L'omicidio Versace e le "libertà" della serie: la villa diventa un hotel

L'omicidio Versace e le "libertà" della serie: la villa diventa un hotel
Venerdì 19 Gennaio 2018, 15:51
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La villa di Gianni Versace, sul lungomare di Miami, dove morì lo stilista, ucciso dai colpi
di pistola di Andrew Cunanan, è ora un lussuoso boutique hotel. La piscina con mosaico in oro a 24 carati che fa da sfondo alle prime scene della serie tv The assassination of Gianni Versace, seconda stagione di American Crime Story, creata, prodotta e diretta da Ryan Murphy è ora usata dai ricchi clienti dell'albergo. È questa una delle notizie che più ha incuriosito il pubblico e la stampa americana nei giorni del debutto della serie negli Stati Uniti (in Italia arriva questa sera alle 21,05 su Fox Crime, canale 116 di Sky).

Le stanze in cui Versace si specchia, il balconcino dove si affaccia, la piscina dove fa colazione prima dell'omicidio non sono la ricostruzione dello scenografo ma il vero teatro della tragedia del 1997. Il fatto che ora quel luogo sia un albergo ha agevolato molto l'autore Ryan Murphy. Vista la freddezza con cui la famiglia Versace ha accolto la serie tv infatti, è quasi certo che non ci sarebbe stato consenso alle riprese, se la villa fosse stata ancora di sua proprietà.
Questo particolare e il reale focus della serie, ovvero «il fallimento della più grande caccia all'uomo dell'FBI», piuttosto che sulla vita della vittima, sono i punti focali del dibattito della stampa Americana nelle ore del debutto della serie.

Murphy è stato molto esplicito nella sua tesi, l'assassinio di Versace si sarebbe potuto evitare se solo la polizia avesse avviato un dialogo con la comunità gay. Secondo Murphy, se le quattro precedenti vittime fossero state eterosessuali, probabilmente le autorità avrebbero catturato il colpevole prima che uccidesse Versace. La stessa tesi è condivisa da USA Today che scrive che «la serie espone l'omofobia degli ambienti della polizia americana, in quegli anni. Omofobia che di fatto ha deragliato le indagini».

Della stessa opinione è l'Hollywood reporter che però definisce la seconda stagione di American Crime story «solida ma meno efficace della prima», mentre Variety apprezza soprattutto le prove d'attore di Darren Criss (che interpreta Cunanan), Penélope Cruz «impeccabile nel ruolo di Donatella Versace» e Ricky Martin che interpreta l'amante di Versace Antonio D'Amico: «Una performance potente quella del cantante», scrive Daniel
Fienberg sul quotidiano di spettacolo.

Il Los Angeles Times infine definisce la serie: «Un acuto e doloroso sguardo al passato e a quella triste vicenda», e mette in guardia il pubblico: «La prima stagione raccontava un fatto (l'arresto e il processo di OJ Simpson accusato dell'assassinio della moglie, n.d.r.) vivo nella memoria degli americani. Questa seconda stagione dipinge una vicenda che la maggior parte del pubblico ricorda a stento. È questa la maggiore sfida di Murphy».
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