Alessandro Siani e lo show delle feste: «Natale, Covid e bollette, storie di libertà perdute»

Alessandro Siani e lo show delle feste: «Natale, Covid e bollette, storie di libertà perdute»
di Luciano Giannini
Martedì 21 Dicembre 2021, 10:56 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 11:35
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«L'altra sera, ospite di Baglioni a Uà, su Canale 5, ho anticipato un monologo del mio nuovo spettacolo teatrale», (al debutto stasera al Diana e in replica fino al 16 gennaio). «Racconto che per magia finisco sul presepe, tra le statuine dei politici. E incontro Eduardo. Noto che si guarda intorno: botteghe chiuse per fallimento, venditori di frutta e pesce che fanno i bagagli... Così, gli chiedo: Edua', te piace o presepe? E lui: No, nun me piace. A te sì, invece?. No, neanche a me. Ma secondo te, che bisogna fare?. E lui: Dovete svegliarvi, aprire gli occhi... tu e tutti gli italiani». Questa favoletta segna uno spartiacque nella carriera di Alessandro Siani: «Finora mi sono abbandonato alla fantasia e al sogno. Come nel mio Chi ha incastrato Babbo Natale?, appena uscito nelle sale. Da oggi in poi, non più. Sarà la realtà a ispirarmi. Sto già lavorando al prossimo film, che girerò in primavera e avrà contenuti sociali. Voglio entrare nell'anima di questi nostri anni fragili».

Sarà una commedia amara?
«Diciamo...

agrodolce».

Siani, lei arriva al Diana con «Libertà live tour», un nuovo show nato, forse, nella prigionia del covid?
«Sì. Avrei dovuto riprendere Felicità tour, lo spettacolo comico più visto in Italia. Lo stavo aggiornando quando la pandemia ci ha fermati. Ed è iniziato un lungo anno di passaggio. No, non lungo, infinito. Così, ho scritto un altro testo, nel segno della libertà perduta».

Temi affrontati?
«La libertà, appunto. E il Natale, il Covid, l'aumento delle bollette... e anche le ipocrisie che ci paralizzano».

Quali, per esempio?
«Non so neppure se posso augurare Buon Natale! Qualcuno, all'Unione europea, ha avuto l'idea che è irrispettoso verso chi non è cattolico. Allora, buone feste! Per fortuna, la proposta è stata respinta, ma il tentativo di cambiare cose che non fanno male a nessuno è preoccupante, Aggiungi il politicamente corretto, la cosiddetta cancel culture... davvero tutto è cambiato».

A cos'altro si riferisce in particolare?
«A parte le statuette sul presepe, dove luccica quella di Draghi, l'unico uomo che può stare dappertutto, penso al pericolo di ripristinare i tamponi a cinema e teatro; alla voglia che ha la gente di partire, di sognare; penso alla convivenza forzata dei mesi passati, alle coppie che si sono divise... Nelle formule del matrimonio, da oggi in poi il prete dovrà dire: E che nulla vi divida, nella buona, nella cattiva sorte... e anche nel lockdown!».

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Vaccinati e no vax: parliamone.
«Il problema vero sono le notizie false: Astrazeneca mo fa bene e mo fa male; mo fa male solamente ai più giovani... no, non è vero; e lo Sputnik non si può, e il Johnson & Johnson quanto è efficace? Le fake news generano confusione, che diventa sospetto e, poi, paura. Ora, col super green pass siamo tutti supereroi. Io dico solo: le notizie devono essere fondate; è l'unico modo per evitare l'ansia. Dunque... più che no vax, no fake».

Coinvolgerà il pubblico in sala?
«Più di prima. Voglio parlare con la gente. Scenderò in platea, inviterò gli spettatori sul palcoscenico. Alla fine il termometro di tutto restano le persone, che hanno voglia di vivere come io ho voglia di comprenderle».

Lei celebra 25 anni di carriera. Un bilancio?
«Biglietti d'oro, teatro, cinema, libri... è poco credibile, eppure è tutto vero. Che dire di più? Ho ripescato vecchie battute e tormentoni; le ho inserite nella sceneggiatura di Chi ha incastrato Babbo Natale?, quasi come un commiato, per dare un taglio rispetto al futuro. Ripartire sarà più difficile, ma stimolante. Ogni precarietà è possibilità».

Parliamo di questo Santa Claus, impersonato da Christian De Sica, protagonista di una favola dove lo spirito del Natale è più forte di qualsiasi Amazon.
«Mi sono chiesto: cosa accadrebbe se Babbo Natale avesse come concorrente - oggi si dice competitor - una multinazionale? Ma vi ricordate quando si entrava in negozio per comprare un regalo? E la domanda del beneficiario, piena di dubbi e timori? Ma si può cambiare?. Oggi, tutto è possibile... purtroppo o per fortuna. Ma, insomma, quel che viene fuori dal film è il desiderio di stare insieme. L'invito del mio è Natale è: tornate bambini che sì, gioiscono per i regali; ma soprattutto perché stanno con le persone cui vogliono bene. È il dono più bello: Natale con chi ami».

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