Metti una sera con donna Matilde,
​quella voce dal «Ventre di Napoli»

Metti una sera con donna Matilde, quella voce dal «Ventre di Napoli»
di Donatella Longobardi
Martedì 17 Ottobre 2017, 18:56
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Una sola attrice in tre spettacoli per dare un volto a Matilde Serao, scrittrice, giornalista, fondatrice de «Il Mattino» con Edoardo Scarfoglio. Al centro di un progetto nato in occasione delle celebrazioni dei 125 anni de «Il Mattino» e la consegna del premio letterario a lei intitolato a Antonia Arslan, la Serao diventa protagonista a teatro, sul palcoscenico della sala del Ridotto. E, come era stato fatto in passato per i romanzi della Ortese, di La Capria o Patroni Griffi, questa volta è il libro più celebre della scrittrice napoletana ad essere «tradotto» in teatro: «Il ventre di Napoli». Diviso in due parti, l'affresco dolente della città di fine Ottocento tra colera e Risanamento diventa materia per due registi: Fausto Nicolini (15-25 febbraio) e Alberto Massarese (8-18 marzo). Ma prima, nella saletta off di piazza Municipio, dal 18 al 28 gennaio dell'anno prossimo, sarà proprio lei, donna Matilde, ad essere al centro dell'azione teatrale. A raccontare la sua vita e il suo pensiero sarà un testo inedito della scrittrice e drammaturga Maricla Boggio messo in scena da Fortunato Calvino. 

«Racconteremo alcuni aspetti poco conosciuti della sua multiforme attività, la sua Napoli è vicina a quella del mio mondo, è una Napoli moderna, ancora attuale, una Napoli nera in cui però non manca la speranza», spiega il regista, autore di un testo cult come «Cravattari». E se in occasione del premio del «Mattino» erano stati Cristina Donadio e Claudio Di Palma a snocciolare un inedito dialogo tra la scrittrice napoletana e l'autore armeno Melkon Gurgian nel testo della Arslan, questa volta sarà la penna della Boggio ad affondare nel mito-Serao. «Non bisogna dimenticare», nota Calvino, «che la Boggio conosce molto bene Napoli ed è autrice di un testo sull'ammiraglio Caracciolo e di uno studio su San Gennaro. In questo contesto è nato il suo interesse per la giornalista napoletana, una donna che ha anticipato i tempi portando alla luce temi che ancora oggi sono tabù. Una donna che ha conquistato la notorietà a costo di grandi sacrifici in un mondo di uomini. E bene ha fatto Il Mattino a rivalutarne e propagarne la singolare figura».

Ma non c'è solo il progetto-Serao nella stagione del Ridotto, già iniziata qualche giorno fa con la messa in scena di «Tomcat», testo inedito in Italia del giovane scrittore inglese James Rushbrooke, proposto nella traduzione di Roberto Vertolomo e la regia di Rosario Sparno. Dal 24 al 29 ottobre ritorna «La morte della bellezza» di Giuseppe Patroni Griffi nella rilettura drammaturgica e regia di Benedetto Sicca, anche interprete insieme a Mauro Lamantia. Sono loro il giovane Lilandt e l'adolescente Eugenio in un viaggio che è al tempo stesso alla scoperta dell'amore omosessuale e della città che li ospita, un viaggio vissuto attraverso le pagine del romanzo. Dal 4 al 12 novembre in scena «All in. Il gioco può causare solitudine», un testo di Roberto Nugnes con la regia di Giuseppe Miale Di Mauro, interpretato da Gennaro Di Colandrea e Geremia Longobardo. Dal 23 novembre al 3 dicembre il cartellone propone invece in prima italiana «Eva», di Januaria Piromallo con Teresa Saponangelo e la regia di Alessandra Felli, la riduzione teatrale del romanzo «Il sacrificio di Éva Izsák» sulla storia della giovane ebrea ungherese, morta suicida nell'estate del 1944 nella foresta di Debrecen. «Il racconto delle peripezie di Eva», nota la Felli, «è ricolmo di personaggi che hanno completamente perso il proprio senso etico. Se una comunità perde il senso dell'etica perde irrimediabilmente con esso anche il senso del tragico».
 

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