Ornella Muti al Quirino: «La Governante contro i benpensanti»

Ornella Muti con Enrico Guarneri al Quirino da martedì 5 in La Governante
Ornella Muti con Enrico Guarneri al Quirino da martedì 5 in La Governante
di Simona Antonucci
Sabato 2 Marzo 2019, 21:29
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«All’inizio mi sono sentita in difficoltà. Non volevo accettare questo ruolo. Stizzosa sì. Volendo riesco a esserlo. Ma una donna austriaca, secca, alta due metri e bionda, no. Poi ho scelto la mia via: e ho deciso di fare la disperata».

Ornella Muti, 63 anni, da martedì 5 (repliche fino al 17 marzo) è La Governante, di Vitaliano Brancati, al teatro Quirino, insieme con Enrico Guarneri. A dirigere la coppia (e Rosario Minardi, Nadia De Luca, Rosario Marco Amato, Caterina Milicchio, Turi Giordano e Naike Rivelli), il regista Guglielmo Ferro.

La commedia scritta nel 1952 fu subito censurata. La scusa era quella del tema dell’omosessualità, anche se l’autore sosteneva che «La sostanza della vicenda è più la calunnia che l’amore fra le due donne». Sullo sfondo di un discorso sull’etica, molti gli accenti polemici contro l’ipocrisia dei benpensanti. Brancati morì nel 1954.

La Governante andò in scena per la prima volta a Parigi nel 1963. Per poterla presentare in Italia, si dovette aspettare l’abolizione della censura. Il debutto avvenne il 22 gennaio 1965, protagonista la stessa moglie, Anna Proclemer, e un grande Gianrico Tedeschi nel ruolo di Platania.

Chi è la sua Caterina?
Una donna che deve nascondere la sua sessualità. Che è esplosiva. Una disperata. È colta, intelligente, ma non si accetta. Osserva tutto, nella famiglia in cui la lavora, i Platania che lei ha scelto proprio perché di tradizione patriarcale. Ma non ce la fa e mette in atto un piano diabolico che alla fine le si ritorce contro».

Sessualità tra donne: è un tema ancora scottante?

«Non saprei. Credo di no. Penso sia una scelta intima e forse non c’è bisogno di parlarne troppo. Gli uomini sono più propensi a fare outing».

La commedia venne censurata. E molti film che lei ha interpretato hanno creato scandalo. Esiste, oggi, una forma di censura?
«Che devo dirle? Tutta la mia vita è stata uno scandalo. Ho cominciato presto. Sono stata una ragazza madre. Dei miei film più forti, mi piace ricordare Ferreri. Era un femminista. Io allora ero un’altra. Ma lui, così come Monicelli, mi ha teso una mano per svegliarmi, per aiutarmi a capire chi ero veramente».

Ci sono cose che non rifarebbe?
«Non voglio andare con la testa in questo pensiero. Già vivo di sensi di colpa che preferisco rimuovere».

Di tanto in tanto si dedica al teatro: che effetto fa dopo cinema e tv sentirsi il pubblico addosso?

«Il giudizio c’è sempre qualsiasi cosa fai. La gente ti vede e comincia a fare mmm. Al cinema puoi riprovare più volte. Sul palco, o va bene, o va male. Io ho un approccio meno tecnico, più passionale. Ma prima del debutto sono tesa, parliamo d’altro».

L’età che cosa ha aggiunto alla sua vita e alla sua carriera?
«Libertà. Spesso si corre dietro all’inutile, si soffre per nulla. Ma la vita è un circo, vale la pena provarci».

Lei ha debuttato a 14 anni: lo augurerebe a una sua giovane collega?
«No, meglio evitare di fare la pecora in un campo di lupi». 
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