Montesano escluso da Ballando per la maglietta fascista: «Farò ricorso contro la Rai. Avevano visto la t-shirt senza obiezioni»

L'attore si è scusato ma annuncia che farà causa: «Il materiale montato e messo poi in onda era già stato esaminato dai rappresentanti della Rai»

Montesano escluso da Ballando per la maglietta fascista: «Farò ricorso contro la Rai. Avevano visto la t-shirt senza obiezioni»
Montesano escluso da Ballando per la maglietta fascista: «Farò ricorso contro la Rai. Avevano visto la t-shirt senza obiezioni»
di Veronica Cursi
Lunedì 14 Novembre 2022, 09:34 - Ultimo agg. 15 Novembre, 14:53
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Dopo le scuse, Enrico Montesano annuncia che farà causa alla Rai. Quella maglietta con il simbolo della Decima Mas, flottiglia d'assalto della marina militare fascista che dopo l'armistizio lottò contro i partigiani, che l'attore ha deciso di indossare durante le prove di Ballando con le Stelle e per cui è stato espulso dal programma, era stata infatti già vista dagli autori del programma che avevano deciso di mandare comunque in onda il video. La maglietta, che riportava sulle spalle il motto dannunziano "Memento audere semper", «è stata vista dai rappresentati della Rai sia durante le prove della sua prestazione artistica sia durante la registrazione della stessa, sia nel montaggio senza alcuna obiezione - ha fatto sapere l'attore in un post su Facebook - Il materiale montato e messo poi in onda è stato ulteriormente esaminato dai rappresentanti della Rai che non hanno minimamente dubitato della regolarità e della liceità delle immagini». Dunque viene da chiedersi: ma nessuno aveva visto niente? L'attore comunica di aver dato mandato all’avvocato Giorgio Assumma insieme all' agente Settimio Colangelo «di esaminare la situazione per tutelare al meglio la sua identità personale e la sua onorabilità.».

Enrico Montesano si scusa, ma la Rai lo esclude da Ballando con le Stelle. Il caso della maglia «simbolo del neofascismo»

La posizione della Rai

 
La Rai, dopo il polverone che si è alzato, ha infatti deciso di escluderlo dal programma: «È inammissibile che un concorrente di un programma televisivo del servizio pubblico indossi una maglietta con un motto e un simbolo che rievocano una delle pagine più buie della nostra storia. Chiediamo scusa a tutti i telespettatori e, in particolare, a coloro che hanno pagato e sofferto in prima persona a causa del nazifascismo a cui proprio quella simbologia fa riferimento», ha dichiarato l'azienda. 
 
 
 

Le scuse

 
Montesano, dopo che la polemica aveva tenuto banco per tutto il giorno, si era pubblicamente scusato: «Sono profondamente dispiaciuto e amareggiato. Sono un collezionista di maglie, ho quella di Mao, dell'Urss, ma non per questo ne condivido il pensiero. Non c'era in me nessuna intenzione di promuovere messaggi politici o apologia di fascismo da cui sono profondamente distante. Sono sempre stato un uomo libero e democratico. Credo nei valori della Costituzione e mi scuso profondamente con chi si è sentito offeso e turbato. È stata un'ingenuità. Io col nazifascismo e tutti i totalitarismi non c'entro nulla e li disprezzo profondamente. Chiedo ancora scusa». Ma, dopo lo stop della Rai, ora ha annunciato il ricorso alle vie legali a tutela della sua identità e onorabilità.
 

Mentana lo difende

Il direttore del Tg La7 Enrico Mentana difende l'attore. «Montesano è stato espulso, già lo sapete.
Cartellino rosso, via dalla gara. E per quanto vi possa sembrare sconveniente non sono affatto d'accordo - sottolinea Mentana - Non do e non accetto lezioni di antifascismo. Se avessero vinto quelli per cui combatteva la Decima Mas non sarei nato, e idealmente starei sempre e comunque con chi sfilava a Milano quel 25 aprile del 1945. Ma il fallo da espulsione contestato a Montesano sta dieci gradini sotto il busto di Mussolini esibito in casa della seconda carica dello Stato. Non solo».
 

Nessuno si è accorto di niente?

 
«Non amo l'indignazione a scoppio ritardato - prosegue il direttore del Tg La7 - Ieri sera, quando le immagini delle prove di ballo con la famigerata maglietta sono state trasmesse, nessuno si è accorto di niente. Nessuno. Né si era accorto di nulla chi aveva fatto le riprese di quelle prove, chi le aveva montate, chi le aveva visionate, chi le ha messe in onda».  «Non s'è accorto di niente chi, conduttrice, giuria e ospiti del programma, ha poi interagito con lo stesso Montesano - continua Mentana - Chi era tra il pubblico del Teatro delle Vittorie. E nemmeno i due milioni di spettatori davanti al televisore a seguire la gara. Sapete che se in qualsiasi tg o trasmissione si scivola su un vocabolo, si manda in onda una foto sbagliata, ci si gratta il naso, dopo un minuto i social cominciano a parlarne, tra sfottò e indignazione. Ieri sera niente. Non un tweet, non un post». «E poi, tutta questa fermezza a cosa si deve? Forse al fatto che Montesano non ha, a ogni evidenza, santi in Paradiso? - aggiunge - In tv, da almeno sei mesi, ogni settimana che Dio manda in terra un professore ci spiega che Putin ha ragione. E nessuno lo tocca, giustamente. Ma non per democrazia, perché fa ascolto».
 
«Montesano, che ha combattuto contro i vaccini, il green pass e spesso anche la logica nei mesi duri del Covid - e sapete bene come la penso al riguardo, è stato reclutato in Rai forse proprio per questo - continua Mentana - anche se nessuno lo ammetterà. Avrà una gran confusione in testa, visto che è stato anche eurodeputato del partito di D'Alema, non certo erede dello squadrismo repubblichino. E non credo proprio che sia diventato un nostalgico, semmai un vecchio provocatore». «A cui sarebbe giusto chiedere - dice il direttore del TgLa7 - davanti ai telespettatori e al pubblico in teatro che ancora ieri lo hanno votato e applaudito, alla giuria che lo ha riempito di giudizi lusinghieri, ai suoi concorrenti nella gara e a tutti noi, 'Ma che ti è saltato in mente? Perché avevi quella maglietta? E cosa ne pensi di quel che accadde ottant'anni fa in Italia?'. E poi, solo allora, pensare al da farsi (spoiler: un perdono col monito a non farlo più). Beato il paese che non ha bisogno di telemartiri», conclude. 

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