condizioni del padre), consecutivo, che permette appena di farsi una primissima idea, suscettibile di ampie variazioni dopo le prossime audizioni e le prove sul palco dell'Ariston. L'effetto è straniante, quasi sia vero, come dice il presentatore-direttore artistico-rottamatore, «che abbiamo fatto ancora un passo avanti rispetto all'anno scorso, costruendo, con quello che avevamo - c'è sempre chi al Festival non vuole venire - un cast più musicale che televisivo, che i ragazzi vorranno scaricare subito. Allo spettacolo, alla godibilità televisiva penseremo noi, gli autori, gli ospiti...».



Di coraggio, per portare in Riviera la musica che davvero ci gira intorno, ce ne voleva, però, di più, da parte dello staff Fazioso, ma anche dei cantanti che si sono messi in gara, magari anche di quelli che avrebbero potuto farlo e non l'hanno fatto.

Nonostante la giovane età dei concorrenti, la melodia e le storie d'amore regnano sovrane, con poche eccezioni e molta nostalgia per quei mattacchioni di Elio e le Storie Tese che nel 2013 ci salvarono dalla melassa dei trottolini amorosi.





LE PAGELLE DEL MATTINO ALLE CANZONI



Ecco, comunque, le prime, parzialissime, pagelle, espresse in media sanremese: nel resto dell'anno tutti i voti sarebbero abbassati di almeno un punto.



Frankie Hi-Nrg: unico alfiere di un genere ormai egemone come l'hip hop, se la cava benino con «Pedala», ovvero la vita come una corsa in bici, e «Un uomo è vivo», testo su un inevitabile passaggio di consegne generazionale, anzi familiare, storia di un addio,di figli che reincarnano i propri genitori. Voto medio: 6+.



Antonella Ruggiero: Voce inarrivabile di questa ed altre nove edizioni, cesella due gioiellini di pop da camera, diversi, forse difficili, forse non compiuti, ma cantati con classe straordinaria. Voto medio 7--



Ron: già vincitore, torna senza troppi patemi, ma anche senza troppe idee. «Un abbraccio unico» conferma il suo stile cantautorale, «Sing in the rain» guarda al country rock. Voto medio: 5 e mezzo.



Perturbazione: il mucchio selvaggio indie folk sbarca all'Ariston con la storia di sesso disinibito di «L'unica» e raccontando «L'Italia vista dal bar», convinti che debba esserci un nesso tra la felicità e l'espresso.Voto medio: 6+.



Francesco Renga: si può dare di più con quella voce ed un pezzo di Elisa («Vivendo adesso»), mentre Roberto Casalino firma «A un isolato da te», oltre ai due pezzi non ascoltati della Ferreri. Voto medio: 5.



Noemi: si può dare di più bis con quella voce ed una voglia di diventare cantatrice come testimoniato da «Bagnati dal sole» e la più black «Un uomo e un albero». Voto medio: 5.



Riccardo Sinigallia: il marchio Tiromancino è reclamato sulle note di due pop obliqui, disturbati, pieni di cose più tra i suoni che sul fronte dei versi. Voto medio: 7+.



Raphael Gualazzi & Bloody Beetroots: il cantapianista incontra il dj ed aggiunge ritmo e toni gospel-funky alle sue revèrie. «Liberi o no» e «Tanto ci sei» sono inaspettati e, soprattutto il primo, con il suo groove alla Ce-Lo Green, coinvolgenti. Voto medio: 7+.



Renzo Rubino: vincitore l'anno scorso del premio della critica tra i Giovani e promosso, chissà perché, nella categoria superiore, bazzica lidi cantautorali senza originalità nè urgenza con «Ora» e «Per sempre e poi basta». Voto medio: 4 e mezzo.



Arisa: Cristina Donà le regala la prova da interprete adulta di «Lentamente (il primo che passa)», il suo ex fidanzato Pippo Anastasi uno dei brani più brutti ed inutili del lotto, «Controvento». Voto medio: 4 e mezzo.



Cristiano De Andrè: «Invisibili» è un commovente talkin' rock su una generazione cancellata da droga, terrorismo e cattive abitudini che non dimentica di fare i conti con papà Fabrizio («La mia incudine era un cognome inesorabile/ un deserto di incomunicabilità»); «Il cielo è vuoto» conferma il tono, ma con minor convinzione. Voto medio: 6 e mezzo.



Francesco Sarcina: Vibrazioni da solista, ma senza cambiare musica con «Nel tuo sorriso» e «In questa città». Voto: 5--.



Giuliano Palma: è uscito dal gruppo, i Bluebeaters, ma continua a praticare stilosi territori retromodernisti con «Così lontano», regalatogli dall'amica Nina Zilli, e «Un bacio crudele», northern soul tutto da ballare tra tamburi e un simil sitar. Voto medio: 7-.