Masterchef Italia: il racconto di Irene, Monir e Antonio ad un soffio dalla vittoria

Masterchef Italia: il racconto di Irene, Monir e Antonio ad un soffio dalla vittoria
Masterchef Italia: il racconto di Irene, Monir e Antonio ad un soffio dalla vittoria
di Ida Di Grazia
Venerdì 5 Marzo 2021, 12:34 - Ultimo agg. 17:00
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Masterchef Italia: il racconto di Irene, Monir e Antonio ad un soffio dalla vittoria. Una finale accesissima, equilibrata e avvincente, che ha portato alla proclamazione del decimo MasterChef Italia: è Francesco Aquila il vincitore di questa edizione del cooking show di Sky prodotto da Endemol Shine Italy.

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Una finale premiata anche da un ottimo risultato negli ascolti: su Sky Uno/+1 e on demand, l’ultimo appuntamento di questa edizione ha conquistato 1.040.372 spettatori medi e il 3,87% di share, un dato che nonostante la messa in onda in contemporanea con il Festival di Sanremo segna un +3% rispetto alla scorsa settimana.

Francesco Aquila, 34enne cuoco amatoriale pugliese e residente in Emilia-Romagna, a Bellaria-Igea Marina, maître di sala e docente di sala, è stato proclamato dai giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo, Giorgio Locatelli nell’epilogo di un’edizione di altissimo livello.

Per il vincitore, 100mila euro in gettori d’oro e la possibilità di pubblicare il proprio primo libro di ricette con Baldini&Castoldi. Sul podio anche Irene Volpe, 22enne di Roma laureata in design, e Antonio Colasanto, 25enne dottorando in chimica alimentare di Novara. Quarto classificato Monir Eddardary, 29 anni, disoccupato di origini marocchine e residente a Bevagna (Perugia). 

Durante la conferenza stampa di questa mattina Irene, Monir e Antonio hanno raccontato le loro emozioni ad un soffio dalla finale e il loro percorso nella masterclass

Irene Volpe ha conquistato il pubblico con la sua dolcezza e il suo essere perfezionista, ama informarsi sulla materia prima ed è appassionata di pasticceria e panificazione: in casa ha tre lieviti madre. La sua determinazione e la sua severità con se stessa l’hanno portata a soffrire di disturbi alimentari dei quali parla serenamente e con grande maturità e consapevolezza, e difatti per lei il cibo è anche una terapia. A leggo ha raccontato: «La mia cucina è fuori di testa. Io sono una designer, progetto, ho sempre progettato. Il mio inizio è stato un po' timido, la cucina era un campo nuovo, appena sono entrata ho detto Oddio... ma qui gli altri sanno molto più di me. Ho studiato continuamente. Con il passare delle prove ho capito forse che a me piacesse cucinare e cosa mi piaceva. Gli chef ospiti mi hanno aperto un mondo e inconsciamente sono cresciuta e mi ha dato anche un po' di autostima. Ho iniziato a seguire di più il mio istinto. Il mio piatto del cuore? Il giorno in cui ho fatto il dolce con la mozzarella, c'è stata una luce che si è accesa e mi sono buttata. La persona che sento più vicina è Cannavacciuolo a livello umano, gli altri ovviamente sono eccezzionali, ugnuno di loro è meraviglioso e ci hanno aiutato a crescere nonostante il rapporto che abbiamo avuto non sia stato così stretto».

Sul podio anche Antonio Colasanto, distintosi sin dall’inizio per essere ambizioso e competitivo, freddo e determinato, ma anche molto preparato nel suo campo. Anche all'università ha deciso di improntare il suo percorso di studi verso il settore alimentare, studiando chimica applicata all’alimentazione. Una delusione amara che ha spiegato così a Leggo: «Sono entrato con l'obbietivo di vincere ed è sempre stato così. Nono sono mai soddisfatto nella vita. Per me il coinvolgimento emotivo che ho vissuto è stata una grande vittoria. La rivalità con Aquila è stata bella, una competizione sana e pulita, c'è grande stima e non ci sono mai stati colpi bassi...certo qualche frecciatina ce la siamo tirata. Sono contento e onore a Francesco. La prova più bella è l'esterna al lago d'Iseo, ricca di emozioni, non abbiamo mollato e ho sentito per la prima volta questo senso di unione tra di noi, poi ci sono state emozioni personali. Sui giuci,  Barbieri è un grande, è l'icona di Masterchef, Locatelli è un signore, Cannavacciuolo è stato il papà dentro Masterchef, mi ha dato i consigli più veri e anche delle grandi pacche»

Al quarto posto, il 29enne Monir. Divertente, piacione, permaloso, fumantino, con una parlata umbra irresistibile, di origine marocchina, Monir dice di sentirsi italiano «al 99,9%». Dopo il divorzio dei suoi genitori, sentendosi stretto nella sua vita, ha scelto di andare a vivere in Australia senza avvertire nessuno, ma dopo 5 anni e mezzo si è trovato costretto a rientrare a casa per via del Covid. Il suo sogno è di aprire un locale fusion Italo-marocchino in Marocco. Monir è esattamente come lo abbiamo visto in tv, anche durante l'intervista con la stampa ha fatto ridere tutti, a Leggo ha svelato: «Molte persone mi giudicano dal mio modo di essere con la battuta sempre pronta e che non dà molto peso alla vita, questa è la mia arma segreta che mi ha portato fino alla finale. Ero amico di tutti e quindi all'invention test i miei compagni mi hanno assegnato sempre piatti facili, ma non era un strategia. Masterchef è stato un gioco, mi sono emozionato, divertito, innervosito, senza nascondere niente. Monir o lo ami o lo odi. Locatelli mi ha ribadito che era orgoglioso di me e del percorso fatto e mi ha augurato i meglio. Io ho due momenti indimenticabili, quando è venuta mamma da Parigi dove ho fatto un piatto che ha mischiato la cultura marocchina e italiana. Non sono un mammone - ci ha tenuto a sottolineare - sono solo un ragazzo che vive lontanto e vede la mamma ogni due o tre anni. Poi la prova di pasticceria mi ha tolto l'etichetta da suvirvivor. Locatelli grazie a dio a messo la firma e lo vedo come un padre, mi ha sempre elogioato e insultato tra virgolette. I tre chef hanno un'intesa incredibile e quando sei davanti a loro li vedi come amici , creano un'atmosfera unica».

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