Nasce il festival di Amadeus: «Sanremo giovane anche con i big»

Nasce il festival di Amadeus: «Sanremo giovane anche con i big»
di Federico Vacalebre
Giovedì 19 Dicembre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 12:55
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Amadeus si presenta come un soldatino della tv generalista capitato per caso a Sanremo: «Non ho inseguito big della canzone italiana, io ho pudore anche nell'invitare gli amici, figuratevi se potevo andare da un cantante e dirgli: Dai, vieni all'Ariston. E se quello non aveva la canzone, non aveva un disco pronto? Ho aspettato che si facesse avanti chi ne aveva voglia. Ho ragionato come facevo con le ragazze da giovane: evitavo che mi dicessero no». Intanto, la lista dei 22 big del Sanremo 2020, il settantesimo Festival della canzone italiana, è pronta, anche se lui dice che «gli inviti devono ancora partire, lo sapranno anche loro all'ultimo momento, prima che il 6 gennaio annunci il cast in diretta nella puntata dell'Epifania dei Soliti ignoti». Non è vero, naturalmente, ma nella terra dei cachi si usa così, e Amedeo Umberto Rita Sebastiani da Ravenna, 57 anni, si è subito calato nella parte: è il primo conduttore-direttore artistico che si conceda una conferenza nella mitica sala stampa dell'Ariston già alla vigilia della finale di Sanremo Giovani che condurrà stasera, scegliendo gli otto concorrenti da promuovere al Festival: 5 li sceglierà con duelli ad eliminazione diretta, a cui si aggiungeranno Tecla Insolia, la vincitrice di Sanremo Young e due voci scelte dal cast di Area Sanremo.

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Si appassiona, Ama, nel spiegare come sarà il suo Festival: «Pop perché popolare, mai snob, perché fare un torto alle canzoni se ne scegliessi qualcuna che poi non fosse adatta alle radio o alle piattaforme. Io faccio una tv popolare, che deve arrivare a tutti: quiz, show, ora Sanremo». Un Sanremo kolossal: dieci ragazze - non chiamatele vallette - due a sera accanto al soldatino della tv diventato generale («madamina il catalogo è questo», ora lo dice lui e, giura, solo lui, senza pressioni da Rai o major), ospiti amici (Jovanotti però sembra aver fatto marcia indietro come annunciato dal solito Fiorello, che ci sarà come Tiziano Ferro e Benigni/Pinocchio, come Al Bano con Romina Power), 22 campioni in sintonia con «l'apertura di Claudio Baglioni al nuovo suono contemporaneo». Insomma, rap e trap e indie a go go, proprio come i dieci ragazzi in gara questa sera: Avincola (con il brano «Un rider»), Eugenio in via di Gioia («Tsunami»), Fadi («Due noi»), Fasma («Per sentirmi vivo»), Leo «figlio e nipote di....» Gassmann («Va bene così»), Jefeo («Un due tre stella»), Réclame («Il viaggio di ritorno»), il campano Marco Sentieri («Billy blu»), Shari («Stella»), Thomas («Ne 80»). A decretare chi arriverà all'Ariston il solito complicato intrigo di vicoli e delitti di regolamento: televoto, giuria demoscopica, la commissione selezionatrice e cinque «simboli» sanremesi: Pippo Baudo (13 Sanremo condotti più due da ospite), Carlo Conti (3), Piero Chiambretti (3), Antonella Clerici (1 e 1 da valletta), Gigi D'Alessio (5 ma in gara, sostituisce, dopo l'exploit su Raiuno con la Incontrada, l'indisponibile Bonolis). «Ve lo dico fin d'ora, li ho invitati già per il giovedì del festivalone, quando celebreremo i suoi primi 70 anni».
 

Edizione kolossal, allora, ed a rischio di autoreferenzialità, con passerella dall'Ariston al Palafiori, ospiti internazionali ancora da definire, a parte Lewis Capaldi («non posso fare il bambino che chiede la luna, Madonna e Lady GaGa») e la direttrice di Raiuno Teresa De Santis appesa alle nomine del nuovo cda per capire se sarà qui, o no, dal 2 all'8 febbraio. Ma il governo sanremese è quasi pronto, giallo-rosso o meno che sia: Irene Grandi con una canzone di Vasco, Noemi con una canzone di Fabrizio Moro, Marco Masini, Francesco Gabbani, Elodie, Alberto d'Urso, Giordana Angi, Anastasio, Piero Pelù, Levante, Achille Lauro, Rancore, Raphael Gualazzi, Pinguini Tattici Nucleari, Michele Zarrillo, Diodato, Paolo Vallesi, Elettra Lamborghini, Giusy Ferreri, Le Vibrazioni, Enrigo Nigiotti, Fred De Palma, Bugo con Morgan, il trio Casale-De Michele-Nava, Riki... si dice, tra i possibili ministri celebranti, certo il premier, Amadeus. Per lui «questo è un sogno che si realizza, lo affronto con la sindrome di Peter Pan, con la gioia di un bambino. Quando lavoravo per le radio non avevo nemmeno il pass per entrare qui all'Ariston». Ora è il padrone di casa e non se ne andrebbe più.
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