Sanremo, pasticcio televoto: segreto al Festival, non a «X Factor»

Sanremo, pasticcio televoto: segreto al Festival, non a «X Factor»
di Federico Vacalebre
Mercoledì 13 Febbraio 2019, 07:22 - Ultimo agg. 14:02
4 Minuti di Lettura
Confondere il televoto con il verdetto popolare non conviene, anche se Sanremo è una cosa e la democrazia un’altra. Eppure il televoto ricorda molto quella «democrazia diretta» a cui qualcuno guarda per superare la nostra, imperfettissima, democrazia rappresentativa. Il dibattito acceso dal verdetto finale festivaliero - primo Mahmood, grazie alle preferenze di sala stampa e giuria, davanti a Ultimo, che aveva stravinto con il televoto - dice molto dell’umore dell’Italia rancorosa dei giorni nostri.

Per cominciare, ad esempio, non conosciamo il numero dei televotanti: nè per il milanese d’Egitto, nè per il romano di San Basilio, nè per Il Volo, il trio belcantistico classificatosi al terzo posto: a proposito, in due manche su quattro erano i tre campioni del neobelcanto, e non il cantautore, ad essere in testa sul fronte del televoto.
Va di moda far guerra alle élite nel nome del popolo, ma questo popolo quante persone sono? Per regolamento, da quando Sanremo è Sanremo, non viene comunicato il numero di voti espressi né per i singoli cantanti, nè in totale. Sappiamo, certo, che nel rush finale a tre «Soldi» ha ottenuto il 20,95% delle preferenze del televoto, Ultimo più del doppio (48,80%) e «Musica che resta» il 36%. Risultato ribaltato dal concordare, a distanza, di giornalisti e giurati che hanno mandato Mahmood sul gradino più alto del podio con il 47,15%, davanti a Ultimo (35.56%) e Il Volo (25.53%).

 

In tanti - dal presidente Rai Foa al direttore artistico Baglioni, dal vicepremier giallo Di Maio al vicepremier verde Salvini, passando per la Meloni, Codacons, Aiace, Gelmini e Gardini di Forza Italia - chiedono di tornare al televoto secco, in modo da rispettare «il verdetto popolare». Ma può esserci un verdetto senza numeri, senza peso? Insomma, quanti avevano televotato per Ultimo? Quanti televoti in tutto sono stati espressi durante le cinque serate del Baglioni bis?

Inutile insistere, bisogna accontentarsi dei dati comunicati, lavorare sulle percentuali: ma se quelle della sala stampa rappresentano i giornalisti accreditati, o meglio quanti tra di loro hanno deciso di esprimere la propria preferenza nei modi richiesti; se i giurati erano otto, compreso il presidente Mauro Pagani, l’unico di sicura pertinenza per un concorso musicale; se la giuria è «composta da un campione statisticamente rappresentativo di 300 persone selezionate tra abituali fruitori di musica, le quali esprimeranno il proprio voto da casa attraverso un sistema di votazione elettronico» gestito dalla società Noto Sondaggi; i televotanti quanti sono stati? e quanti voti hanno espresso a testa? Già, perché ognuno può legittimamente esprimere in ogni session di voto sino a cinque preferenze a testa. E qui sorge un dubbio: perché, se il televoto deve rispettare il parere del popolo sovrano, far votare qualcuno più volte? Solo perché a ogni voto corrisponde un incasso di 0,51 euro, da dividere poi con la società di telefonia mobile e fissa? «Un uomo un voto» era lo slogan caro a Mandela, che all’Ariston diventa: un uomo cinque voto, basta che li paghi.

Ricapitolando: non sappiamo quanti voti abbiano avuto i 24 cantanti in gara al Festival, non sappiamo quante persone ci siano dietro quella massa di voti, ma usiamo le percentuali di voto per sommarle ad altre votazioni. E, a cose fatte, a Ultimo che non diventa primo ma solo secondo, si scopre il pasticciaccio brutto del regolamento. Che può cambiare, che cambierà, magari tornando al televoto che regalò vittorie memorabili di Marco Carta e Valerio Scanu, e polemiche altrettanto memorabili per i sospetti pacchetti di voto che cantanti, discografici e manager avrebbero affidato a call center: già, perché se uno dei nostri ragazzi può votare fino a cinque volte per Achille Lauro, investendo 2.55 euro, quante volte, e in cambio di quanto denaro, può votare un computer collegato alla rete telefonica? La Rai fa quanto in suo potere per evitare brogli, alle operazioni di televoto possono presenziare anche un rappresentante dell’Agcom e un rappresentante delle associazioni di consumatori ed utenti designato dal Cnu.
Sarà, ma perché sappiamo con quanti televoti Anastasio ha vinto l’ultimo «X Factor» (2.766.400) dice il report della gara finale contro Naomi (1317386) pubblicato da Sky con tutti i dati dei singoli televoti, puntata per puntata, e non sappiamo con quanti televoti Mahmood era alle spalle di Ultimo e de Il Volo? Motivi di privacy aziendale, fiscale, economica che valgono per la tv di stato e non per la privata Sky? Forse, nell’eventuale ritorno al solo televoto per determinare il vincitore di Sanremo bisognerà innanzitutto dichiarare il numero dei votanti, e quindi l’incasso, e permettere un solo voto a testa. E magari anche renderlo gratuito, per favorire il suffragio universale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA