«Drag race Italia», la sfida di Priscilla: ​«Drag queen per tutti, famiglie comprese»

«Drag race Italia», la sfida di Priscilla: «Drag queen per tutti, famiglie comprese»
di Giovanni Chianelli
Sabato 13 Novembre 2021, 11:00
4 Minuti di Lettura

Sfide a colpi di abiti, accessori, trucchi, ballo e canto. E di contenuti civili. Arriva in Italia il talent show più spettacolare, colorato e inclusivo: «Drag race Italia», edizione italiana del fortunatissimo format statunitense «RuPaul drag race», fenomeno di costume internazionale creato da RuPaul nel 2009.

Dal 19 novembre su Discovery+, per 6 puntate da 75 minuti (on demand sulla piattaforma), 8 drag queen si contendono il titolo di «Italia's first drag superstar». A giudicare l'attrice Chiara Francini, l'influencer Tommaso Zorzi e una celebrità tra le drag, la napoletana Priscilla, 45 anni, di Bagnoli. A questi si aggiunge ogni settimana la giudice di puntata: la prima sarà Cristina D'Avena. 

Loro, le performer, hanno nomi variopinti come l'arte che praticano: a partire da Divinity, l'unica concorrente napoletana, di 27 anni: «Sono piena di sfaccettature, come un diamante raro. Prometto di restare a lungo in gara: un diamante è per sempre», scherza in conferenza stampa.

Le sue rivali? Ava Hangar, Elecktra Bionic, Enorma Jean, Farida Kant, Ivana Vamp, Le Riche, Luquisha Lubamba. 

La struttura del format, che corrisponde alle prove che le performer devono affrontare, la spiega Priscilla, nome d'arte di Mariano Gallo: «Si inizia dalla werk room, la sala dove le concorrenti si preparano al trucco e all'abito di scena. Siccome sono struccate e svestite sarà il momento delle confessioni, in cui raccontano le loro storie, come sono diventate drag queen e anche i momenti di sofferenza vissuti da chi non è accettato per le scelte personali». Lo spazio per i racconti di un passato spesso complesso è fondamentale perché, spiega Priscilla, è un programma che va oltre lo spettacolo: «La trasmissione coinvolge le battaglie di un'intera comunità. Essendo pensato anche per famiglie, coppie etero, persino per i bambini, intende normalizzare le nostre vite agli occhi del pubblico di massa, soprattutto ora che usciamo dalla sconfitta del ddl Zan, un'occasione mancata dall'Italia per diventare in tutto un Paese democratico». Un momento storico, per lei, l'arrivo del format dalle nostre parti: «Le drag sono le portabandiera del movimento lgbt+: con lo spettacolo fanno uscire le storie fuori dal ghetto a cui siamo stati condannati».

Il secondo momento della puntata è dedicato a una piccola prova, sempre in «borghese»: «Come creare gli outfit in 20 minuti, cosa difficile perché la preparazione a uno spettacolo richiede ore. Perciò è divertente quanto siano bizzarri questi travestimenti azzardati, e fa riflettere sulla storia di ognuna di noi. Ho iniziato che non sapevo neanche attaccare un bottone, poi si è messa mia madre ad aiutarmi», racconta commossa la performer napoletana che lavora come drag queen da 20 anni e da 10 vive a Mykonos, dove è la star del locale Jackie'O.

Infine gli spettacoli, le sfide del programma: «Chiediamo alle sfidanti di interpretare personaggi famosi, da Moira Orfei a Mina». A Raffaella Carrà, scomparsa da poco, storica icona del mondo gay, è dedicata l'intera terza puntata: le drag queen si esibiranno in un musical con i brani della soubrette. 

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Che giudice è Priscilla? «Spesso severo, ma mai per principio. Se rimprovero sui vestiti, sul trucco o sull'atteggiamento in gara lo faccio perché conosco la gavetta. È dura ed è complesso affrontare i pregiudizi degli spettatori. A questo lato professionale alterno un momento umano, materno. Tra noi drag queen c'è spesso la ricerca di una madre putativa, sul solco delle mama's delle ballroom, i luoghi dove nacque il mondo drag». Promette che con Divinity, conterranea, non sarà di parte: «Ne sarei tentata non perché è napoletana come me ma perché ha una storia davvero toccante che il pubblico conoscerà guardando il programma. Ma non sarei giusta: mi sento un giudice imparziale». Un giudice è un termine che va bene per ogni genere: «Nelle werk room mi mostrerò anche io struccata, quindi come Mariano, uomo riflessivo e pacato. Sul palco torno Priscilla, carismatica e creativa». Ovvero, portatrice delle caratteristiche vincenti per una drag queen: «Alle concorrenti chiediamo estro, talento e intelligenza. Ci esibiamo per il riscatto del nostro mondo e dobbiamo avere tanto cervello».

«Sono il più grande esperto di drag race nel mondo», proclama Tiziano Ferro in un videomessaggio per il programma: «State realizzando un mio sogno: adoro l'arte drag! Chi ci si avvicina come scelta professionale nel nostro paese ha tutto il mio rispetto e il mio amore». 

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