Carlo Conti: «Mai ubriacato o fumato una canna. Il mio vizio? Le donne. Ma con mia moglie ho trovato la felicità»

Il presentatore si racconta: «Sono cresciuto solo con mia madre, per mantenermi ha lavorato come una pazza»

Carlo Conti: «Mai ubriacato o fumato una canna. Il mio vizio? Le donne. Ma con mia moglie ho trovato la felicità»
Martedì 25 Aprile 2023, 12:42 - Ultimo agg. 27 Aprile, 15:46
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Il matrimonio con la moglie Francesca Vaccaro e la nascita del figlio Matteo nel 2014 ha spiazzato un po' tutti. Soprattutto gli amici storici come Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello. Come racconta Carlo Conti a Repubblica: «Per loro ero l'Alberto Sordi del gruppo, quello che non si sarebbe mai sposato. Non avevo mai convissuto, per capirci, non avevo mai avuto due spazzolini da denti in bagno. Li ho spiazzati. Ho sentito la necessità di costruire e condividere, di avere la mia famiglia. Ma non necessariamente per tutti è così. Leo ha una figlia che gli riempie la vita, Giorgio una compagna».

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Mai una trasgressione

«Prima giravo, frequentavo.

Non mi sono comportato male, sono stato leale e rispettoso. Mi è capitato di lasciare con onestà, ma magari qualcuno avrà sofferto. Però ho sempre agito in buon fede, tanto è vero che con la mia prima fidanzatina Guia, con Monica e Ilaria, ci sentiamo e ci facciamo ancora gli auguri. Dongiovanni no, però mi davo parecchio da fare». Però mai una trasgressione: «In discoteca bevevo acqua, non mi sono mai neanche ubriacato. E nessuno mi ha mai offerto una canna, eppure tra discoteche e le radio in quegli anni immagino girassero. Non me sono mai accorto, non ho mai fumato. Essere lucido per me era troppo importante, per vivere tutto con consapevolezza. Nessuna trasgressione. Ero solo patito delle ragazze».



La morte del padre

«Mia madre per mantenermi ha lavorato come una pazza. Mi ha insegnato i valori della vita, le devo tutto. Quando ho lasciato il posto in banca per seguire la mia passione, la radio, si sentì male. Ma poi è stata felice per me, mi ha capito. Tanti mi chiedono se sia stata dura crescere con un solo genitore. Sarà che lei è stata eccezionale, eravamo io e lei, legatissimi, non ho mai sentito la mancanza di un padre. Un giorno, ero già grandicello, ho sentito l'assenza. Avevo 18 anni. Ero andato a giocare a tennis con Leonardo e il suo babbo stava lì dietro la rete che gli gridava 'Dai, forza!!!', lo incitava e lo incoraggiava. Mi sono girato, io ero da solo».

La Rai

A giugno scade il contratto con la Rai, ma le sue intenzioni sono di proseguire: «Se lo rinnoverò per altri due anni, nel 2025 saranno 40 anni in Rai. Sono legato al servizio pubblico. Se un matrimonio va bene perché cambiare? Ogni volta ci si siede a tavolino, ho solo il mio lavoro da presentare: finché andrò bene all'azienda, credo non ci siano problemi».

 

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