Il diario di Maldestro | Sanremo, mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare

Il diario di Maldestro | Sanremo, mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare
di Maldestro
Martedì 7 Febbraio 2017, 11:13 - Ultimo agg. 22:18
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Inizia il festival, le strade si popolano, le carte sul tavolo verranno scoperte tra qualche ora. C'è un rischio in tutto nella vita, il giocatore lo sa, ed è proprio il rischio a tenerlo vigile, pulsante. Ci sono cose belle qui, ma anche strane, poco chiare. Molti personaggi, poche persone, sorrisi tenuti con le graffette, occhi grandi per contratto, forse. Ma ci sono anche dei cuori che ti saltano addosso, come il migliore Bolt nei duecento ad ostacoli. Come quello di Fabrizio Moro, che mi stringe forte ogni volta che ci incontriamo nei corridori e come un fratello maggiore mi ripete: il tuo pezzo è straordinario, devi stare sereno, sei forte. Bello il sorriso anche di Paola Turci, che mi ferma e mi dice: ho riso molto quando ho visto la tua parodia di Rovazzi. Rovazzi non è già una parodia? Le ho risposto. Non me ne voglia l'autore di "andiamo a comandare", ma preferisco pezzi che non superano le ventimila visualizzazioni e ammetto che in lui c'è un piccolo genio. Anche Bianca Atzei, ogni volta mi guarda e canta la mia canzone. È curioso tutto questo, molto, ma semplice, fatto di cose buone, almeno credo. Poi Gigi, insieme abbiamo creato una squadra, e il nostro bersaglio preferito è Clementino. Qualcuno invece mi ha deluso, nei gesti, nei modi. Anche tra i giovani ho trovato qualcuno che si comporta diversamente dal periodo delle selezioni. Ma è il gioco, il gioco delle luci e delle belle foto. Mi sono innamorato di te, perché non avevo niente da fare, cantava Tenco. Ebbene sì Sanremo, mi sono innamorato di te, perché non avevo niente da fare. 
 
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