Jeffrey Dahmer, bufera sulla serie Netflix sul serial killer cannibale: «Nessun pregiudizio gay o razziale»

Jeffrey Dahmer, bufera sulla serie Netflix sul serial killer cannibale: «Nessun pregiudizio gay o razziale»
Jeffrey Dahmer, bufera sulla serie Netflix sul serial killer cannibale: «Nessun pregiudizio gay o razziale»
Paolo Travisidi Paolo Travisi
Mercoledì 28 Settembre 2022, 12:19 - Ultimo agg. 18 Marzo, 11:37
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Ancora una volta è una serie tv Netflix, a riaprire il dibattito pubblico negli Stati Uniti, in merito alle presunte lacunose indagini che portartono all'arresto dopo molti anni, del serial killer cannibale, Jeffrey Dahmer. Monster: The Jeffrey Dahmer Story, serie attualmente al top in classifica in Italia ed in molti altri paesi del mondo, racconta la terribile vicenda dell'uomo che negli anni 80/90 uccise almeno 17 uomini, adescati negli ambienti gay. Le polemiche riguardano la narrazione scelta dalla serie, che punta il dito contro le deboli indagini dei poliziotti che - secondo le accuse - trascurarono indizi evidenti, perché il caso riguardava gay e persone di colore.

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Il cannibale di Milwaukee

L'ex procuratore distrettuale di Milwaukee, Michael McCann, che si occupò del caso Dahmer (interpretato da Evan Peters) negli anni Novanta, ha riferito al sito Tmz che l'idea che agenti della polizia chiusero un occhio sulle vittime di Dahmer a causa della loro razza o orientamento sessuale è ridicola.

Nella serie, in effetti, i poliziotti che fermano il serial killer in diverse occasioni sembrano non capire cosa stia succedendo, e sono rappresentati come superficiali e disgustati dallo stile di vita condotto dai gay neri e bianchi nei sobborghi della città. 

La svolta

Jeffrey Dahmer fu scoperto solo nel 1991, quando uno degli uomini che aveva attirato in casa e che stava per uccidere, riuscì a fuggire ed a chiedere aiuto alla polizia. Secondo il procuratore McCann, infatti, l'assassino sarebbe stato molto bravo a non lasciare prove evidenti dei suoi massacri. Ma riguardo al razzismo e all'omofobia riconosce comunque che storicamente ci sia stato un problema nelle forze dell'ordine.

Successo e critiche

La miniserie Netflix, comunque, ha conquistato il podio delle serie più viste sulla piattaforma, con quasi 200 milioni di ore di visualizzazioni dal lancio sulla piattaforma avvenuto lo scorso 21 settembre. Ma non sono mancate neanche le critiche al progetto, da parte della famiglia di una delle diciassette vittime di Dahmer, Errol Lindsey, che ha giudicato la serie poco rispettosa. Errol Lindsey, fu ucciso a 19 anni, dal cannibale di Milwaukee che lo torturò versando acido muriatico in un foro del cranio. 

«Non dico a nessuno cosa guardare – ha scritto su Twitter Eric Perry, il cugino di Lindsey – so che gli show true crime sono molto seguiti, ma se siete davvero curiosi delle vittime, la mia famiglia è molto arrabbiata per questa serie. Si tratta di traumatizzare di nuovo, ancora e ancora, e per cosa? Di quanti film/serie/documentari abbiamo bisogno?».

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