Morta Hilde Renzi:
recitò alla corte di Eduardo

Morta Hilde Renzi: recitò alla corte di Eduardo
di Luciano Giannini
Martedì 17 Novembre 2020, 18:39 - Ultimo agg. 21:52
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Folgorata sulla via di Eduardo. È Hilde Maria Renzi, per anni alla corte del suo maestro in ruoli comprimari. L'attrice, beneventana di Frasso Telesino, che ha lavorato spesso anche con Peppino De Filippo, è morta ieri a 83 anni nel paese che aveva eletto come casa, Sant'Agata dei Goti. Nubile, senza figli, la scena è stata l'amore della sua vita.

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Nata il 17 gennaio 1937, quand'era ancora molto piccola seguì la famiglia tra i coloni italiani mandati dal Duce a popolare una delle sue colonie, l'Eritrea. Dopo pochi anni Hilde tornò a Napoli, dove restò fino al 1958. Prese il diploma magistrale, ma non diventò maestrina, come i genitori avrebbero voluto. Il suo desiderio era recitare. E recitò.

A 21 anni debuttò in «Le bugie con le gambe lunghe». Eduardo la prese con sé assegnandole ruoli non soltanto nella «Scarpettiana», ma in quasi tutte le sue commedie, sia a teatro sia nelle versioni televisive: da «Questi fantasmi!», «Natale in casa Cupiello», «Napoli milionaria!», «Filumena Marturano», «Le voci di dentro», «Il sindaco del rione Sanità», «La grande Magia», «Sabato, domenica e lunedì», a «Peppino Girella», «Ditegli sempre di sì», «Non ti pago», «Chi è cchù felice e me», «L'abito nuovo», «Mia famiglia». La troviamo in locandina anche in «Sogno di una notte di mezza sbornia» e al fianco di Modugno in «Tommaso D'Amalfi».
I suoi partner si chiamavano Pupella Maggio, Angela Pagano, Regina Bianchi, Pietro De Vico, Antonio Casagrande.

Una scuola d'élite, insomma. Il talento c'era. Altrimenti Eduardo non l'avrebbe accolta.

E la Renzi affrontò anche Brecht, Molière e, nel 1976-77, finì alla corte di Andrée Ruth Shammah, nel suo Franco Parenti di Milano, dove recitò nell'«Arialda» di Testori. Dell'esperienza appresa grazie anche a eccellenti artisti di tradizione, Hilde Renzi fece tesoro quando, nel 1994, decise di trasferirsi a Sant'Agata dei Goti. Qui formò una compagnia amatoriale e, mettendo in scena le commedie del suo maestro e di Peppino, di fatto divenne ambasciatrice del teatro in un luogo dove altrimenti non sarebbe giunto facilmente. Una benemerita, dunque.

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