Claudio Bisio al teatro Bellini di Napoli: «La vita fa ridere e io la racconto male»

«Esagerando un po', si potrebbe dire che lo spettacolo è una summa dell'opera di Francesco Piccolo, con qualche brano inedito e altri tratti da racconti e romanzi»

Claudio Bisio al teatro Bellini di Napoli
Claudio Bisio al teatro Bellini di Napoli
di Luciano Giannini
Martedì 21 Marzo 2023, 11:00
3 Minuti di Lettura

«Ci sono due tipi di storie che si possono raccontare: quelle che fanno sentire migliori e quelle che fanno sentire peggiori», scrive Francesco Piccolo, aggiungendo che ciascuna, alla fine, non può fare a meno dell'altra per formare ciò che siamo. Ma anche una vita comune può diventare spettacolo se, a narrarla, è un personaggio come Claudio Bisio.

L'attore, conduttore, doppiatore e umorista arriva da stasera a domenica al Bellini con «La mia vita raccontata male», che raccoglie vari testi dello scrittore e sceneggiatore casertano.

Con lui in scena saranno i musicisti Marco Bianchi e Pietro Guarracino. Le musiche sono di Paolo Silvestri. Giorgio Gallione, amico storico di Bisio e ligure come lui, firma la regia.

Dunque, Bisio? Di che si tratta?
«Esagerando un po', si potrebbe dire che lo spettacolo è una summa dell'opera di Francesco Piccolo, con qualche brano inedito e altri tratti da racconti e romanzi. Il riferimento principale è il suo libro Il desiderio di essere come tutti.

Ogni esistenza ha specificità del tutto uniche, e vizi e virtù propri, ma può essere accostata a molte altre.
«Alla mia, a quelle di Piccolo ovviamente, e di Gallione», puntualizza Bisio. E insiste: «Siamo dei boomers, nati col boom economico, tra gli anni 50 e i 60. Apparteniamo alla generazione cresciuta con Carosello e le gemelle Kessler, il muro di Berlino, la guerra fredda e i mondiali di calcio del '74».

Perché quel titolo?
«Un omaggio all'amico Gipi, autore della graphic novel La mia vita disegnata male. Male perché andiamo avanti e indietro nel tempo senza ordine, per poi comporre comunque un grande puzzle. E, poi, evochiamo ricordi piacevoli, ma anche episodi negativi, sentimenti e fatti politicamente scorretti. Non siamo compiacenti, tentiamo di non addolcire nulla».

Bisio-Piccolo-Gallione: un bel trio.
«Siamo amici. Io e Francesco ci siamo conosciuti durante alcuni reading curati da Giorgio. A Francesco mi sento vicino per età, per retroterra politico e culturale, abbiamo entrambi una figlia e un figlio. Ci separa l'origine; lui del Sud, io del nord. Nei reading fatti insieme, lui sfoggiava una flemma tipicamente casertana, io lo stress schizzato del milanese... un bel mix».

E Gallione?
«Lavoriamo insieme da oltre 25 anni, son nozze d'argento! Cominciammo nel 96, quando mi propose di lavorare su Monsieur Malaussène. Sapeva da amici comuni della mia passione per Pennac».

Cinema, tv, ora di nuovo teatro...
«A teatro cominciai oltre 40 anni fa e lo amo perché tutto succede dal vivo, in quel momento, su quel palcoscenico, e poi svanisce per sempre. Ogni replica sarà diversa. Lo amo perché la reazione immediata del pubblico non ha prezzo, soprattutto in spettacoli come questo, che ha momenti più riflessivi e molto altri comici. Ricordo quel che mi disse un maestro come Dario Fo: far ridere è più difficile che far piangere. E La mia vita raccontata male fa ridere, è un ping-pong incessante tra me sul palco e il pubblico in platea». 

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