Muti dirige il concerto di riapertura della Scala che annuncia il nuovo socio Armani e la posa della prima pietra per la torre di Botta

Il maestro Muti
Il maestro Muti
Martedì 27 Aprile 2021, 12:07
3 Minuti di Lettura

La Scala di Milano fa tris. Nel giorno in cui possono riaprire le sale, il teatro lirico forse più famoso al mondo annuncia l'ingresso fra i soci (come fondatore sostenitore) di Giorgio Armani, la riapertura al pubblico, seppure ridotto, con un concerto dei Wiener Philharmoniker diretto da Riccardo Muti l'11 maggio e soprattutto posa la prima pietra del suo nuovo edificio, una torre con sei piani interrati e 11 fuori terra che permetterà di avere un palcoscenico profondo 64 metri, oltre a una sala prove per l'orchestra che può essere usata per le registrazioni, una sala prove per il ballo e tanto spazio per gli uffici.

Il progetto è dell'architetto Mario Botta, che aveva già curato il restyling del teatro fra il 2002 e il 2004 creando la torre scenica. Ora si aggiunge questa nuova torre, collegata con il Piermarini attraverso una passerella posta all'ultimo piano dove si trova la sala prove del ballo. È invece al terzo piano interrato quella dell'orchestra, che ha un'altezza di 11 metri e vanta un progetto acustico curato da Yasuhisa Toyota uno degli ingegneri del suono più famosi al mondo, che si è occupato fra l'altro della Walt Disney Concert Hall di Los Angeles, la Pierre Boulez Saal a Berlino e la Philharmonie di Parigi. Il costo - per la maggior parte coperto dal teatro con contributi di Regione Lombardia e Stato - è di 17 milioni di euro, data di consegna prevista il 21 dicembre 2022.

Una data importante anche quella del prossimo 11 maggio. Dalla chiusura di ottobre, infatti, per la prima volta il pubblico potrà tornare ad ascoltare un concerto dal vivo, quello dei Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Muti. Si tratta di una scelta simbolica perché proprio l'11 maggio si tenne il concerto di riapertura del teatro diretto da Arturo Toscanini nel 1946. Il sovrintendente Dominique Meyer è cauto, per quella data non sarà tolta la pedana costruita sulla platea in periodo di lockdown per ospitare l'orchestra.

Il pubblico - massimo 500 spettatori - sarà sistemato nei 150 palchi e in galleria. Poi in seguito si vedrà.

Prima dell'11 potrebbe essere, dal vivo, anche il concerto dell'8 maggio:  Gianandrea Noseda dirigerà orchestra e coro della Scala (e il basso Ildebrando D'Arcangelo) in un evento - al momento previsto in streaming - con musiche di Mozart, Beethoven e Brahms. La difficoltà maggiore in questo caso sarebbe la presenza sia dell'orchestra sia del coro, solitamente disposto nei palchi dove invece dovrebbe andare il pubblico. Un'altra ipotesi di ripartenza è che il 30 aprile si apra al pubblico l'ultima registrazione di arie d'opera di Anna Netrebko, in corso in questi giorni, con il direttore musicale Riccardo Chailly sul podio dell'orchestra della Scala.

Meyer prima di fare annunci (a fine maggio sarà svelata la prossima stagione) vuole parlare con i sindacati. Ma intanto un annuncio, e importante, è arrivato. Giorgio Armani diventa, anzi, torna socio della Scala. Come socio fondatore sostenitore lo statuto prevede un versamento di 600 mila euro in cinque anni, ma lui, anzi il gruppo Armani, ne ha già assicurati 600 all'anno per i prossimi due anni. «Ora, più che mai - ha spiegato lo stilista -, sento il dovere morale di contribuire attivamente a sostegno del prestigioso Teatro, patrimonio di milanesi e non, vero e proprio simbolo di resistenza intellettuale». Comprensibile che il sovrintendente si dica felice e ottimista alla posa della prima pietra, dopo il cda che ha confermato il bilancio dello scorso anno in pareggio, anzi con un utile di 400 mila euro. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA