Sanremo 2023, i giovani big: è la generazione «scognomata»

Ecco chi sono i magnifici sei promossi all'Ariston anche se la qualità delle canzoni in gara non giustifica la scelta

Gianmaria Volpato, in arte gIANMARIA
Gianmaria Volpato, in arte gIANMARIA
di Federico Vacalebre
Giovedì 2 Febbraio 2023, 12:00
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C'erano una volta a Sanremo i Campioni, o big che dir si voglia, e i Giovani, o nuove proposte se preferite, ognuno in gara nella sua sezione. Ogni tanto, come quest'anno, le categorie scompaiono e si concorre tutti insieme appassionatamente.

Olly chi? Sethu chi? In sei, dovevano essere in tre, ma Amadeus ha deciso di raddoppiare la quota anche se la qualità delle canzoni in gara non giustifica la sua scelta, sono stati promossi all'Ariston dalle selezioni di Sanremo Giovani. 

gIANMARIA (si scrive proprio così) è il più noto del mucchio selvaggio. Gianmaria Volpato, 21 anni, scognomato vicentino, ha vinto con nonchalance la manche dicembrina dopo essersi fatto notare a «X Factor» due anni fa. Non è un caso che abbia scelto come cover, nella serata di venerdì 10, «Quello che non c'è» degli Afterhours, da dividere con la voce originale: Manuel Agnelli l'ha scritta quando aveva 35 anni ma sembra soddisfatto della versione del biondino: «Nonostante l'età l'hai fatta tua», gli ha detto il rocker. Lui, però, con l'orecchiabilissima «Mostro» in gara mostrerà l'età che ha, parlando di paranoie generazionali: «La canzone fotografa i miei vent'anni, l'ho scritta dopo essermi trasferito da casa dei miei a Vicenza a Milano, andando a vivere da solo. È un pezzo electropop che parla delle mie paranoie». «Ma che ti sembro un mostro? Guarda che sono a posto», canta.

Il problema, anticipa, sarà «gestire l'ansia, magari trasformandola in un'arma vincente, in adrenalina». Il suo album d'esordio, «Mostro» inevitabilmente il titolo, «è una diagnosi di cosa c'è stato nell'ultimo anno dentro al mio cervello, la mia casa, il mio letto e il mio corpo».

Shari (scognomata con giustificazione, però: all'anagrafe farebbe Noioso) è l'unica donna del gruppo: ventenne di Monfalcone, non vorrebbe far notizia solo perché fidanzata di Salmo, che però duetterà con lei un medley di Zucchero ed è tra gli autori di «Egoista»: «Forse vorrei qualcuno da amare/ per poi fargli del male», dice il testo, che ha accenti anche più disinibiti: «Ti sembra normale guardarmi così/ che neanche mi accorgo e sei dentro i miei jeans».

Unica band i Colla Zio, collettivo milanese che vorrebbe fare la differenza («Siamo unici, non fate paragoni»). Andrea Armo Arminio, Andrea Mala Malatesta, Francesco Glampo Lamperti, Tommaso Berna Bernasconi, Tommaso Petta Manzoni, tutti tra i 20 e i 25 anni, frullano ascolti e influenze diverse, per vedere (non di nascosto) l'effetto che fa. «Non mi va» è più allegra della media sanremese, non più originale, nonostante una strofa che non ha niente a vedere con il resto della canzone: «Quelli che puliscono i cessi/ poi c'è chi fa sesso/ chi wrestling, gli onesti/ molti che prendono in giro se stessi/ ma tu non sei nessuna di questi»). Hanno iniziato cantando per strada, dalla «street attitude» arriva anche il nome: «Quando sei in comitiva e vuoi acquistare qualcosa per un bene comune, vai dagli altri e dici: Colla, zio». Per bene comune si intende: birra, vino, gin, un po' di fumo, le sigarette... Al funky-rap del loro brano alterneranno l'ancor più saltellante «Salirò» di Daniele Silvestri in compagnia di Ditonellapiaga. 

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Will (scognomato: William Busetti, classe 1999, di Vittorio Veneto) è in gara con «Stupido», dove descrive i due protagonisti di una storia d'amore come «ferite che ballano» e confessa che «volevo fare il poeta, ora l'essere umano». «Non dobbiamo per forza essere supereroi», spiega lui, che ha già fatto bene anche nel calcio. La stupidaggine maggiore fatta fin qui? «Una notte sono corso sotto la casa della mia ex per riconquistarla, ma mi sono addormentato in auto e lei la mattina mi ha trovato così. È andata bene lo stesso, comunque». Il titolo del suo album, «Manchester», reclama le radici britpop ereditate dalla mamma inglese, nel disco, assicura lui, si sentiranno anche quelle cantautorali trasmesse da papà. Chissà se nell'elenco c'è anche il Michele Zarrillo di «Cinque giorni» scelto per la sfida delle cover.

Federico Olivieri, classe 2001, per il nome d'arte si ispira al cognome: «Olly mi chiamavano gli amici». Cresciuto nella Genova di Tedua e Bresh è stato «svezzato dal rap, mentre sottopelle mi entrava anche la canzone d'autore che nella mia città si respira sempre». Sarà ma il suo brano «Polvere» non lo dà a vedere, nè la scelta per il 10 febbraio di «La notte vola», con annessa Lorella Cuccarini.

Sethu, alias Marco De Lauri di Savona, 25 anni, salirà sul palco con il gemello Jiz, suo produttore e chitarrista: «Siamo inseparabili, siamo arrivati dalla cameretta all'Ariston, siamo una cosa sola, lui preferisce non mostrarsi, io ci metto la faccia, insieme parliamo di noi». Come in «Cause perse», mentre per cover hanno scelto «Charlie fa il surf» dei Baustelle con Bnkr44. 

E adesso non venite a chiedermi anche: Bnkr44 chi? Lo spazio è tiranno e Amadeus non la smette di infarcire il suo quarto Festival. Martedì spazio al comico Angelo Duro e sabato nientepopòdimeno che ai Depeche Mode, alla quarta presenza sanremese, la prima senza Andy Fletcher, scomparso l'anno scorso: nel 1986 con «Stripped», nel 1989 con «Everythings counts» e nel 90 con «Enjoy the silence» in playback. Lanceranno il nuovo album, «Memento mori». 

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