La Federginnastica fa 150 anni e non invita il «Signore degli anelli»: Tapiro d'oro a Yuri Chechi

La Federginnastica fa 150 anni e non invita il «Signore degli anelli»: Tapiro d'oro a Yuri Chechi
di Alessandra Spinelli
Lunedì 26 Novembre 2018, 19:11 - Ultimo agg. 27 Novembre, 10:11
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Ai mondiali di Stoccarda nel 1989, Boris e Yuri erano sotto gli occhi di tutti e non solo per quei nomi così russi e così strani per due ginnasti italiani  Boris, che di cognome fa Preti, era il campione italiano degli ultimi anni: elegante come il grande Menichelli, oro a Tokyo nel corpo libero nel 1964,  volteggiava preciso e determinato peccato che la rottura del tendine d'Achille di un anno primo non lo fece arrivare fino a sù, fino al medagliere. Yuri, che di cognome fa Chechi, invece sì: nell'arena tedesca Yuri il roscio si issò tra croci e verticali fino a conquistare una medaglia, un bronzo, la prima, del Signore degli anelli. Da lì fu l'apoteosi fino alla medaglia d'oro alle olimpiadi Atlanta, 1996: nel 2004, prima di lasciare l'agonismo, conquistò il bronzo ai Giochi di Atene. E poi 5 ori  e 2 ai  Mondiali, 4 ori e 2 agli Europei per non parlare delle Universiadi e dei Giochi del Mediterraneo.

Un pilastro della ginnastica italiana, un ambasciatore dello sport italiano nel mondo, che però non è stato inviato alla festa dei 150 anni della Fgi, la federazione ginnastica italiana. Così oggi  Chechi -  che aveva rimarcato il mancato invito con un elegante tweet
"Auguri alla Fgi. Non sono stato invitato e mi spiace Immodestamente forse… ma penso di aver dato un buon contributo anche io. Va bè… ci vedremo ai prossimi 150!” - ,   ha ricevuto il Tapiro d'oro, incalzato da  Valerio Staffelli di Striscia la notizia:  «Siamo venuti a farle la festa perché la Federazione di ginnastica non le ha fatto la festa. 150 anni e non invitano il »signore degli anelli?» Come è possibile?. E Chechi ha riposto: «Oggi ho letto giustificazioni sui giornali, ne prendo atto. Hanno invitato tante persone, tanti atleti, più di 500 persone nel Salone d'Onore, altri 2 o 3 invitati... Siamo 3 medaglie olimpiche nella ginnastica, una telefonatina potevano farla a me, Igor Cassina e Matteo Morandi».

E in effetti non è stato proprio comprensibile non invitare Morandi o ancora di più un atleta come Igor Cassina, ora alla sbarra ad Atene 2004, 500esima medaglia italiana ai Giochi olimpici, ma soprattutto inventore di un movimento codificato nella ginnastica mondiale: un Kovacs teso con avvitamento a 360° sull'asse longitudinale.

Eppure, niente. All’evento hanno c’erano i grandi campioni del passato come Franco Menichelli e i ginnasti qualificati per  Tokyo 2020: il capitano della squadra nazionale di ritmica,  l’aviere dell’Aeronautica Militare Alessia Maurelli, la campionessa europea e olimpica giovanile Giorgia Villa,  Milena Baldassarri, il bronzo iridato agli anelli ai recenti Mondiali di Doha Marco Lodadio (anche lui aviere) e il campione europeo giovanile Nicolò Mozzato, oltre a Emanuela Maccarani, direttrice tecnica nazionale della sezione di ritmica, l’allenatrice più vincente dello sport italiano, nonché membro del Consiglio Nazionale del Coni.

Forse dietro il mancato invito c'è antica ruggine.
Due anni fa, l’olimpionico degli anelli  corse contro l’attuale presidente federale Gherardo Tecchi che lo battè ilcon 2.417 contro i 2.205 voti, ottenuti dall’ex atleta pratese.

E in effetti Chechi, interrogato da Staffelli su chi sia il responsabile della mancata partecipazione dell'olimpionico all'evento, ha detto: «La Federazione, il presidente Gherardo Tecchi, che credo abbia fatto una scelta, giustificata in qualche modo, che però non mi vede d'accordo». E conclude: «Faccio gli auguri alla Federazione, perché le voglio bene».

La cosa incredibile è che il presidente della Federazione, Gherardo Tecchi, davanti al presidente del Coni, Malagò, ha addirittura citato il campione.
«La nostra è una storia che abbraccia tutto lo sport italiano, parte dai più giovani fino ad arrivare ai grandi campioni: da Franco Menichelli a Jury Chechi e Igor Cassina fino ai nostri atleti che competeranno per arrivare a Tokyo 2020 .Se riusciranno a vincere tutte le medaglie vinte ai Giochi Olimpici del 1964, saremo tutti felicissimi»
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