Sanremo 2021, Arisa porta "Potevi fare di più”: «Canto un amore tossico anche se ho capito com'è quello vero»

Arisa (credit Bogdan Plakov)
Arisa (credit Bogdan Plakov)
di Totò Rizzo
Martedì 16 Febbraio 2021, 15:57 - Ultimo agg. 16:13
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Come l’assassino sul luogo del delitto, Arisa torna sempre a Sanremo: con «Potevi fare di più», che proporrà in gara all’Ariston dal 2 al 6 marzo, sarà la settima volta in 12 anni, due vittorie (la prima tra le Nuove Proposte, l’altra tra i Big), un secondo posto e togliendosi perfino lo sfizio di una co-conduzione del Festival con Carlo Conti. Finita la kermesse, seguirà tra aprile e maggio prossimi il nuovo album di inediti.

 

Al festival 2021 Arisa ha detto subito di sì. Spiega: «Intanto perché quando qualcosa ti dà tanto, tu devi ricambiare. E poi è come se avessi accondisceso ad un mio desiderio e risposto ad un appello: tornare a cantare come segnale di ripartenza anche in un momento difficile come questo e con la musica farci sentire vicini alla gente che seguirà le serate in tv».

Per Sanremo la firma è quella di Gigi D’Alessio. «Un brano vero, autentico, me ne sono innamorata la prima volta che Gigi me l’ha fatto ascoltare – racconta Arisa –. Una canzone su un amore tossico che tutti nella vita abbiamo avuto, arrivata dopo tanto chiacchierare insieme sulle nostre esperienze. Io spesso dico agli autori: scrivi il brano come se lo scrivessi per te. Perché alla fine i sentimenti sono circolari, prima o poi ci toccano tutti. E un amore sbagliato, chi non l’ha mai vissuto? Solo che quando qualcosa non ci rende felici, bisogna prenderne consapevolezza e assumersi la responsabilità di mettere la parola fine. Quante verità scomode sono venute fuori nei rapporti di coppia in quest’ultimo anno, durante il lockdown?».

Sarà un festival “difficile” ma l’artista lucana fa di necessità virtù. «Certo, Sanremo è una grande festa popolare: le luci, la passerella, la folla per strada, le migliaia di mani che stringi, il calore del pubblico in teatro, il chiacchierare coi giornalisti: quest’anno non ci sarà nulla di tutto questo.

Ma io ho preso una grande casa dove starò con tutto il mio staff, una bella famiglia. Tirarsi indietro? Non ci ho mai pensato, sarebbe stata una resa. E poi vuoi mettere il piacere di tornare a cantare dal vivo con un’orchestra di 65 professori?».

L’assenza dei “live” è la piaga più dolorosa di quest’ultimo anno di reclusione e divieti. «I concerti da remoto? Mi sono piaciuti, un modo con cui gli artisti hanno detto “ci siamo, andiamo avanti”. Studiandoci su, potrebbe anche nascere una forma di spettacolo diversa. La scorsa estate però ho fatto anche qualche concerto all’aperto: presenze contingentate, protocolli di sicurezza rigidi... La cosa più triste era alla fine, dopo gli applausi, in camerino: nessun gruppo di fan fuori dalla porta».

E comunque non se ne è stata con le mani in mano, Arisa: ha scelto e inciso i brani del nuovo disco («brani profondamente melodici, sonorità soft»), s’è sperimentata da autrice («ho scritto molto, soprattutto in napoletano, la lingua in cui mi fa più piacere cantare») ed ha accettato il ruolo di coach in «Amici» di Maria De Filippi («felice di lavorare con lei e di alimentare la passione nella musica che hanno gli allievi»).

Top secret per il brano e il o la collega che la affiancherà a Sanremo nella serata delle cover «però confesso che avrei voluto cantare “’O scarrafone» di Pino Daniele e mi sarebbe piaciuto duettare con Stevie Wonder».

Non vede l’ora di essere sul palco all’Ariston a raccontarci di questo amore malato da cui liberarsi. Okay, ma lei, Arisa, al secolo Rosalba Pippa, l’ex ragazza col rossetto color geranio e gli occhialoni di «Sincerità», oggi serena e consapevole trentottenne, lo ha finalmente capito cos’è l’amore? «Una cosa molto semplice: è quando stai bene con una persona. Tutto qui. Ma lo riconosci solo se quello più grande lo coltivi verso te stesso, se hai imparato a fare a meno di tutto tranne che di te. E ti rendi conto quanto sia ingiusto sprecare il poco tempo che abbiamo nell’infelicità».

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