Teatro San Carlo di Napoli, lo streaming battuto dalla vecchia tv

Teatro San Carlo di Napoli, lo streaming battuto dalla vecchia tv
di Donatella Longobardi
Sabato 1 Maggio 2021, 11:00 - Ultimo agg. 19:23
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Era il 17 dicembre scorso quando in una conferenza stampa nel foyer del teatro, il sovrintendente Stéphane Lissner annunciava per maggio la nascita del San Carlo Digital Opera House. «La prima piattaforma online di un teatro d'opera in Italia realizzata grazie al sostegno della Regione Campania, dell'università Federico II e a Tim». L'infrastruttura digitale, però, non c'è ancora, potrebbe arrivare a fine anno. Nel frattempo il San Carlo è sbarcato sul web, con una partenza difficile per il primo concerto diretto da Valcuha con blocco della trasmissione sui canali social del teatro e sulla sua web tv dove pure il teatro annunciava 74.383 contatti e attacchi di hacker. Poi l'inaugurazione della stagione 20/21, sempre in streaming, con una «Cavalleria rusticana» affidata a due superstar come Jonas Kaufmann e Elina Garanca, al prezzo simbolico di 1.09 centesimi: 34.000 i biglietti venduti, 11.000 i contatti in contemporanea, 10.000 i commenti da 48 paesi. Quindi sono arrivate altre piattaforme, sempre a pagamento, mentre teatri come la Wiener Staatsoper offrivano ogni sera un'opera free. Negli ultimi mesi sono stati proposti miniabbonamenti sul portale MyMovies.it (euro 4.99) e anche spettacoli singoli sempre sulla pagina Facebook del teatro (2.29 euro). Ieri il concerto di Etting, nelle scorse settimane il discusso «Turco in Italia» di Rossini con i recitativi tagliati e «Il pirata» di Bellini sempre in forma concertante. Ma spazio è stato offerto anche al coro, all'orchestra e al balletto. 

Tutti spettacoli che hanno consentito agli artisti napoletani di non bloccare l'attività e non perdere che pochi giorni di lavoro.

Ma non di evitare che da più parti - sindacati e cdi compreso - si lamentasse la scarsa visibilità del San Carlo in questi giorni di pandemia. Perché altri teatri, dalla Scala all'Opera di Roma, hanno puntato sulla tv cercando di raggiungere più spettatori possibili. A Milano non si è rinunciato alla prima di Sant'Ambrogio con un kolossal curato da Davide Livermore e trasmesso da Raiuno: «A riveder le stelle». Stelle che si chiamavano Lisette Oropesa, Kristine Opolais, Rosa Feola, Aleksandra Kurzak, Eleonora Buratto, Sonya Joncheva, Marina Rebeka, Elina Garanca e Marianne Crebassa al fianco di Juan Diego Flórez, Francesco Meli, Benjamin Bernheim, Vittorio Grigolo, Piotr Beczala, Roberto Alagna, Luca Salsi, Carlos Alvarez, Ludovic Tézier. Con loro Placido Domingo che aveva in calendario anche un recital a Napoli in febbraio, poi cancellato da Lissner. Lo show meneghino è stato visto da 2.608.000 spettatori: impietoso, anche se improprio, il paragone con i numeri dello streaming partenopeo. 

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Un milione di spettatori per la «Traviata» firmata da Mario Martone per il teatro dell'Opera di Roma, 700.000 per il suo «Barbiere di Siviglia» più volte replicato e Premio Abbiati come miglior spettacolo del 2020: il regista napoletano ha messo in campo sperimentazione, innovazione e creatività per rispondere alle regole stabilite dalla pandemia che impongono spazi e distanziamento tra cantanti e orchestra. Regole che non hanno impedito al Donizetti Opera Festival di Bergamo di mandare su Rai5 «Marino Faliero» per la regia di Stefano Ricci o al Regio di Torino di registrare per Sky una «Bohème» diretta da Daniel Oren con mascherine e scene di massa o di mandare in streaming gratuito il «Così fan tutte» diretto da Riccardo Muti e creato per il San Carlo.

Intanto il lirico napoletano mette in locandina ancora opere in forma di concerto, due per piazza del Plebiscito («Carmen» e «Traviata») mentre la sala del Niccolini apre in semistage con l'ennesima «Traviata». Prima opera con scenografie e costumi dovrebbe essere «L'elisir d'amore» il 25 luglio.

Ieri, intanto, il via al restauro del sipario storico del Mancinelli, «Il Parnaso» grazie al mecenate Philippe Foriel-Destez, da tempo sostenitore del San Carlo. 

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