Città Segrete, Napoli stronca Corrado Augias: «La sagra dei luoghi comuni»

Città Segrete, Napoli stronca Corrado Augias: «La sagra dei luoghi comuni»
di Antonio Folle
Domenica 18 Aprile 2021, 10:00 - Ultimo agg. 22:18
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L'ultima puntata del format Città Segrete del giornalista e scrittore Corrado Augias, andato in onda ieri su Rai 3, è stato un crescendo di emozioni. Prima la spasmodica attesa della messa in onda, con un tam-tam social che ha coinvolto migliaia di persone che si sono date idealmente appuntamento davanti ai teleschermi, poi l'inizio della puntata sul meraviglioso chiostro di San Martino e l'entusiasmo dei telespettatori che si è lentamente trasformato, mentre la puntata andava avanti, in delusione sempre crescente. Una delusione che ha poi fatto spazio alla rabbia e ai conseguenti sfoghi sui social network.

La trasmissione di Augias ha raccolto consenso solo per i primi dieci minuti, poi si è trasformata in una caccia allo stereotipo che ha scatenato le ire di quanti si aspettavano ben altro da una trasmissione del servizio pubblico. La stragrande maggioranza dei napoletani non ha gradito l'ampio spazio riservato alle gesta criminali di Raffaele Cutolo e, tantomeno, il ritratto di Diego Armando Maradona, dipinto nella trasmissione più per la sua sregolatezza - che i napoletani conoscono ma si sono sempre guardati bene dal giudicare - che per il suo genio. 

Tutti quelli che si aspettavano una trasmissione in stile Ulisse sono rimasti delusi. Tra la valanga di commenti negativi arrivati sulle pagine della Rai, infatti, abbondano i napoletani che ad Augias oppongono Alberto Angela e il suo programma scientifico-culturale che raccoglie - ormai per tradizione - consenso unanime in tutta Italia e che è valso allo studioso piemontese il conferimento della cittadinanza onoraria di Napoli.

Si poteva raccontare una Napoli diversa senza cadere nella tentazione di abbandonarsi allo stereotipo? Certamente si.

La criminalità organizzata ha fatto parte - fin dal 1860 - della storia della città e continua ad avere voce in capitolo in una metropoli complessa e dalle mille sfaccettature. Ma in molti si chiedono se, in una trasmissione che si prefiggeva il compito di raccontare i lati segreti di una città non sarebbe stato il caso di affrontare veramente i vicoli e le migliaia di storie che Napoli ed i napoletani possono raccontare.

Moltissimi napoletani, inoltre, hanno dimostrato di non aver gradito nemmeno l'accenno al cardinale Ruffo ed all'esercito Sanfedista, dipinto come una banda di straccioni-criminali. Proprio quel periodo storico, così intenso e ricco di avvenimenti, meritava forse un maggiore approfondimento, magari avvalendosi degli sterminati volumi presenti nell'Archivio di Stato, e non un semplice ripasso fatto su sussidiari di storia da terza media. 

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«Il nostro è un saluto da una Napoli insolita - questa la chiosa finale di Augias - fuori dalle immagini usuali che spesso la riducono a stereotipo o addirittura a pregiudizio».

A giudicare dai commenti dei cittadini napoletani, che hanno stroncato in pieno la trasmissione, non solo Città Segrete non è riuscita ad evitare stereotipi e pregiudizi, ma non è riuscita nemmeno ad avvicinarsi ai tanti segreti e alle tante storie nascoste nei vicoli, nelle strade e nelle piazze di Napoli. Storie che da secoli si mescolano e danno vita al carosello di emozioni che è, in fondo, il vero cuore palpitante della città. 

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