Il rione Sanità canta con Sting: ecco il nuovo progetto di padre Loffredo

Il progetto si intitola Tornaccantà e si propone di dare casa alla canzone napoletana

Sting r
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di Stefano Prestisimone
Venerdì 13 Gennaio 2023, 11:00 - Ultimo agg. 17:25
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Una piccola casa della canzone napoletana alla Sanità frequentata da un gruppo di 20 ragazzi selezionati che impareranno a suonare su strumenti creati da liutai. Ma non strumenti comuni, bensì costruiti nel carcere di Secondigliano con l'aiuto di 4 detenuti usando il legno del fasciame delle barche dei migranti spiaggiate a Lampedusa. E fin qui c'è da strabuzzare gli occhi per la meraviglia. Ma è solo l'inizio. Perché la prima chitarra prodotta (sarà pronta nel periodo di Pasqua) sarà suonata da Sting che ha accettato di far parte di questo meraviglioso progetto sociale e l'evento, udite udite, potrebbe accadere oltre che a Napoli anche a Roma davanti a Papa Francesco.

Sembra davvero il sogno di un visionario, ma dietro a tutto ciò c'è un uomo speciale, padre Antonio Loffredo, per 21 anni e fino a pochi mesi fa parroco della Sanità, la cui figura è al centro anche del film «Nostalgia» di Mario Martone.

Un progetto mirabolante che nei prossimi giorni padre Antonio cercherà di blindare incontrando Sting in Toscana, dove ha la sua tenuta con la celebre vigna. Ma l'accordo già c'è. «L'incastro con il Papa è invece più complicato», sottolinea lui, «perché devono coincidere tante cose e non voglio creare troppe aspettative. Diciamo che entrambi hanno agende piuttosto fitte di impegni (sorride, ndr) ma il tentativo lo farò».

Il progetto si intitola Tornaccantà, ideato da Loffredo e Attilio Varricchio, e si propone di coinvolgere e restituire dignità alle risorse e ai talenti presenti nel rione Sanità dando casa alla canzone napoletana. L'obiettivo, come detto, è allestire e avviare una sorta di accademia così da trasformare vocalità e passione in un'occasione educativa e professionale per i giovani del quartiere. Il tutto realizzato dalla Fondazione di Comunità San Gennaro di Pasquale Calemme, il Nuovo Teatro Sanità, la cooperativa sociale Sanita'rt, il Consorzio sociale Coop4Art, la cooperativa sociale La Paranza, l'impresa sociale Kalòs, e finanziato attraverso una raccolta fondi su For Funding, piattaforma di crowdfunding di Intesa Sanpaolo dedicata a sostenibilità ambientale, inclusione sociale e accesso al mercato del lavoro per le persone in difficoltà. In tre mesi sono stati raccolti oltre 140.000 euro con l'aiuto di privati cittadini, di Intesa San Paolo e della Fondazione Cesvi. I fondi raccolti verranno utilizzati in particolare per allestire lo spazio per le performance artistico-musicali e per le attrezzature da palcoscenico. I soldi contribuiranno inoltre a formare artisticamente gli allievi grazie al supporto di maestri (capitanati dal mandolinista Paolo Fagnoni e dalla vocal coach Maria Paola Sinforosa), attori e maestranze, con la presenza di Monica Sarnelli come testimonial: si prevedono corsi di mandolino, chitarra, percussioni, fiati e canto. 

 

Lo spettacolo si intitolerà «Voci e note dal rione Sanità» e sono previste tre rappresentazioni. «Questa della Sanità è una realtà che ha radici profonde e custodisce la vera anima di Napoli», sostiene Varricchio: «Padre Antonio è stato il deus ex machina, e oggi abbiamo la fortuna di avere un patrimonio culturale che il mondo ci invidia. La Sanità è stata inserita tra i venti quartieri più cool del mondo, l'unico italiano». «Ne è passato di tempo quando qualcuno diceva che con la cultura non si mangia», aggiunge Calemme: «Non siamo niente senza la nostra storia, il nostro patrimonio culturale. La canzone napoletana è amore, rabbia, passione, tristezza. E nel Rione Sanità c'è tutto questo».

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A concludere è padre Loffredo: «In un tempo brevissimo siamo riusciti ad avere la copertura economica del progetto. E qualcuno ha potuto pensare: con tutti i problemi che ci sono, ma che c'azzecca spendere i soldi per cantare? Rispondo con una frase bellissima di José Tolentino de Mendonça, nominato cardinale da Papa Francesco e che recita così: In certi momenti storici se non saranno le rose a nutrirci, nemmeno il pane ci sazierà. Ed è la frase manifesto di questo progetto. Le rose servono, la bellezza serve. I maestri guadagneranno pochissimo perché fanno parte del progetto sociale, verrà recuperata una chiesa chiusa della Sanità, Sant'Aspreno, che diventerà teatro, palco, e sarà la nostra casa». 

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