«L'amica geniale» di Elena Ferrante: Lila e Lenù tornano in tv e già si parla di terza serie

«L'amica geniale» di Elena Ferrante: Lila e Lenù tornano in tv e già si parla di terza serie
di Giovanni Chianelli
Lunedì 18 Novembre 2019, 10:10
4 Minuti di Lettura
Tra chi la paragona a Sophia Loren e chi a Margareth Madè, mentre il suo grande mito è Audrey Hepburn, la seconda stagione de «L'amica geniale» ha ancora il volto di Gaia Girace. È lei, che nella serie diretta Saverio Costanzo interpreta Lila, la prima ad arrivare in conferenza stampa e a concedere qualche anticipazione del nuovo lavoro: «Nella seconda stagione Lila, una volta madre, diventa dolce, non ha più l'arroganza di prima. Ho lavorato al ruolo di madre senza pensare alla mia età» dice. Di anni ne ha 15, la ragazza che, nata a Meta di Sorrento e passata per la scuola di recitazione «La ribalta» di Castellammare di Stabia, si è ritrovata sugli schermi di tutto il mondo. Nel primo trimestre (la data della messa in onda non è stata a comunicata) del 2020 il pubblico italiano potrà tornare a vederla confrontarsi con Lenù nella fortunata saga tratta dai romanzi di Elena Ferrante, siamo al secondo volume, Storia del nuovo cognome, continuando la serie Hbo-Rai Fiction, prodotta da Wildside e Fandango. Ormai il fenomeno è crossmediale: La vita bugiarda degli adulti, nuovo libro della scrittrice senza volto, è già in testa alla classifica dei più venduti, mentre la serie rilancerà il suo nome e la sua leggenda in mezzo mondo, America in primis: è qui che il caso Ferrante ha assunto dimensioni planetarie.
 
 


La prima volta che la fiction andò in onda la Girace scelse di stare da sola nella sua camera, senza amici e parenti vicino: «Era un momento solo mio e volevo godermelo, nel bene e nel male». Poi il grande successo che però, dice, «non mi ha cambiata. Anche se è la vita che volevo, sono costretta a restare coi piedi per terra perché è solo l'inizio. È stata una fortuna ma da adesso non potrò accettare progetti minori, non farò mai un cinepanettone ad esempio». Con Costanzo, regista di sei degli otto episodi e titolare del progetto, i rapporti sono idilliaci: «Mi piace come ci spiega le cose. Una volta che una battuta non mi riusciva ed ero scoppiata in lacrime mi ha detto, semplicemente, che questa era la mia missione nella vita. Le sue parole mi sbloccarono».

Evocato, il regista arriva in compagnia di Lenù, la napoletana Margherita Mazzucco, e con Eleonora Andreatta, capo di Rai Fiction, Domenico Procacci e Lorenzo Mieli, fondatori di Fandango e Wildside. Presentano la seconda stagione ma già pensano alla terza: «Si farà» annuncia Mieli, tra i sorrisi scaramantici degli altri. Poi la parola passa a Costanzo: «La seconda stagione avrà il ritmo di una sinfonia il cui climax sarà costituito dal tradimento che si consuma tra le due amiche. Abbiamo individuato come momento centrale il loro ritorno a Ischia, e per rendere in modo evidente questa crucialità si è deciso di passare la regia dell'episodio 4 e 5 ad Alice Rohrwacher». Poi negli ultimi episodi la direzione tornerà a lui, «come un ritorno a terra dopo un'esplosione. Dopo aver spaziato per tutta la città si tornerà coi piedi sul cemento del Rione Luzzatti, e la parola passerà al personaggio di Elena che diventa scrittrice».
 


C'è molta Napoli, in questa seconda tappa della tetralogia, spiega Costanzo: «Abbiamo girato in vari punti della città suscitando ovunque grande interesse. Scene anche corali, come una indimenticabile su corso Umberto e alcune sequenze a piazza de Martiri». Il regista racconta aneddoti dal set: Giravo con le ragazze una scena di cambio dei vestiti davanti allo specchio e mi sono fermato a pensare quanto tempo le donne vi passano davanti, specchiandosi fanno un confronto continuo. Sicuramente le donne sono più profonde, ma quanto tempo perdono a parlare!». In conclusione Costanzo ribadisce il suo debito creativo nei confronti della Ferrante: «Nella prima stagione ho messo del neorealismo, in questa ho attinto alla nouvelle vague. Ma è l'autrice che me lo suggerisce: più entro dentro la narrazione più ammiro la vena artistica di questa straordinaria scrittrice. Ha messo tutti noi, le nostre paure e i nostri sogni, nel rapporto tra due donne. È lei la nostra amica geniale».

Accanto a lui sorride la Mazzucco: «Se la mia vita è cambiata? Solo il fatto che prima non mi guardava nessuno, e ora si». Ridono tutti. Per le due giovani attrici, dicono i produttori, ci sarà spazio ancora per due o tre episodi della terza stagione, di cui ancora non si conosce l'inizio. Poi saranno sostituite da una Lila e una Lenù più mature.
La Andreatta è entusiasta dei riscontri della serie: «Credo che L'amica geniale sia il punto d'arrivo della nostra linea editoriale. È la storia degli italiani, attraversa la nostra vita dal dopoguerra ai tempi più recenti: le evoluzioni del costume, le conquiste, il progresso politico e culturale». Le fa eco Procacci: «Provo orgoglio e soddisfazione nel prendere parte a questa storia: dalle scelte artistiche, tutte indovinate, a un cast stupendo. Qualcosa cambia nel movimento cinematografico italiano dopo questa produzione». Poi Mieli di Wildside: «Un anno fa non avremmo potuto sperare di meglio. Ma sono certe scelte che ci hanno premiato: una serie in lingua napoletana, con una storia dura, rinunciando agli stereotipi su Napoli».
© RIPRODUZIONE RISERVATA