Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu: «No, non siamo corretti: conta soltanto far ridere»

Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu: «No, non siamo corretti: conta soltanto far ridere»
di Gloria Satta
Mercoledì 8 Giugno 2022, 11:00 - Ultimo agg. 15:16
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Una grande festa di nozze funestata da imprevisti, corna, scoperte, amori clandestini, dispetti, fughe, ritorni. E due amici d'infanzia divisi da una donna. Tutto questo è nella commedia indiavolata Il giorno più bello (in sala il 9 giugno), remake del cult francese C'est la vie - Prendila come viene, diretta dal regista debuttante Andrea Zalone, storico autore e spalla di Maurizio Crozza, nel cast Luca e Paolo, Violante Placido, Valeria Bilello, Stefano De Martino, Lodo Guenzi, Massimo De Lorenzo, Fiammetta Cicogna, Carlo Buccirosso. Luca Bizzarri, 50, e Paolo Kessisoglu, 52, genovesi, in coppia artistica da 30 anni, comici attivi in scena e in tv (ieri sera, come ogni settimana, hanno fatto la copertina del talk Dimartedì su La7) con qualche incursione nel cinema (Immaturi, Colpi di fortuna, Un figlio di nome Erasmus) interpretano i due amici: Paolo fa il wedding planner e vorrebbe rubare la moglie sua collaboratrice (Bilello) al fotografo Luca. 

Vi è capitato anche nella vita?
Luca e Paolo (a una voce): «Assolutamente no».

Perché avete interpretato Il giorno più bello?
Paolo: «Adoro i film corali».
Luca: «E questo remake è ancora più divertente dell'originale francese».

Tra pandemia e guerra, la comicità ha cambiato ruolo?
L.: «Oggi il nostro lavoro è più utile che mai e, basandosi sull'attualità, ci costringe a trovare punti di vista diversi.

Una sfida interessante».

La politica è un'opportunità in più?
P.: «Sicuramente, ma a far ridere sono i punti di vista della politica: deridendoli, prendiamo in giro noi stessi».

Quale politico vi ispira di più?
L: «Bella lotta. Viviamo un momento complicato in cui emergono le inadeguatezze della classe dirigente che non ha mai contato tanto poco. C'è un preside che decide mentre gli altri si limitano a tirarsi il cancellino».

Nomi?
P.: «Tra quelli che si sbattono di più, come i pesci contro il molo, c'è Matteo Salvini. In calo di consensi, è un uomo disperato. Ormai ci fa tenerezza».

Qualcuno si è arrabbiato per la vostra satira?
P: «Tutti, ma nemmeno poi troppo. Ci viene riconosciuta una certa trasversalità, meniano colpi a destra e sinistra».
L: «La base con meno senso dell'umorismo è quella grillina. Il loro movimento, un po' settario, non prevede l'ironia. Ma noi non siamo ideologi, ci interessa solo far ridere».

Siete popolarissimi: qualcuno ha provato a farvi scendere in politica come il vostro conterraneo Beppe Grillo?
L: «La mia unica esperienza nel campo è stata il pomeriggio in cui ho fatto il social manager di Carlo Calenda. Lo avevamo accusato di avere un'attività digitale da novantenne e lui ci ha sfidati a fare meglio. Risultato: gli ho fatto prendere un sacco di follower».

Quanto pesa nel vostro lavoro la correttezza politica?
L: «Zero. La nostra unica preoccupazione è far ridere. Ci autocensuriamo solo se una battuta non è divertente».
P: «C'è però un tema intoccabile: le tifoserie di calcio. In quel mondo nessuno è disposto a prendersi in giro».

Chi ha più hater tra voi?
L: «Io, mi espongo di più. A volte ho scritto privatamente agli odiatori per conoscere le ragioni dell'accanimento e sono nate delle amicizie. La colpa non è degli hater ma del sistema che permette di insultare per farsi notare».

Vi pentite di qualcosa?
P: «No, semmai sono dispiaciuto per quello che non ho ancora fatto. Scrivere un film, curare una regia».
L: «Se tornassi indietro, rifarei gli stessi errori ma più velocemente. Si dice che dalle puttanate si impari sempre qualcosa. Io dalle mie non ho ancora imparato».

Il comico italiano che apprezzate di più?
L. e P: «Paolo Villaggio. Ha saputo mischiare la risata fanciullesca con i contenuti alti. Unico. Insuperabile».

Avete mai litigato?
L: «Nella vita sì, sul palco mai. La coppia regge perché entrambi ci divertiamo a lavorare e ridiamo per primi».
P: «Anche in questo film, appena noi due ci siamo trovati sul set ci siamo sentiti a casa».

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