Sanremo 2021 è giovane tra indie, rap e liscio

Sanremo 2021 è giovane tra indie, rap e liscio
di Federico Vacalebre
Venerdì 18 Dicembre 2020, 08:29 - Ultimo agg. 16:19
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Sanremo della rinascita o meno, in presenza o meno (per ora l'appuntamento all'Ariston è confermato, dal 2 al 6 marzo), con mascherina o senza, con pubblico tamponato o costretto sul divano, il Festival 2021 è davvero giovane e donna come aveva promesso alla vigilia Amadeus, al suo secondo giro di giostra dopo l'exploit da record di febbraio scorso. È indie, rap, trap, ma anche liscio, anzi lisciopunk, come suggerisce l'incontro tra gli Extraliscio e Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, rocker e fumettaro di culto, un'alleanza che potrebbe fare faville, rompendo l'intronata routine del cantar leggero (copyright di Pasquale Panella per il miglior Lucio Battisti possibile). È in sintonia con la musica che ci gira intorno, ma anche con la storia sanremese, convocando a corte tre ex vincitori - Francesco Renga (2005, «Angelo»), Arisa («Controvento», 2014), Ermal Meta («Non mi avete fatto niente», 2018) - ed una settantasettenne Orietta Berti che al tavolo del talk show di Fabio Fazio ha trovato la sua seconda giovinezza: ieri si è collegata da casa, si sta riprendendo dal Covid-19.
Nella serata dei giovani gli occhi sono tutti per l'annuncio dei big, anche perché per età e sonorità è difficile distinguere le due categorie.

Davanti al suo televisore l'ex Baudillo dell'Ariston stenterà a riconoscere la sua creatura, ormai desanremizzata, nel senso che ha rinunciato a quella che un tempo si definiva canzone sanremese, per sintonizzarsi con il sound del momento, giovanile, anzi giovanilista, urban per definizione, a suo modo gender fluid: anche nella musica i «generi» possono essere una barriera, un impedimento e qui tra indie e rap e trap spesso è difficile dire dove inizi un sound e dove ne finisca un altro. Piaccia o non piaccia se la canzone è l'orologio del tempo, come suggeriva il picclo grande uomo Lucio Dalla, al Sanremo 2021 scandisce precisa l'ora preciso, almeno a leggere i nomi dei concorrenti, per un vero giudizio bisognerà aspettare di ascoltare le canzoni.


Con SuperPippo a casa saranno in molti a scoprire per la prima volta i nomi di cantanti amati dalle nuove generazioni, ma mai presentatisi prima al grande pubblico generalista, ragazzi che fanno milioni di visualizzazioni sul web, che dominano i social, ma una platea televisiva così vasta non l'hanno ancora mai vista, forse nemmeno sognata. Per lo zoccolo duro di Raiuno ci sarà un pugno di volti noti, il ritorno di primedonne come Malika Ayane e Noemi (dimagritissima e con un nuovo staff produttivo, lo stesso di Mahmood), di cantautori come Max Gazzè (con la Trifluoperazina Monstery Band e «Il farmacista», brano annunciato come «una provocazione ironica che ha alla sua base una denuncia sociale»), di Irama, di Annalisa.

In quota rock (si fa per dire) ci saranno i Maneskin from «X Factor», e per par condicio da «Amici» arriverà l'ultima vincitrice Gaia (Gozzi). Clamorosa la presenza di Fedez, sia pur al fianco di Francesca Michielin, ma anche quella di Bugo, che in qualche modo è costata ieri sera l'esclusione all'ex amico e socio Morgan dalla giuria di «AmaSanremo» con l'ennesima polemica forse costruita per restare nell'occhio del ciclone mediatico, forse spia di un disagio profondo.La rappresentanza campana è affidata alla voce nu soul dell'irpino Ghemon ed all'impeto rap di Random, da Massa di Somma. Peccato davvero che Amadeus abbia perso l'occasione di arruolare Andrea Sannino, che con «Abbracciame» aveva fatto cantare l'Italia dai balconi durante il primo lockdown ed aveva presentato una canzone verace che non avrebbe sfigurato nell'elenco, anzi.


Il plotone hip hop, intanto, si completa con la giovanissima starlette Madame, con Willie Peyote, con Fasma, secondo l'anno scorso tra le Nuove Proposte dietro Leo Gassmann, tra i bocciati eccellenti dell'edizione 2021.


Anche il battaglione indie è numeroso, capeggiato dal ritorno dello Stato Sociale che con un titolo come «Combat pop» evoca i sommi Clash («the only band that matters») e si porta dietro cantautori di diversissima estrazione, solitari, in gruppo o in duo: i Coma_Cose, La Rappresentante di Lista, Colapesce-DiMartino, il Premio Tenco Fulminacci, Aiello, il cantautore-poeta Giò Evan. Già dai titoli dei pezzi che porteranno in gara emergono affinità e divergenze, nell'impossibilità di scattare una fotografia non mossa della generazione sonica al tempo della pandemia.

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Puntuale l'irruzione di Fiorello, collegato da casa indossando la maschera di Darth Vader: «Questo», ha detto all'amico Ama, «sarà il Festival che sancirà la fine della nostra carriera, il primo è andato benissimo, questo... Ho un'idea, siccome dobbiamo stupire, facciamo una campagna fotografica stile Wanda Nara, io e tu nudi sul dorso del cavallo della Rai mentre il direttore Coletta ci frusta».

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