Iacchetti in lacrime per Maurizio Costanzo a Verissimo «Non doveva morire così. Mi ha salvato la vita artistica»

Il ricordo di Iacchetti torna anche a uno dei momenti più difficili della vita di Costanzo, a quel 14 maggio 1993: «Parlammo anche dell’attentato di mafia, non voleva mai essere mai trattato come un eroe»

Iacchetti in lacrime per Maurizio Costanzo a Verissimo «Non doveva morire così. Mi ha salvato la vita artistica»
Iacchetti in lacrime per Maurizio Costanzo a Verissimo «Non doveva morire così. Mi ha salvato la vita artistica»
Lunedì 27 Febbraio 2023, 11:21 - Ultimo agg. 12:58
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Giorni difficili per gli amici di Maurizio Costanzo. Tutti, dai più lontani ai più vicini in questi giorni stanno cercando di ricordare, come meglio possono, il giornalista scomparso il 24 febbraio all'età di 84 anni. Ieri è intervenuto anche Enzo Iacchetti nella puntata omaggio a Costanzo di Verissimo

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Iacchetti ricorda Costanzo

«Mi ha salvato la vita artistica, ha creduto per primo nelle mie possibilità.

Mi ha tenuto stretto», lacrime inarrestabili per il comico ospite di Silvia Toffanin. «Io penso che queste persone non dovrebbero mai morire. Mi ha fatto scalpore che sia andato così, senza dire niente a nessuno. Mi mancherà un casino». Fazzoletto alla mano e volto provato, il volto di Striscia La Notizia fatica ad andare avanti. 

«Gli ho parlato l'ultima volta 10 giorni fa, alla radio. Gli avevo dato la notizia che avevo comprato un'ambulanza, con il libro che avevo presentato da lui al Maurizio Costanzo Show. Era felice. Era un mio tifoso. Qualsiasi cosa facessi, pensava fosse giusta. Per me questo bastava, non ho mai avuto bisogno che mi sgridasse o che mi dicesse questo non farlo, perché forse avevo imparato da lui a fare le cose bene».

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L'intervista a Verissimo

Per Iacchetti, Costanzo era molto di più di un amico, molto di più di un mentore: «Disse di aver avuto migliaia di ospiti sul palcoscenico del Costanzo Show, ma se avesse avuto bisogno di aiuto i primi che sarebbero arrivati sarebbero stati io e Covatta. Questa cosa mi ha colpito, perché ha avuto 30mila persone su quel palco». A continua: «Mi voleva bene ed era un bene contraccambiato. Non so neanche come faccio a fare le repliche in teatro ora». E il pensiero vola anche a Maria De Filippi, moglie da oltre 30 anni del giornalista. «Quando li incontravo portavo sempre le caramelle dalla Svizzera, quindi pensavo mi chiamassero per quello, invece mi chiedevano se avessi fatto qualcosa. Gli dicevo che mi dava tanto, lui rispondeva che io gli davo troppo».

 

Iacchetti ricorda l'attentato

Il ricordo di Iacchetti torna anche a uno dei momenti più difficili della vita di Costanzo, a quel 14 maggio 1993: «Parlammo anche dell’attentato di mafia, in quel periodo c’era molta tensione, ricordo i comici che andavano lì. Ma lui era un po’ cambiato, giustamente, perché sei vivo per miracolo. Noi eravamo allibiti, quando mi chiamava e diceva “vieni”, sapevo che dentro di lui non c’era quella serenità solita. Per un periodo è stato così ma non ne abbiamo mai parlato e non credo ne parlasse, perché non voleva mai essere mai trattato come un eroe, ma credo neanche adesso, faceva talmente tante cose utili agli altri, non credo che abbia pensato mai molto a se stesso».

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