Jovanotti, Gianna Nannini, Diodato, Mahmood: quattro protagonisti, ciascuno a proprio modo, della musica pop italiana alle prese con i ritmi della taranta. Ci sono anche l'ex Ragazzo Fortunato, la cantautrice senese, la voce di "Fai rumore" e il cantante milanese di "Soldi" in "Taranta Reimagined", il progetto del compositore Paolo Buonvino - autore di numerose colonne sonore per il cinema e la tv e già collaboratore di artisti come Franco Battiato, Carmen Consoli, Andrea Bocelli, Elisa, Fiorella Mannoia e altri - che racchiude la registrazione del concerto a Melpignano del 27 agosto 2020 per la Notte della Taranta, di cui è stato maestro concertatore.
L'album, disponibile da venerdì 23 luglio per Sugar, presentato alla Galleria Alberto Sordi a Roma, è uno dei primi progetti in Italia disponibili in Audio Spaziale con Dolby Atmos su Apple Music. La musica e le voci della tradizione salentina rivivono nell'incontro di due complessi, l'Orchestra Popolare de La Notte della Taranta e l'Orchestra Roma Sinfonietta, e si contaminano con l'elettronica e le voci di interpreti come Nannini, Diodato, Mahmood. Jovanotti ha scritto ed interpretato per l'occasione "Mi devo muovere". Gianna Nannini interpreta "Fimmene fimmene", un canto di lavoro e di denuncia delle condizioni lavorative delle "tabacchine", le lavoratrici del tabacco salentine: «Una fonte di energia per tenere viva la memoria delle donne tabacchine che l'hanno creata - dice la rocker - teniamo alto il ricordo di queste voci, che negli anni '40 da donne lavoratrici ne hanno subite di tutti i colori e hanno portato avanti le loro lotte».
Esce a mezzanotte “Taranta Reimagined”, il progetto di @PaoloBuonvino nato in occasione della Notte della Taranta dello scorso anno.
— Diodato (@DiodatoMusic) July 22, 2021
Sarò presente anch’io con la versione di “Beddha ci dormi”.
Me l’avete chiesta tantissime volte, ora è tutta nostra ❤️ pic.twitter.com/wW0aaPiSnY
Diodato si cimenta con un classico tradizionale, "Beddha ci dormi", che si presta a più livelli di interpretazione: canzone d'amore ma anche canzone dedicata alla propria terra (il cantautore, milanese d'adozione, ha origini tarantine). «Nella mia canzone un messaggio in cui la musica vuol creare ponti e abbatte barriere, come pensa il maestro Buonvino e come ho sempre pensato io.
Mahmood mischia il mondo arabo e quello pugliese con "Sabri Aleel": «Da ragazzino in macchina sentivo questa canzone in arabo e nella versione creata con il maestro Paolo si incontrano la tradizione araba con quella della Taranta e la musica classica, ci sono anche parti cantate in pugliese. Un progetto di contaminazione che crea un unico mondo, con naturalezza, spontaneità: la musica ancora una volta unisce, abbatte confini e barriere. La Taranta rappresenta la purezza, è stato un onore partecipare a questo progetto», spiega il cantante.