La lunga attesa di Sanremo: da Meta & Moro a Gazzè, impazza il totofestival

di Marco Molendini
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Paradosso di un Festival smisurato: dopo l'inebetimento di
tanta sbornia musicale, con le canzoni ripetute fino allo
stordimento per cinque giorni di seguito, venti ore di trasmissione
totale, forse anche qualcosa di più, se Claudio
deciderà di allungare ancora le smisurate dimensioni del suo
Festival, la scelta finale, che poi è il motivo per cui
questo baraccone sta in piedi, ovvero la scelta del vincitore,
avverrà praticamente nell'ultima mezz'ora.
Probabilmente intorno all'una e mezza di notte, quando il
verdetto rischierà di scivolare fra le lenzuola di chi
ancora non avrà preso sonno. A quel punto, eliminati tutti
gli altri, le tre canzoni superstiti faranno un ulteriore giro, una
sorta di roulette russa finale, da cui sarà estratta la
vincente con il contributo determinante del televoto, che vale al
50 per cento, e dei responsi della sala stampa, al 30, e della
giuria degli esperti (che poi tanto esperti non sono), al 20.
Dunque un giudizio popolare, calibrato da altri due responsi a fare
da contrappeso (e questa è la novità baglioniana di
quest'anno).
Sabato 10 Febbraio 2018, 09:42
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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