Napoli campione, la rivincita degli scugnizzi: «Ma i problemi della città restano»

«C'era una volta... Scugnizzi», torna la brigata di Claudio Mattone

La festa degli scugnizzi di Napoli
La festa degli scugnizzi di Napoli
di Davide Cerbone
Venerdì 5 Maggio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 6 Maggio, 09:03
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Ci voleva un miracolo laico e popolare per rivedere in scena gli «Scugnizzi» e riportare al potere la fantasia di una città che almeno per un giorno, almeno per una notte, spezza le catene dei luoghi comuni e riscrive la sua storia, facendosi di nuovo capitale. Ci voleva un prodigio perpendicolare ai ceti per riunire sullo stesso palco la carovana di cantanti, attori, ballerini e tecnici che negli anni Duemila ha dato forma all'epica maledetta del vicolo - con tanto di agognato lieto fine - nel musical «C'era una volta... Scugnizzi». Adesso, nel momento della grande ubriacatura, la brigata allenata da Claudio Mattone scende di nuovo in campo, sul suo campo: le tavole dell'Augusteo, il teatro in cui ha battuto molti record, per intonare una canzone d'amore con una dichiarazione che è già nel titolo. «Si chiama “Napule mia”, è un pezzo romantico e particolarmente autobiografico. Sarà che vivo da tanti anni lontano, ma quando mi chiedono come sto a Roma rispondo che mi trovo benissimo. Se penso a Napoli, però, mi commuovo: ecco, questa è la differenza», spiega Mattone, che sarà a Napoli oggi per registrare. «È un esperimento insolito che ha già raccolto molte adesioni», aggiunge: «Oggi incidiamo in studio tutta la parte strumentale e alcune voci guida, poi sovrapporremo un altro coro con attori, ballerini e tecnici. Infine, toccherà al pubblico».

Già, perché l'appuntamento con la città è per il 17 maggio alle 21, quando i microfoni saranno rivolti verso gli spettatori, per un coro che abbraccerà la platea e il palco dell'Augusteo. «Faremo ascoltare il brano più volte e proietteremo il testo su un grande schermo per fare in modo che possano provarlo». A quel punto, toccherà alla «magnifica gente» di Napoli registrare la sua traccia. «Sarà una festa, non vorrei che la gente si aspettasse uno spettacolo», avverte il compositore, autore di alcune delle gemme più scintillanti della canzone italiana. E spiega: «Abbiamo previsto un biglietto simbolico di 5 euro che sarà un piccolo dono all'Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli, una bellissima iniziativa che ho visto nascere molti anni fa e che oggi è una solida realtà dedicata ai ragazzi e alla musica. Lo stesso spirito con cui nacque il mio spettacolo tanti anni fa». Da Sal Da Vinci, protagonista della prima edizione nel 2001, a Andrea Sannino, che prese il suo posto in quella del 2010, da Serena Rossi a Pietro Pignatelli, da Massimiliano Gallo a Stefania De Francesco, Mattone ha chiamato a raccolta tutti i protagonisti delle diverse edizioni del musical per un Inno alla gioia in salsa partenopea.

Un canto finalmente libero e azzurro trattenuto in gola per 33 anni. «Non so se diventerà un inno, ma certamente è una dichiarazione di appartenenza alla mia meravigliosa città. In ogni caso, sarà bellissimo riabbracciare tutti», pregusta l'emozione il deus ex machina dell'evento. Di fronte alla tentazione di dare fondo alla retorica pauperista del riscatto per mezzo del pallone, tuttavia, il musicista è perplesso: «Ovviamente stiamo tutti felicissimi per questo trionfo, e se la gente che ha minori possibilità riesce a gioire per una vittoria sportiva, ben venga. Ma resta un gioco. La città, con i suoi pregi, i suoi problemi e la sua storia, è un'altra cosa. Lo scudetto coincide con un periodo felice in cui Napoli è protagonista nelle fiction e in tv. Questo mi fa piacere, ma non posso nascondere l'amarezza per i problemi irrisolti. Ora, però, è il momento di tenerci per mano e goderci questo successo, ma con civiltà», auspica Mattone. E, dopo quello dello scudetto, annuncia un altro ritorno a lungo invocato dai napoletani. «Ho voluto sospendere il mio musical perché a un certo punto mi sarebbe sembrato di raschiare il fondo del barile, ma stavo pensando ad un ritorno poco prima del Covid. Adesso che ci sono di nuovo le condizioni, ho rimesso in cantiere il progetto». Insomma: Scugnizzi «C'era una volta» e ci sarà. 

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