«Stay in Scampia», su RaiPlay il documentario con le storie dei giovani che non vogliono andare via

Quando nelle riprese compare Geolier la piazza esplode, come i quattro ragazzi del suo quartiere che si ritrovano sullo schermo di RaiPlay e di Foqus forse per caso, forse no

«Stay in Scampia», su RaiPlay il documentario con le storie dei giovani che non vogliono andare via
«Stay in Scampia», su RaiPlay il documentario con le storie dei giovani che non vogliono andare via
di Federico Vacalebre
Giovedì 12 Gennaio 2023, 12:00 - Ultimo agg. 18:10
5 Minuti di Lettura

Gomorra? Non abita più qui. È quello che, in sintesi, racconta, magari in maniera ottimistica ma con esempi concreti, «Stay in Scampia», documentario prodotto da Red Bull che ieri sera ha debuttato quasi contemporaneamente su RaiPlay  e nel cuore di Napoli, presentato dagli autori e i protagonisti, ospiti di Foqus, in pieni Quartieri Spagnoli, nell'ennesimo cortocircuito tra centro e periferia.

«Ho un mare di persone davanti a me, un mare di facce come la mia. I miei amici e gli sguardi che incontro tutti i giorni per strada. Da tutta Napoli e da tutta Italia qui in piazza a Scampia. Io mi rivedo in ognuno di loro, sto suonando a casa mia e pure a casa loro», esplode di felicità (Francesco) Vettosi, il rapper a cui fu affidato il compito di aprire il «Red Bull 64 bars live» l'8 ottobre scorso in piazza Ciro Esposito.

I protagonisti di quell'evento - il genius loci Geolier, Ernia, Fabri Fibra, Guè, Madame, Marracash e Dj Ty1 - si intravedono appena, i protagonisti sono quattro ragazzi non famosi. Come Vettosi, una voce profondissima, che confessa di aver vissuto, ma anche di non voler tirare i remi in barca. La notte di non ordinaria realtà è la cornice della narrazione, con i volti degli ottomila ragazzi confusi e felici ad illuminare un quartiere che qualcuno vorrebbe condannato per sempre.

«Molti dicono andarsene è utile perché poi ti fa capire meglio l'importanza o meno del luogo in cui abitavi, io vorrei restare per capirlo meglio. Scampia è il quartiere più giovane d'Europa e quindi può essere una pentola a pressione per gli artisti», riflette ad alta voce Vincenzo Fortunato, giovanissimo regista che fu arruolato tra le comparse dell'esibizione di Madame. Le immagini che gira sono crude, eppure poetiche, come quella di un uomo in tutù bianco imbrattato di sangue. 

«Quando cresci qui cresci insieme ad altre persone. La Vela è grande, tutti i bambini si raggruppano: c'è chi gioca a pallone, chi gioca con le carte, chi gioca a ping pong... Cresci cresci insieme a loro; non è un'amicizia, è una famiglia», rilancia Danilo Russo, tiktoker sì, ma contro i luoghi comuni, che ricorda la «brava gente» cantata da Nino D'Angelo per spiegare che nel quartiere diventato ostaggio della camorra non tutto era Sistema, anzi.

«Molte cose mi legano a questa città: ci sono le amicizie, c'è la famiglia. A volte però hai bisogno di uno spazio tutto per te; quando ballo per me sono nel mio mondo, dove non esiste nessuno», rilancia Manuela Pica, tenerissima quando può danzare a modo suo, più dura e sfrontata quando si esibisce in discoteca o, in questo caso, al fianco del re del rap Marracash. 

«Stay in Scampia», ovvero «Rimani in Scampia»: perché è viva, «perché dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior», cantava Fabrizio De André, che forse Vettosi & Co non conoscono, ma che lui avrebbe conosciuto volentieri. E a Scampia rimane, dov'è nato, il format «Red Bull 64 bars live» come annunciato ufficialmente ieri sera, dopo l'anticipazione di questo giornale, inserito dal sindaco Manfredi nel programma di «Napoli città della musica». La regia di Gianvito Cofano del collettivo milanese Santabelva parte dal concertone per raccontare i concertini quotidiani di ragazzi alle prese con i loro bi/sogni. I luoghi sono quelli descritti da Saviano, da Garrone, dalla serie tv, con la crasi della notte a 64 barre (sono quelle improvvisate dai rapper) a cambiare volto al posto. Per una notte sola forse, anzi due, visto il bis (a fine settembre-inizio ottobre, nel cast confermato Geolier e molto probabile Sfera Ebbasta, sempre in piazza Ciro Esposito), forse più a lungo, se realtà come la Scugnizzeria di Rosario Esposito La Rossa provano a invertire la rotta, se le paranze dei bambini si armano di libri, di strofe, di film da girare, coreografie da ballare, storie da raccontare. 

Video

Quando nelle riprese compare Geolier, alias Emanuele Palumbo, 22 anni da Secondigliano, la piazza esplode, come i quattro ragazzi del suo quartiere che si ritrovano sullo schermo di RaiPlay e di Foqus forse per caso, forse no. «Il coraggio dei bambini», dice il titolo del nuovo album del principe del rap italiano, il coraggio di bambini cresciuti a Scampia per scegliere di rimanerci, come Geolier, come Vettosi, come Vincenzo, come Danilo, come Manuela. A Scampia, intanto, è arrivata anche l'università, ma loro si sono formati all'università della vita: «Il coraggio dei bambini», il coraggio di chi «Stay in Scampia», rimane a Scampia. Ma anche la consapevolezza che, alla seconda edizione di «Red Bull 64 bars live», a Scampia saremo ancora più numerosi, da tutta Napoli, da tutta l'Italia. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA