Cristiana Dell'Anna: «Nella nuova Gomorra il boss ha bisogno di me»

Cristiana Dell'Anna: «Nella nuova Gomorra il boss ha bisogno di me»
di Stefano Prestisimone
Domenica 24 Aprile 2016, 09:31 - Ultimo agg. 14:29
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Dalle buffe gemelle Cirillo di «Un posto al sole» (entrambe interpretate da lei), a Patrizia, tosta luogotenente di don Pietro Savastano in «Gomorra 2». È il salto vertiginoso di Cristiana Dell’Anna, trentenne attrice napoletana nata artisticamente a Londra, resa nota dalla soap di Raitre e ora lanciata da un ruolo chiave nella fiction più attesa dell’anno che dal 10 maggio sarà trasmessa da Sky Atlantic. Ma mentre sale l’attesa per la guerra al potere che vede protagonista la famiglia Savastano, la Dell’Anna si mette alla prova anche sul palcoscenico nel ruolo della madre disperata del «Giorno della laurea», pièce teatrale che da martedì sarà al Ridotto del Mercadante con la regia di Giovanni Meola. Poliedrica e instancabile, la giovane attrice è da poco tornata dal Benin, dove è andata in missione filantropica per aiutare i bambini malnutriti e poverissimi dello stato africano.

Partiamo dal teatro, Cristiana?
«È la mia passione originale. Come attrice sono nata a Londra, dove giovanissima andai proprio per frequentare l’Accademia d’arte drammatica. Sono bilingue, perché la mia famiglia ha origini americane e l’esperienza londinese è stata fondamentale. Poi ho lavorato con Mario Gelardi al Nuovo Teatro Sanità in “Nessuno mi farà del male”, e ora questa pièce di Giovanni Meola al Ridotto del Mercadante che mi intriga perché interpreto una quarantacinquenne, dunque costretta a invecchiare nel fisico e nella testa. Con me c’è Enrico Ottaviano e vestiamo i panni di una coppia di genitori che affrontano il difficile rapporto con un figlio che sta per laurearsi e non li vuole alla cerimonia. Sono due generazioni a confronto, tra accuse e ripicche».

Come nacque la chance di «Un posto al sole»?
«Durante il periodo londinese in cui tornavo a Napoli saltuariamente, feci il provino per la soap. Volevano un ragazza per il doppio ruolo di Micaela e Manuela Cirillo, le gemelle diverse. E fui presa. Dal 2012 sono nel cast fisso di questa serie che ha un pubblico affezionato e mi ha dato grande visibilità. Anche se ora manco da un po’ per gli impegni televisivi e teatral».

Passiamo a «Gomorra 2- La serie»?
«Ero una fan della prima serie, la adoravo, quindi essere nel cast per me è meraviglioso. Avevo fatto un provino anche per un ruolo minore della prima serie, ma non mi presero. Ora devo dire, per fortuna. Non mi sono arresa e ho riprovato. Stavolta di provini ne ho dovuti superare sei e alla fine sono stata scelta per il ruolo di Patrizia, la nipote di Malammore, il luogotenente di Pietro Savastano, una ragazza che lavora in un negozio tra i più frequentati dalle donne in vista di Secondigliano e che farà da tramite tra Don Pietro e il suo territorio».

Altri dettagli?
«Non posso dire molto di più, fino alla messa in onda. È un personaggio importante ed enigmatico, che fa il paio con Scianel, la sorella di Zecchinetta, interpretata da Cristian Donadio, e che si occupa di spaccio nella piazza che fu del fratello ucciso dai ragazzi di Genny Savastano. Due ruoli al femminile che in un certo senso bilanciano l’assenza di Donna Imma».

Si parla già di«Gomorra 3». Lei ci sarà?
«Non ci sono certezze, e comunque non ho chiesto informazioni, per la verità. Proprio per non rivelare cose che la produzione non vuole si sappiano. Posso solo aggiungere che l’atmosfera sul set è stata meravigliosa e che mi sono confrontata con attori eccezionali. E che naturalmente mi piacerebbe esserci».

Passiamo alla missione in Benin?
«Appena ho avuto un momento libero sono partita da sola, con due valigioni pieni zeppi di roba per le suore che assistono i bambini malnutriti di quella zona. È stata un’esperienza gigantesca, che ho fatto grazie all’aiuto del chirurgo Roberto Pennisi, che da vent’anni si occupa di medicina della solidarietà e che lavora per la Mosi Cicala onlus.

Quando arrivi ti immergi in una realtà inimmaginabile per noi. E credo che per valutare meglio la nostra vita da questa parte del mondo, farebbe molto bene a tutti fare un’esperienza del genere. Torni cambiato, vedi le cose da un altro punto di vista. Ho promesso a quei bambini che tornerò presto».

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