L'amica geniale, Alba Rohrwacher è Lenù: poco verace?

L'amica geniale, Alba Rohrwacher è Lenù: poco verace?
di Titti Marrone
Martedì 1 Marzo 2022, 12:46
4 Minuti di Lettura

Et voilà! Proprio come già annunciato due anni fa da Alessandra Farro su queste pagine, nella quarta serie della fiction tratta da L'amica geniale, la nuova Lenuccia sarà interpretata da Alba Rohrwacher. Non solo come voce narrante, ma proprio nei panni di Elena adulta. La nostra Farro aveva formulato l'ipotesi dopo aver adocchiato l'attrice sul set napoletano della fiction, ed era stata variamente smentita con sottolineature che collegavano la sua presenza durante le riprese alla circostanza che la vede essere compagna del regista Saverio Costanzo. Invece... contrordine! A dirci ora che la stessa attrice scelta come narratrice lungo le tre serie precedenti interpreterà il ruolo di Elena Greco nella quarta ed ultima, è stata la scena finale della fiction: vi si è vista Elena, in viaggio per raggiungere Nino Sarratore dopo aver rotto definitivamente con il marito Pietro Airota, riflessa nello specchio dell'aereo, dove al suo si sovrapponeva appunto il volto dell'attrice nata e cresciuta a Firenze da padre tedesco.

Questa scelta sta già suscitando contrapposizioni e polemiche, come molto di ciò che si collega al clamore mediatico suscitato da Elena Ferrante. Ma come si sa, le polemiche possono contribuire a fare audience, anche se non sappiamo se saranno sufficienti a risollevare i dati di ascolto, non lusinghieri come ci si aspettava, dell'ultima serata: 4.191.000 spettatori netti pari al 19.7% di share.

Sensibilmente meno di quelle del 2 marzo 2020, quando il finale della seconda stagione «Storia del nuovo cognome» riusciva a toccare cifre assai più alte: tra 6.757.000 e 7.110.000 spettatori netti e uno share del 31%.

Del resto, già dalla prima serie della fiction non erano mancate le perplessità sulla scelta di Alba Rohrwacher come voce narrante. Perché proprio la lingua napoletana è poi uno dei nodi nevralgici della serie, così come del romanzo. In quest'ultimo, com'è noto a chi lo legge e lo ama, il napoletano custodisce il mistero di una città opaca e degradata, è come la radice identitaria dell'intera storia, che però viene scritta rigorosamente in italiano, con inserti di brevi battute violente in dialetto, o frasi anticipate con l'espressione «lo disse in dialetto». Lì le battute, o le parole in lingua napoletana, trasudano potenza espressiva, hanno la forza quasi di azzannare il resto della frase, piegandola a sé. In un'intervista di due anni fa a Paolo De Stefano, Ferrante affermò: «Da bambina, da adolescente, il dialetto della mia città mi ha spaventata. Preferisco che echeggi per un attimo nella lingua italiana, ma come se la minacciasse».

La scelta usata nella fiction, con l'evidente accordo di chi, firmandosi Elena Ferrante, sottomette a rigoroso controllo sia la sceneggiatura che l'intero progetto, è stata completamente diversa rispetto al romanzo: qui il napoletano è molto presente e si adopera in dialoghi complessi, lunghi, al punto che la produzione ha optato per l'introduzione frequentissima di sottotitoli. Lì è spesso usato come un osceno rito identitario, codice di necessità, contagio sommesso attaccato ai pensieri cattivi degli stessi bambini, ed ai cattivi esempi che gli adulti danno loro. Non ha la gentilezza, la dolcezza del dialetto digiacomiano, e neanche la durezza di quello «criminale», ma come questo ferisce, è una stilettata linguistica che riaffiora anche a Firenze, quando Lenuccia soffre per il matrimonio con Pietro, e allora vomita il suo malessere nella lingua madre.

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C'è da vedere come farà la pur bravissima attrice Alba Rohrwacher a interiorizzare questa caratteristica viscerale, quasi antropologica, della lingua napoletana. A giudicare dalla prova fornita dalla sua voce narrante, impostata alla ricerca d'intonazioni napoletane risultate un po' forzate e artificiose, non le sarà facile. Perché non sarà solo una questione di dizione. Di certo un'interprete come Lina Sastri non avrebbe avuto simili difficoltà. Come non ne hanno avute le due protagoniste, Gaia Girace e Margherita Mazzucco, né gli attori emergenti o poco noti scelti dal casting, tutti napoletani. Con la stella assoluta Eduardo Scarpetta nel ruolo di Pasquale, ai tempi della prima stagione non ancora celebre e apprezzato com'è poi giustamente diventato. E un'incognita ancora aperta: chi sarà Lila nella quarta e ultima stagione? Serena Rossi ha raccontato di aver fatto un provino per il ruolo e di essere stata bocciata. Il popolo della rete tifa Luisa Ranieri.

Intanto il brand Ferrante continua a mietere successi: con la regia di «La figlia oscura», Maggie Gyllenhaal ha conquistato gli Usc Scripter Awards 2022. Tre le candidature agli Oscar per il film in arrivo nelle sale italiane il 7 aprile.
 

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