Inviato a Sanremo
La cosa strana è che alla vigilia non si profilano polemiche, persino i politici non hanno ancora urlato (quasi) niente sul Sanremo 2022, sarà che sono alle prese con cose più serie, come lo sconvolgimento causato dalla rielezione di Mattarella. La cosa bella è che stasera l'Ariston sarà pieno, dopo il sottovuoto spinto dell'anno scorso: rispettando, si intende, le norme di tutti gli altri teatri italiani, permettendo quindi l'accesso solo ai possessori di supergreenpass. I cantanti, non sono, invece, obbligati ad esibire la carta verde: «L'essere non vaccinati non può pregiudicarne la presenza in gara», spiega il direttore di Raiuno Coletta. E vai di tampone, vai...
«Ma non lamentiamoci», raccomanda Amadeus, pronto ad iniziare, forte della terza dose, la sua terza maratona nella terra dei cachi: «Se l'anno scorso doveva essere il Festival della ripartenza e l'assenza del pubblico un po' ci ha lasciato l'amaro in bocca, quest'anno sarà il Festival della gioia, un inno alla gioia. Nel 2021 è stato come andare al ristorante e trovare solo dieci tavoli. Mancava la festa, l'allegria. Tanti italiani hanno dovuto vedere il festival da soli: è stato tristissimo».
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Quest'anno non è che si possano imbandire tavolate e fare festini, ma già qualcosa è. «Nel frattempo», continua il conduttore-direttore artistico, «i vincitori dell'anno scorso hanno conquistato il mondo e tornano qui ad accendere la notte e a dimostrarci quanto possa contare questo palcoscenico». L'attesa dei Maneskin è forte, ma i più aspettano Fiorello: «L'anno scorso è stato eroico, ha fatto persino il tappabuchi, quest'anno mi ero preparato un cartonato con la sua immagine, convinto com'ero che non ci fosse. E, invece, con la generosità di sempre, è pronto per la prima serata. Poi non so se resta, se ne va, torna...».
La fiction fiorelliana continua, ma con poca suspence, in realtà. L'unico thriller è quello seminato dal Covid: «I cantanti hanno provato con i vestiti buoni, così se qualcuno si positivizza e dobbiamo rimandare in video la sua esibizione fa una figura migliore di Irama l'anno scorso, che davvero non era preparato per l'evenienza». L'evenienza che sia l'Amatissimo a incappare in un infausto responso di tampone non viene nemmeno presa in considerazione: «Il piano B esiste ma non su carta», esorcizza Coletta, «preferiamo reagire sul momento in caso di emergenza».
Intanto, Ornella Muti, 66 anni, si prepara ad aprire la sfilata delle cinque co-conduttrici. Sfoggerà un look ecologico e vestiti in fibra naturale, un peplo nero e un tulle color carne. Una presenza ecologista, verde, in sintonia con la ventilata partecipazione, fuori dal perimetro ufficiale festivaliero, a un evento cittadino pro-legalizzazione della cannabis in vista del referendum su cui si deve pronunciare la Corte Costituzionale. Scelta che crea l'unico brivido polemico della vigilia. Quando la Muti posta sui social due collanine con dei ciondoli a forma di foglie di marijuana, i deputati di Fratelli d'Italia Federico Mollicone, commissario di Vigilanza Rai, e Maria Teresa Bellucci, capogruppo in commissione Affari Sociali, reagiscono piccati, temendo che il Festival possa diventare il megafono delle posizioni del fronte della cannabis libera e del referendum, soprattutto di fronte ai recenti fatti di cronaca che vedono coinvolta la sorella di Ornella Muti, Claudia, in una maxiretata per smercio di sostanze stupefacenti».
Con Ornellona e i rocker di «Zitti e buoni» è atteso Matteo Berrettini, dopo il tour de force dell'Australian Open e la sconfitta contro Rafael Nadal, ma anche i Meduza, quelli di «Lose control» e «Piece of your heart», di «Paradise» e «Tell it to my heart», 2,2 miliardi tra ascolti su Spotify e visualizzazioni per i videoclip ufficiali su YouTube. Italianissimi, nonostante i nomi e i titoli: Mattia Vitale, Simone Giani e Luca De Gregorio saranno in scena con Hozier (quello di «Take me to the church») a dimostrare la vitalità della dance music italiana nel mondo. Sulla Costa Crociera Orietta «prezzemolino» Berti e Fabio Rovazzi si preparano ad essere il secondo palcoscenico del Festival, quello che un tempo veniva montato in piazza Colombo.
E la gara, la gara? Nella prima manche scendono in campo dodici big, o presunti tali: Ranieri e Morandi si risfidano per l'ennesima volta, un derby d'altri tempi che aggiunge un pizzico di pepe e di simpatia ad una kermesse che sembra partire tranquilla, forse anche troppo. Le prove di ieri hanno permesso un secondo ascolto delle 25 canzoni in gara, qualcuna, come quella di Mahmood&Blanco e di Emma, si giova dell'interpretazione e della fisicità dei suoi protagonisti, altre confermano la loro pochezza, qualcuno deve ancora mettere a fuoco la sua prova.