Sanremo, Silvestri insegue i favoriti Ultimo, Irama e Il Volo

Sanremo, Silvestri insegue i favoriti Ultimo, Irama e Il Volo
di Federico Vacalebre
Venerdì 8 Febbraio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 11:56
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Se dobbiamo continuare nel gioco di interpretare gli incipit baglioniani, dopo i messaggi di disamore verso la Rai di «Voglio andar via» e «Noi no», «Viva l'Inghilterra» in tempi di Brexit potrebbe essere un assist antieuropeista alla maggioranza gialloverde. È solo un gioco, pure scemotto, ma è sempre meglio giocare con le canzoni di Clauditel, che all'Ariston e a casa in molti se le cantano appena arrivano, che con le incursioni della politica a Sanremo: Salvini twitta di tutto («tifo per gli abruzzesi de Il Volo», anche se solo Ginoble è nato nella regione prossima al voto, gli altri due vengono da Sicilia ed Emilia Romagna) e Maxime Nicolle, uno dei leader dei gilet gialli, annuncia per oggi una manifestazione in città «per dimostrare che il contatto tra governo italiano e la lista di Ingrid Levavasseur non è in alcun modo rappresentativo del movimento dei gilet gialli e che i cittadini francesi e italiani sono uniti nelle difficoltà di tutti i giorni».

Meglio le canzoni, soprattutto quelle non in gara naturalmente, anche di quel po' di varietà che Claudio Bisio e Virginia Raffaele mettono in piedi, sempre più sciolti, ma comunque sotto i rispettivi potenziali, guardando ancora, e andrà avanti così fino alla fine, ormai è inevitabile, alla ricerca della tv perduta: dopo la famiglia Adams, il Quartetto Cetra e Lelio Luttazzi ieri è toccato a «Mamma», ai suoni del grammofono (chissà quanti ragazzi a casa si saranno chiesti che cos'era quell'attrezzo giurassico), al supremo Sergio Endrigo rodarian-bacaloviano di «Ci vuole un fiore». Canzoni, anzi duetti («Notte prima degli esami» con Antonello Venditti, l'omaggio a Pino Donaggio di «Io che non vivo» con una commossa Alessandra Amoroso, «Almeno tu nell'universo» con Serena Rossi) e ammucchiate multiple («Gente di mare» vede Raf e Umberto Tozzi raggiunti da Virginia e i due Claudii).

Bisio insegue tutti, da Rovazzi al disturbatore Cevoli, ma gli autori non sembrano aver dato a lui, né agli altri conduttori, idee valide per raggiungere il risultato sperato, anche se gli ascolti continuano a essere buoni: la seconda serata del Festival, di regola segnata da una netta flessione, porta a casa 9.144.000 telespettatori pari a uno share del 47,3%, il terzo miglior risultato degli ultimi dieci. La Raffaele si regala un faccia a faccia con la Vanoni, in passato vittima di una delle sue più riuscite imitazioni: difficile davvero capire perché si sia deciso di rinunciare al suo trasformismo, a usare la carta delle sue performance nei panni dei vip italici. Ornellona è in forma, scatenata, ritemprata dalla nuova assiduità televisiva, brasileggia con antica disinvoltura, si diverte - e noi con lei - nell'introdurre Patty Pravo sul palco come in un incontro tra highlander. Ma sono emozioni da poco, suggerirebbe la desaparecida Anna Oxa.
 

 

Nemmeno la battaglia per la vittoria, attesa domani al rush finale, infiamma più di tanto l'atmosfera, a dar retta alle classifiche parziali, ai rumors, ai passaggi in radio, ai post in rete, agli eserciti del televoto in mobilitazione, ai favoriti under 30 della vigilia (Ultimo, Irama, Il Volo) potrebbero aggiungersi Daniele Silvestri (con Rancore) e una rigenerata Loredana Bertè, forse anche Simone Cristicchi: stasera nella manche delle autocover qualcuno di loro potrebbe giocarsi il podio. Anche ieri, intanto, il canto verace di Nino D'Angelo e Livio Cori è finito nella zona bassa della classifica grazie al verdetto della sala stampa.

Pettegolezzi, gossip? Niente da fare, appena qualche pagellina sul look, che oggi si appunta più sulle giacche improbabili di Bisio e di un manipolo di concorrenti che sull'immagine delle rare primedonne in gara: tra di loro, comunque, è duello sexy tra una Paola Turci che indossa giacche a pelle e Anna Tatangelo, che fa sfoggio delle sue bellissime gambe.

Persino la guerra tra il cantautore-direttore-dittatore-dirottatore artistico e la direttrice di Raiuno non tira più di tanto: va in scena l'armistizio. Baglioni ammette che potrebbe pensare a un terzo incarico «da aggressore artistico: mi farebbe piacere. È un impegno grande e bisogna sempre dimostrare di fare di più e diversamente. Forse, per una missione per la musica, un po' di voglia ci sarebbe. D'altro canto vorrei dedicarmi anche alle mie cose e farmi un po' meno nemici, evitare le macumbe degli altri 350-400 artisti che non arriverebbero all'Ariston. Potrei venire da ospite, se mi ospitano». E Teresa De Santis non è da meno: «L'ipotesi di un festival corale per il 2020 non esclude automaticamente che sia Claudio a occuparsi del progetto per i 70 anni di Sanremo». Da Viale Mazzini l'ad Salini e il presidente Foa tengono bordone. Vero? Falso? Gioco delle parti? La quiete prima della tempesta?

Ps. Che canzone intonerà stasera il Claudillo ad inizio della quarta, e penultima, manche? Si accettano scommesse.

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