Tiziano Ferro in lacrime a Verissimo, dalla depressione alla paternità: «Da piccolo venivo sempre preso in giro»

«Avevo paura e mi sentivo difettato», ha raccontato il cantante di Latina nella puntata monografica di Verissimo

Tiziano Ferro in lacrime a Verissimo, dalla depressione alla paternità: «Da piccolo venivo sempre preso in giro»
Tiziano Ferro in lacrime a Verissimo, dalla depressione alla paternità: «Da piccolo venivo sempre preso in giro»
di Redazione web
Lunedì 14 Novembre 2022, 10:02 - Ultimo agg. 18 Marzo, 17:22
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Tiziano Ferro in lacrime. Il cantante di Latina è stato ospite nel salotto di Silvia Toffanin, a Verissimo e si è raccontato a cuore aperto, senza freni inibitori. Un anno fa il cantante aveva avuto modo di parlare di se stesso in un docufilm uscito su Prime Video, e ieri su Canale5 è andata in onda una puntata speciale dedicata al successo del cantante di Sere Nere.

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L'intervista speciale

Depressione, bullismo e omosessualità. Tiziano Ferro ha parlato della sua adolescenza come uno dei momenti più difficili della sua vita: «Da adolescente non ricordo sinceramente un giorno della mia vita senza prese in giro», ha raccontato il cantante che ora vive a Los Angeles insieme al compagno Victor e i due figli Andres e Margherita.

Durante la puntata monografica di Verissimo, Tiziano Ferro si è commosso cantando per la prima volta dal vivo il brano "La prima festa del papà", contenuto nel suo nuovo album. La paternità è sempre stata il suo sogno più grande: «Con Victor ci prendiamo cura personalmente di loro, Andreas e Margherita sono dei bimbi felici, sempre sorridenti».

 

La depressione

Tiziano Ferro ha raccontato di quando ha lasciato l'Italia, prima per il Messico, poi per l'Inghilterra e lo racconta come uno dei periodi più neri della sua vita: «Non andavo a scuola, ho toccato la punta più bassa: quell'anonimato è diventato obbligo alla solitudine e non riuscivo più a guardarmi allo specchio».

Poi, il periodo in cui scopre se stesso e inzia a fare i conti con l'omosessualità: «Subivo mobbing, tutti mi chiedevano con chi stavo, chi volevo, ogni intervista era angosciosa perché sapevo che mi avrebbero fatto quella domanda. Avevo paura e mi sentivo difettato e l'Inghilterra ha fatto diventare legge l'idea della solitudine. Lì è esploso, in peggio, il mio rapporto col bere e con l'alcol, questo annichilimento della mente».

E ancora: «Io non pensavo che la depressione fosse possibile, pensavo che succedesse agli altri o addirittura ai matti.

La depressione è furba, ti convince che la zona di conforto tua, quella del dolore, vada bene così. Non si parla mai di depressione come malattia, ma spesso è qualcosa di più grande e abbiamo paura di parlarne perché veniamo da decenni di stigma».

 

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