Ballando con le stelle, Milly Carlucci: «Il 19 si parte, ma se ci saranno contagi la produzione si ferma»

Ballando con le stelle, Milly Carlucci: «Il 19 si parte, ma se ci saranno contagi la produzione si ferma»
di Ilaria Ravarino
Giovedì 10 Settembre 2020, 07:19 - Ultimo agg. 08:31
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Più che un programma tv pare un thriller. Rimandato ad aprile, rimbalzato a maggio, posticipato in giugno, Ballando con le stelle ha finalmente la sua messa in onda: sabato 19 settembre in prima serata su Rai1. Peccato che due dei concorrenti, il pugile Daniele Scardina e il ballerino Samuel Peron, non saranno nella prima puntata: positivi al Covid, saranno riammessi, a patto di essere guariti, dopo 14 giorni dall'esito negativo dell'esame. Orfana del suo compagno, Rosalinda Celentano si presenterà in gara con Tina Hoffman, la ballerina danese che la sta allenando in questi giorni: «Sono molto preoccupata», sospira al telefono la conduttrice Milly Carlucci. E c'è da capirla: il protocollo sanitario degli sport di contatto attribuisce alla danza, in termini di rapidità di contagio, il livello tre di pericolo. Appena un punto in meno della lotta greco-romana.
 


Voi partite. Ma Scardina e Peron?
«Li aspettiamo. Non li abbiamo cacciati ma panchinati. Li consideriamo infortunati, prima o poi torneranno negativi».

Scardina è il titolare. Come farà a rientrare?
«Sia lui che la sua maestra, Anastasia Kusmina, non saranno nella prima puntata. Se guarisce può rientrare in seconda o in terza. Lo faremo partecipare allo spareggio finale contro chi è a rischio eliminazione».

E Peron?
«Il titolare della coppia è Rosalinda Celentano, che può ballare anche da sola. Peron la assisterà in collegamento da casa».

Coppie dello stesso sesso le avete già avute: perché non Rosalinda e Anastasia?
«Perché Rosalinda è un metro e ottanta, Anastasia un metro e cinquanta. La coppia, visivamente, non funzionava».

Ballando in Inghilterra imporrà 5 test a settimana. Voi?
«Noi ogni quattro giorni, come le squadre di calcio. Facciamo i TCR, i tamponi nasofaringe. Quelli con risultato a 24-48 ore».

Chiederete di scaricare la app Immuni?
«Si fa su base volontaria. Noi la consigliamo, poi sta a ciascuno decidere».

E se un concorrente è positivo?
«Non c'è un piano B. In caso di positività scatta il protocollo generale Rai. E cioè: se c'è un positivo, si ferma la produzione. Tutta. Ma non vorrei parlarne per non portarmi sfortuna».

Prevedete di sostituire il positivo?
«Non sostituiamo un bel niente, si blocca tutto e basta. Sa che vuol dire bloccare e riaprire una produzione? Non è una cosa che si possa fare più di una volta».

Siete assicurati?
«Non me ne occupo. Sicuramente siamo assicurati contro gli infortuni. I contratti li segue la Ballandi (produttrice dello show, ndr). Io curo la parte artistica».

Belen e De Filippi su Mediaset: preoccupata?
«Quest'anno parlare di sfida non ha senso. I programmi di Canale 5 sono registrati e belli impacchettati. Qualsiasi cosa succeda, loro le puntate ce le hanno. Noi siamo appesi all'incertezza».

Si ripercuoterà sugli ascolti?
«È ridicolo parlare di ascolti quando sopravvivere è una vittoria quotidiana».

Non potevate registrare anche voi?
«Noi non siamo Tu si que vales, con una parata di star che fanno in trasmissione quello che sanno fare. Noi abbiamo gente che fa un altro mestiere, e che ha bisogno di tempo per imparare. Se avessimo voluto registrare, avremmo potuto iniziare solo fra due settimane».

Alessandra Mussolini nel cast: cercava la rissa o un politico in rilancio?
«Nessuna delle due. Alessandra è una persona diversa da quella che ci si immagina. È deliziosa, simpatica, alla mano e tranquilla».

Tranquilla?
«Ha un fuocherello dentro che ogni tanto divampa, ma è bello. Vuol dire che è una persona viva».

Nessuna malizia nell'accoppiarla a un maestro di colore?
«L'accoppiamento viaggia su questo ragionamento: la radice napoletana di Alessandra è più vicina di quanto si pensi allo spirito cubano di Maykel Fonts. Hanno in comune la spontaneità popolare, la sincerità e l'istintività».

Sarà guerra tra l'ala ultra-cattolica di Scardina e la quota LGBT del programma?
«Chi partecipa sa che salire sul palco e fare proclami serve solo a dividere. Il ballo, l'educazione, la passione e il garbo sono le qualità che ti fanno amare da pubblico e giuria».

Isoardi e Todaro: serviva del gossip?
«Sono molto belli insieme. Ho letto i pettegolezzi su di loro: resto muta. Dico solo che nel ballo di coppia deve esserci chimica. Tu balli e io devo immaginare il fuoco, la passione, un amore consumato».

O bisognava salvare Isoardi dopo la rissa con Clerici?
«No, eravamo in trattative con lei da prima. Abbiamo completato il cast ai primi di febbraio».

Perché Ninetto Davoli?
«È la variabile folle, genuina, schietta fino all'estremo che c'è sempre in Ballando. Per gestirlo devi metterlo in una campana, non si zittisce mai. Ha una potenza vocale terribile. È una forza della natura».

Dopo 14 edizioni non è stufa?
«Sono appassionata al ballo, alle storie. È un privilegio. Non mi stanco». 

Ma fra 15 anni? Si vede su un poltrona? Una dirigenza?
«Dirigenze mai.
L'unica poltrona su cui mi vedo è davanti a un monitor, a guardare qualcuno. Io sono una da trincea».

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