Kasia Smutniak è Livia Drusilla in "Domina": «Forse è stata la vera prima femminista»

Kasia Smutniak
Kasia Smutniak
Martedì 11 Maggio 2021, 08:31 - Ultimo agg. 12 Maggio, 08:37
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Kasia Smutniak veste i panni di Livia Drusilla in "Domina", la nuova serie Sky Original che debutterà per intero su Sky e NOW il 14 maggio, con tutti e gli otto episodi subito disponibili, in onda anche ogni venerdì su Sky Atlantic. Terza e ultima moglie di Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, donna intelligente, ambiziosa, brillante, potente consigliera del marito, è considerata da alcune teorie storiografiche la mente politica che avrebbe influenzato molte sue scelte.

Smutniak la interpreta nella sua età adulta (Livia adolescente e poco più che ventenne ha il volto di Nadia Parkes). «Mi ha affascinato che il progetto fosse costruito intorno a una figura storica fondamentale per la sua epoca ma raccontata poco e cosi poco conosciuta oggi. Parlarne mi è sembrato importante ancora di più nel momento che viviamo - spiega l'attrice -. Abbiamo bisogno di storie su donne forti ma anche fragili e soprattutto che hanno avuto un grande impatto. E farlo in un progetto che raccontasse quest'epoca da un punto di vista femminile, era decisivo». 

«La prima regola del potere è la sopravvivenza.

Ma quella è sempre con me». Sono le parole con le quali conosciamo Livia Drusilla nella serie tv. Il cast del racconto comprende Matthew McNulty (Augusto, interpretato nei primi due episodi da a Tom Glynn-Carney); Claire Forlani, Colette Dalal Tchantcho, Liam Cunningham e Isabella Rossellini che tratteggia con grande carisma la matrona di un lupanare, Balbina. La serie, girata a Cinecittà prodotta da Sky Studios, Fifty Fathoms e Tiger Aspect Productions, è creata e scritta da Simon Burke. Fondamentale l'apporto per l'ambientazione dei costumi del premio Oscar Gabriella Pescucci e le scenografia di Luca Tranchino.

Per Kasia Smutniak «Livia forse è stata la vera prima femminista, ha creato leggi apposta per le donne, che consentissero loro di mantenere le proprietà e non perdere i figli dopo il divorzio. Allora le donne erano come oggetti di riproduzione. Questa è una storia che ci dice come 2000 anni fa fossero stati fatti dei passi avanti poi cancellati. È un allarme che vale anche oggi, ci dice come certe conquista possano essere messe a rischio». 

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