«Christian», su Sky la seconda stagione: utopia coatta e miracoli

Nei sei episodi in onda da domani su Sky e in streaming su Now vedremo se il protagonista del supernatural-crime

Edoardo Pesce nei panni di Christian
Edoardo Pesce nei panni di Christian
di Titta Fiore
Giovedì 23 Marzo 2023, 11:00
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Nuovi miracoli e un nuovo regno nel destino di «Christian», il santo picchiatore di Città-Palazzo. Per l'ex scagnozzo di un boss della periferia romana miracolato dalle stimmate e ora in grado di dispensare miracoli tra l'immaginaria comunità che vive ai margini della metropoli (in realtà siamo al Corviale, con la sua monumentale «stecca» di cemento lunga un chilometro e popolosa come un paese), comincia la sfida più importante: costruire una società fondata sui valori dell'eguaglianza, codivisione e rispetto del prossimo là dove avevano dettato legge soprusi e violenza. Nei sei episodi in onda da domani su Sky e in streaming su Now vedremo se il protagonista del supernatural-crime prodotto da Sky Studios e Lucky Red e interpretato da Edoardo Pesce saprà fare i conti con il suo misterioso superpotere e con le responsabilità politiche legate al suo nuovo ruolo di leader.

«Christian ha aiutato un po' di gente di quella singolare corte dei miracoli che è Città-Palazzo» dice Edoardo Pesce, «ora cerca di azzerare le differenze in una sorta di stato sociale basato su fratellanza, comunione dei beni, amore, mettendo al bando criminalità e droga, anche se capirà bene presto che nella sua utopia coatta non tutto è possibile». Sulla sua strada, come sempre, ritrova Matteo, il postulatore del Vaticano interpretato da Claudio Santamaria che sulle prime lo ha avversato, ma passa dalla sua parte quando il «santo picchiatore» gli salva il figlio dalla cecità. «Inizialmente lo vedremo sorridere, poi tornerà ad asssumere un'espressione indecifrabile» spiega Santamaria: «Matteo viene avvicinato da una misteriosa creatura divina determinata ad aprirgli gli occhi instillando nella sua coscienza il dubbio.

A suo dire Christian è un emissario del male e va fermato. Ma sarà davvero così? Davanti a Matteo si aprono due strade e la sua scelta di fede non sarà facile». 

Per Stefano Ludovichi, regista e produttore creativo della serie, Christian è una specie di Re Artù de' noantri senza la tavola rotonda e la sua «utopia coatta» assomiglia a una Camelot «di sogni e di incubi, di amori e tradimenti, di camere da letto piene d'acqua, di indigestioni, di nuovi miracoli e contromiracoli, di massacri e menomazioni, di amori malati, karaoke o sette strampalate, di strategia, di politica e fantapolitica, tutti in salsa coatta 3.0». E se nella prima stagione si è fatto notare il Biondo, una specie di carismatico angelo, nella seconda incontreremo il suo alter ego, la Nera (nei suoi panni Laura Morante), una misteriosa entità determinata a disturbare i piani del Biondo. Amici e nemici, opposti eppure essenziali l'uno all'altra, i due incarnano la concezione dualistica della divinità che racchiude in sé il bene e il male e da secoli si sfidano a colpi di guerre, epidemie e rivoluzioni in un difficile equilibrio che, nel suo perpetuo dinamismo, è il solo a garantire la vita. Chi vincerà, fra loro due? «Chi manovra e chi è manovrato, a Città-Palazzo?» commenta Ludovichi, «chi tira i fili dei burattini che si muovono su quello scenario?». 

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Al centro del racconto galleggia una domanda: che cos'è un dono come quello di Christian? Spiega il capo-sceneggiatore Valerio Cilio: «Nella seconda stagione ci siamo chiesti come il personaggio di Pesce avrebbe trasformato il quartiere e come poteva svilupparsi il conflitto tra la voglia di fare di Christian e la sua inadeguatezza, tra la sua aspirazione al bene e la sua natura complicata». La serie è stata venduta in più di cinquanta paesi e il mix di generi, commentano i produttori, all'estero si è rivelata la carta vincente del progetto. «Lo skyline di Città-Palazzo nelle nostre intenzioni è il contraltare romano delle Vele di Gomorra» dice il regista. «Come ci hanno accolto gli abitanti del Corviale? Bene, diciamo che se nella prima stagione ci annusavano, oggi sono diventati parte della famiglia». 

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