Nancy Brilli: «Rai mi tiene in esilio da 17 anni, dicono che non ci sono ruoli per me»

Nancy Brilli: «Rai mi tiene in esilio da 17 anni, dicono che non ci sono ruoli per me»
Nancy Brilli: «Rai mi tiene in esilio da 17 anni, dicono che non ci sono ruoli per me»
Martedì 27 Agosto 2019, 16:19 - Ultimo agg. 16:21
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«Il mio ultimo lavoro in Rai risale a 17 anni fa. Parliamo di Commessè, una serie di successo. Da allora, niente più. Eppure, nei loro show, continuano a invitarmi». Così Nancy Brilli in una intervista esclusiva pubblicata dal settimanale Chi, nel numero in edicola da domani. Un argomento tornato di attualità dopo che l'attrice nei giorni scorsi ha pubblicato un provino da lei sostenuto per la serie L'Oriana sulla vita di Oriana Fallaci, andata in onda nel 2015 e interpretata da Vittoria Puccini.

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«Ho raccontato come andò quel provino e di quanto sia difficile fare questo mestiere e lavorare in tv - prosegue l'attrice - In quella circostanza fui io a propormi dopo aver letto una prima ipotesi di sceneggiatura, che poi fu completamente diversa da quella andata in onda con la bravissima Vittoria Puccini. Quello che mi ferì fu il trattamento che mi venne riservato. Mi dissero:
Bello il trucco, ma questi li facciamo anche noi a Tale e quale show. Per poi aggiungere che ero bravissima, ma troppo popolare e che le donne vere avrebbero faticato a riconoscersi in una come me». «Mi fece male quella sufficienza -sottolinea la Brilli- tanto quanto l'arroganza. E la cosa che più mi addolora è che anche alcune donne ne abusino. Come se una volta arrivate ai piani alti si sentissero in diritto di poter dire qualsiasi cosa. Potevo non piacere e non essere adatta, ma lì c'era solamente voglia di ferire».

L'attrice dice poi di aver provato a cercare di approfondire il perché nessuno in Rai l'ha più chiamata: «Quando ci ho provato, mi è stato detto che non c'erano ruoli per me. Il vero problema è che oggi si parla sempre più spesso di ruoli prestabiliti. E che a scegliere non sono più i registi, ma funzionari vari o chi per loro», conclude la Brilli.

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