Era il 14 giugno 2022, Maurizio Costanzo rilasciò questa lunga intervista a Stefano Prestisimone. È stata l'ultima intervista pubblicata sul Mattino prima della morte sopraggiunta oggi.
Quaranta stagioni del «Maurizio Costanzo show» lo catapultano nel guiness dei primati, «e non finisce mica qui, perché il 28 settembre ripartiamo», aggiunge lui con un sorriso. Maurizio Costanzo, l’anchorman dei record, torna in Campania per dirigere un festival estivo, «Palazzo reale summerfest»: 20 appuntamenti tra il 29 giugno e il 30 luglio nella cornice del giardino romantico della residenza storica dei Borbone.
Ci sono concerti (Mannoia, Branduardi, Bersani, Pfm, Foja...), incontri (Aurelio de Laurentiis, Mara Venier), show comici (Enrico Brignano), serate letterarie (
Maurizio de Giovanni, Pif & Francesco Piccolo), lo storytelling (Marco Travaglio), un omaggio a Luciano De Crescenzo.
Costanzo, che estate ci aspetta?
«Un momento speciale dopo due anni di sofferenze.
Le chicche?
«L’incontro con De Laurentiis, moderato dal capo della redazione sportiva de “Il Mattino, Francesco De Luca. Aurelio è mio amico da oltre 40 anni. E la serata d’onore per Luciano De Crescenzo. Lui venne da me, a “Bontà loro”, a presentare il suo primo libro, nel 1977, Così parlò Bellavista. L’ho battezzato e gli ho portato fortuna. Una serata voluta dalla figlia Paola con alcuni suoi amici come Marisa Laurito, Benedetto Casillo, Domenico De Masi». Lei ha un feeling speciale con la Campania. «Mi sono sempre trovato benissimo. Ho diretto “Benevento città spettacolo” per tantissimi anni e anche un’edizione del Premio Troisi».
I 40 anni del «Costanzo show»?
«Il programma è nato come settimanale per Retequattro quando era di Mondadori. Poi Berlusconi comprò la rete e mi disse: “Se lo fai diventare quotidiano ti pago l’esclusiva”. Accettai subito, l’avrei fatto anche due volte al giorno. Poi sono passati tanti anni, con grandi ascolti. Quindi sono tornato al Parioli e in questa stagione abbiamo rifatto numeri super: una formula inossidabile».
C’è un suo erede in giro?
«Dico Giovanni Floris, il conduttore di “Di martedì”, anche se oggi i talk sono quasi esclusivamente politici».
Con l’esplosione delle piattaforme e con i social, la tv generalista rischia di avere un ruolo minore?
«È un momento particolare, soffre sicuramente. Io ad esempio ho fatto un’operazione sui contenuti per portare pubblico giovane. Perché la platea di una certa età vive di memoria, quella giovane vive di scoperta. Non voglio parlare solo agli “sfasciadivani”, alle coppie non giovanissime che si siedono alle 13 davanti alla tv e si alzano all’una di notte e che vedono tutto».
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