Gomorra 5, il 19 novembre la resa dei conti ma Saviano frena: «Non ci sono eroi»

Marco D'Amore e Salvatore Esposito, protagonisti in "Gomorra"
Marco D'Amore e Salvatore Esposito, protagonisti in "Gomorra"
Lunedì 15 Novembre 2021, 19:11 - Ultimo agg. 16 Novembre, 15:40
4 Minuti di Lettura

Nessuno sconto, inseguimenti, sparatorie, rese dei conti e ovviamente il faccia a faccia tra i due protagonisti, Ciro Di Marzio (Marco D'Amore) e Genny Savastano (Gennaro Esposito) come raccontano gli stessi protagonisti: in cinque stagioni sono stati complici, avversari, uno credeva di aver ucciso l'altro che invece è vivo si era rifugiato a Riga. E allora tutti gli equilibri saltano ancora una volta. L'attesa è finita: Gomorra 5, la serie prodotta da Cattleya con Beta Film e diretta da Marco D'Amore (i primi cinque episodi e il nono) e Claudio Cupellini (6, 7, 8 e 10), sbarca su Sky Atlantic e su Now dal 19 novembre.

È stata presentata oggi al teatro Brancaccio di Roma con tutto il cast, gli sceneggiatori e i produttori. Nata da un'idea di Roberto Saviano e tratta dal suo romanzo, venduta in più di 190 paesi, Gomorra ha raccontato il male senza riscatto. Ciro è vivo, a Riga. È stato Don Aniello a mandarcelo, dopo averlo salvato quella notte in mezzo al golfo. Napoli ora è senza un re e solo nuove guerre e nuovo sangue sanciranno chi si siederà di nuovo sul trono.

D'Amore ha firmato anche la regia del film di successo L'Immortale che fa da ponte narrativo tra la quarta e la quinta stagione e sottolinea con Esposito: «Ciro e Genny sono cresciuti e cambiati in questi anni. Questa stagione è un unico grande capitolo, mette insieme i sentimenti di amore e odio, amicizia e rivalità, ma anche i sensi di colpa tra questi questi due grandi protagonisti che tornano a incontrarsi. Si va verso una chiusura, verso una resa dei conti».

Con loro tornano anche anche Ivana Lotito, che è Azzurra, e Arturo Muselli nel ruolo di Enzo Sangue Blu, l'ex re di Forcella. Ma ci sono anche diversi nuovi ingressi nel cast: Domenico Borrelli è Don Angelo detto 'O Maestrale, il feroce boss di Ponticelli che si rivelerà fondamentale per la guerra di Genny contro i Levante e per permettergli di riprendersi Secondigliano. Tania Garribba è Donna Luciana, la moglie di 'O Maestrale, donna dal carattere feroce al pari del marito e dall'intelligenza astuta e raffinata, con Carmine Paternoster e Nunzia Schiano a interpretare rispettivamente Vincenzo Garignano detto 'O Galantommo, anziano boss di un paese alle pendici del Vesuvio, e Nunzia, sua moglie.

Video

Parlando della sua creatura, Roberto Saviano ha voluto nuovamente fare chiarezza sull'entità dei personaggi della serie: «In Gomorra non esistono eroi positivi. Gomorra è stato il racconto dei meccanismi di potere e del profitto, una grammatica che appartiene alle periferie di tutto il mondo. Ma illuminare, così come ha fatto la serie, significa iniziare a conoscere la strada della soluzione. Da ragazzo andavo - ha spiegato lo scrittore nel corso della presentazione - su quella vespa, a Napoli e a Scampia, per raccontare il potere, la violenza, una realtà più complessa del semplice racconto della criminalità della mia terra.

E oggi per decifrare le pallottole di una qualunque periferia, in Corsica o nelle Filippine, in Messico o in Brasile, la parola magica è Gomorra». 

Poi l'immancabile domanda sul rischio di emulazione e sull'assenza dello Stato. Roberto Saviano ancora una volta spiega: «La presenza dello Stato è vista come una interferenza e la criminalità nel post Covid sta facendo investimenti enormi... Nessuno è diventato criminale vedendo Gomorra, nessuno è diventato prete guardando don Matteo o trafficante di droga perché ha visto Breaking Bad. I protagonisti sono già sconfitti, sanno di essere delle prede, sono soli, non possono fidarsi di nessuno, sono consapevoli, che prima o poi moriranno o uccisi dai rivali o traditi. Il pubblico perchè dovrebbe emularli?. 

Questa polemica sul male nasce da una serie di fraintendimenti. La serie non spinge verso il male, ma aiuta a comprenderlo dando gli strumenti per capirlo e smontarlo. Gomorra non racconta il perimetro di Scampia, ma racconta tutte le periferie del mondo: e solo una serialità poteva permettere di farlo. Gomorra racconta il potere. L'obiettivo è stato quello di costruire una narrazione del nostro tempo: o freghi o sei fregato. Con Gomorra non vogliamo dire 'questo è il bene' o 'questo è il male', ma vogliamo sottoporre allo spettatore la complessità del mondo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA