«Mark Caltagirone esiste», parola di Gianni Ippoliti, che questo pomeriggio ha presentato alla stampa il trailer del cortometraggio ispirato al fantomatico fidanzato di Pamela Prati e diffidato dai legali della showgirl. La trama di “Mark Caltagirone, una storia italiana” ruota attorno allo scandalo che ha monopolizzato l’attenzione mediatica e i programmi televisivi nell’ultima stagione televisiva. Ottimo materiale per costruire una satira di costume o - come lo definisce lo stesso regista - per dare vita a un fanta-thriller.
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Come nella realtà, sono tanti gli interrogativi lasciati in sospeso e il finale del film resta aperto. «Dobbiamo girare nuove scene che tengano conto dell’attualità», spiega Ippoliti, convinto che gli show televisivi - terminata la pausa estiva - forniranno altri dettagli pruriginosi. Lui stesso è stato ospite di “Live non è la D’Urso” la scorsa domenica: «È stata un’esperienza sconvolgente. Sono rimasto scioccato e non riuscivo a capire nulla».
Nessuno del cast, tuttavia, si sbilancia sulla storia, ma il trailer consegna alla memoria battute paradossali, espressioni al limite della comicità, personaggi improbabili. Resta oscuro, ai fini della trama, il contributo di una suora e di un uomo incappucciato o il presunto epilogo sull’inesistenza di Pamela Prati. «Del resto il suo vero nome è Paola Pireddu», sottolinea Ippoliti. Quello che realmente è vivo e vegeto, a dispetto delle varie inchieste, è Mark Caltagirone. «Per me è esistito. Per motivi di convenienza e comunicazione è sparito. Anche tutte le invenzioni partono da un dato oggettivo, dalla realtà».
Ciò che conta per il regista, tuttavia, non è che la coppia convoli a nozze, ma che l’opinione pubblica capisca che il film non è lesivo della dignità di nessuno. Eppure dieci legali della showgirl hanno diffidato l’organizzazione del Festival del Cinema di Maratea dal proiettarlo quest’estate. Gianni Ippoliti lancia così la sua sfida nel nome della libertà di satira. Ed è ancora marketing, nonsense, clamore mediatico.
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