Sanremo, le pagelle di Vacalebre alla serata delle cover

Clementino, Sanremo 2016
Clementino, Sanremo 2016
di Federico Vacalebre inviato a Sanremo
Venerdì 12 Febbraio 2016, 13:17 - Ultimo agg. 17:17
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Anche la terza serata è andata e qui iniziamo a vedere la fine del tunnel. La manche amarcord delle cover è stata seguita da 10.462.000 spettatori,  con uno share del 47,88 per cento, in sintonia con l'ottimo dato dell'anno scorso. In attesa della finale dei Giovani,  ecco le pagelle dello show della nostalgia canaglia di giovedì.

Annalisa: «America», Nannini, '79. Ok, il pezzo è giusto. Voto: 6 e mezzo

Arisa: «Cuore», Rita Pavone, '63. Onesta, pulita: 5

Alessio Bernabei: «A mano a mano», Cocciante, '78. La versione di riferimento è quella di Rino Gaetano, Benji e Fede contribuiscono a stringere l'occhiolino al pubblico giovanilista. Voto: 4 e mezzo

Bluvertigo: «La lontananza», Modugno, '78. Un fotoromanzo post-rock. Voto: 7 e mezzo

Giovanni Caccamo e Deborah Iurato: «Amore senza fine» (Pino Daniele, '98). Vorrei, ma non posso, lui si concede qualche finezza, lei no. Voto: 4 e mezzo

Clementino: «Don Raffae'», De Andrè, '90. Un capolavoro: Iena White si traveste da Nino Taranto per rendere con feroce ironia il capolavoro verace dell'amico fragile, ritoccata solo nella metrica finale, più vicina a beat hip hop. Voto: 8

Dear Jack: «Un bacio a mezzanotte», Quartetto Cetra, '52. Maneggiano con cura - nonostante il fracasso della batteria - una perla d'altri tempi. Voto: 5

Dolcenera: «Amore disperato», Nada, 83. Lei ci mette la voce e scopre le gambe, ma il ta-pum dance di sottofondo è un pastrocchio. Voto: 4 e mezzo

Elio e le Storie Tese: «Il quinto ripensamento», Beethoven. La Quinta disco dance con liriche e look anni Settanta. Divertente, goliardico, surreale e non serioso. Voto: 8

Irene Fornaciari: «Se perdo anche te», Morandi, '66. Di tutto, di più, di troppo. Voto 4 e mezzo

Lorenzo Fragola: «La donna cannone», De Gregori, '83. Ci mette impegno, ma l'impegno è troppo gravoso per lui. Voto: 5--

Francesca Michielin: «Il mio canto libero», Battisti, '72. Tenera e delicata entra nella canzone in punta di piede, chiede un rullo di tamburo ed usa bene pause e respiri. Voto: 7

Neffa: «'O sarracino», Carosone, '58. I Blubeaters aggiungono ottoni ska-tenati, lui ha l'allure giusta, ma non sempre l'intonazione necessaria. Voto: 6 e mezzo

Noemi: «Dedicato», Bertè, '78. Un Fossati d'annata riletto con grinta sensuale. Voto: 7 e mezzo

Patty Pravo: «Tutt'al più», '71. E' l'unica che può permettersi di rileggere se stessa, anche se il rap di Fred De Palma e qualche sua incertezza non rendono un buon servizio. Voto: 5

Rocco Hunt: «Tu vuo' fa' l'americano», Carosone, 56. Alle radici della canzone napoletana - e quindi italiana - moderna. Gusto, grinta, sound tra il vintage e il post-Yolanda Be Cool, con aggiunta di versi sui rapper italiani che vogliono fare gli americani. Voto: 8

Enrico Ruggeri: «'A canzuncella», Alunni del Sole, '77. Melodic rock anni Settanta, con passione e assoli di chitarra. Titolo di scugnizzo ad honorem per il cantaurocker. Voto: 7-

Valerio Scanu: «Io vivrò (senza te)», Battisti, '68. A Tale e Quale faceva ridere con consapevolezza, senza maschera... Voto: 4 e mezzo

Stadio: «La sera dei miracoli», Dalla, '89. Un colpo al cuore: sul palco dove abbiamo visto per l'ultima volta il piccolo grande Lucio echeggia la sua voce, mentre la band che fu sua conquista il premio di miglior cover del 2016. Voto: 8

Zero Assoluto: «Goldrake», Actarus, '78. La sigla del cartoon vorrebbe rubare la leggerezza acustica della fortuna versione di Alessio Caraturo, ma non ci riesce. Voto: 4
 

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