Tutti pazzi per Jovanotti on the beach:
come si strega Castel Volturno

Tutti pazzi per Jovanotti on the beach: come si strega Castel Volturno
di Federico Vacalebre
Sabato 13 Luglio 2019, 07:21 - Ultimo agg. 18:56
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Inviato a Castel Volturno

Per la prima volta in questo tour Jovanotti suonerà guardando il mare, che per un «beach party» non è roba da poco: a Lignano Sabbiadoro e Rimini non era possibile. Il mare poco invitante in cui scaricano i Regi Lagni, il mare di Castel Volturno, Africa d'Italia, il mare in cui in qualche modo cercheranno rinfresco oggi gli almeno trentamila spettatori attesi al Flava Beach/Lido Paradiso.
Per la prima volta Castel Volturno vedrà, prima dell'invasione dei jovanottiers, si intende, la sua spiaggia così pulita, linda, bonificata. E qui tutti promettono di riconsegnarla così, oltre agli organizzatori sono scesi in campo anche gli sponsor, per riciclare le lattine (trasformate da Estathé in biciclette poi regalate al WWf), per lasciare gli spazi «meglio di come li abbiamo trovati», per comunicare il necessario rispetto per l'ambiente e il sogno di un mondo «plastic free». L'uomo del Pensiero Positivo, accusato di buonismo, ecumenismo, di jovanottismo insomma, spiega: «La città del Jova Beach Party si muove! Fin dall'inizio ho avuto nel cuore le Città Invisibili di Calvino, immaginando la nostra con le caratteristiche di un luogo millenario che compare per un solo giorno e poi parte verso il futuro, e lascia un'immagine che resta negli occhi e nutre l'entusiasmo dei giorni che verranno. Io mi sono divertito da pazzi a Rimini, e non vedo l'ora di veder nascere di nuovo la nostra città invisibile a Castel Volturno!».
 
E Castel Volturno sembra davvero una città invisibile diventata visibile, o forse è vero il contrario, la vera città - quella magnificamente portata al cinema da Edoardo De Angelis - si è nascosta, ha preso le distanze da questo colorato ciclone che si è abbattuto tra casalesi e clandestini, tornerà ad alzare la sua voce dolente e feroce domani, appena tutto questo sarà finito. Ma intanto è qui la festa, gli unici tormentoni che contano in questa estate afosa sono del Cherubini, che raccoglie sui litorali di Italia ragazzi di tutti le età, dai suoi coetanei ai millennial che altrimenti ascoltano solo i trapper, ma per lui sembrano disposti a fare un'eccezione. Non una, ma tante tribù che ballano, che si metteranno sotto il sole in un sabato qualunque, un sabato italiano che probabilmente per loro non resterà qualunque, che ricorderanno a lungo: per godersi la musica e il party con annessi e connessi attraverseranno la Domitiana, parcheggeranno a qualche chilometro di distanza dal palco, cammineranno sino alle entrate, faranno la fila per cambiare gli euro in token (la criptovaluta da concerto), faranno la fila per bere, mangiare, pisciare. In costume, in pareo, con le ciabattine o le sneaker, vedranno aprire le porte alle 14, iniziare i suoni alle 16, Vincenzo Bles sarà il primo a salire su uno dei tre palchi (Main stage, Sbam stage e Kontiki stage), lui qui è di casa: si chiama Vincenzo Sperlongano, ha 29 anni, viene da Mondragone e dopo il diploma da ragioniere sta tentando l'avventura da rapper/trapper. Il suo sogno, inutile dirlo, è che Jova duetti con lui. Come farà certamente con Enzo Avitabile, probabilmente per un omaggio a Pino Daniele scandito dal sacro furore bacchico dei Bottari di Portico. Se fosse «Yes I know my way» tutti sapremmo qual'è la nostra strada: urlare «Pino, Pino, Pino», sul litorale domizio, dove forse non l'abbiamo ancora fatto mai.

Dario Cervo, alias dj Sangennaro bar, Rocco Hunt, il multietnico Liberation Project (canti di lotta dal mondo con la chitarra di Phil Manzanera e la voce dell'ex Modena City Ramblers Cisco Bellotti) e il duo elettronico degli Ackeejuice Rockers, ma soprattutto l'Hendrix tuareg Bombino ci avvicineranno all'ora X, quando, intorno alle 20 Lorenzo Cherubini tornerà a fare quello che sa fare meglio: «1 2 3 casino». Perché è tempo di «beach party», perché tenera è la sera e ancor più tenera potrà essere la notte, se Jova dj mixerà i Queen con «Pata pata» (l'omaggio a Miriam Makeba qui sarebbe d'obbligo), il funky con il rock, e tra, un disco e un altro, scatenerà la sua band: Saturnino, Riccardo Onori, Christian «Noochie» Rigano, Gianluca Petrella, Franco Santernecchi, Leo di Angilla.

Certo, poi ci saranno i token avanzati da cambiare, le macchine da raggiungere, le sbornie da smaltire, la sabbia da scuotere dalle scarpe e i costumi e i sogni, Castel Volturno da lasciare alle spalle.

Sperando che il sudore dei 30.000 abbia irrigato un seme, sarà retorica, sarà jovanottismo, ma tutto avrebbe più senso. Anche per chi non c'era. E, magari, lo rivedrà nell'inevitabile documentario che ci ricorderà/racconterà tutto questo.

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