Danila, la centralinista maggiorata da Materdei a «Portobello»

Danila, la centralinista maggiorata da Materdei a «Portobello»
di Giuliana Covella
Sabato 17 Novembre 2018, 12:30 - Ultimo agg. 16:23
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Maggiorata (89, 72 e 97) e futuro ingegnere meccanico, aspirante attrice («il mio mito è Sophia Loren», naturalmente ), modella e da tre settimane centralinista di Antonella Clerici nella nuova edizione di «Portobello». Danila De Rosa, 21 anni, un metro e 79 di altezza, è un'esplosione di fascino, femminilità e intelligenza con cui, anche questa sera, la vedremo su Raiuno accogliere le telefonate del pubblico.

Quartiere?
«Sono nata a a Materdei, dove vivo con la famiglia: mamma Susy a cassiera al Conad, papà Franco libero professionista, mia sorella Daria, 17 anni, studia al liceo scientifico».

Lei, invece, ha scelto di conciliare studio e lavoro.
«Sono iscritta al terzo anno di Ingegneria meccanica alla Federico II. Sin da piccola mi sono appassionata alla costruzione dei motori, ma anche all'ambito energetico. In famiglia poi ho uno zio che è ingegnere gestionale e due cugini, di cui uno già laureato, che hanno scelto la stessa strada».

Diploma?
«Liceo classico. Ho studiato al Vico ed è stato grazie alla mia insegnante di Fisica che ho iniziato ad amare sempre più le materie scientifiche».
 
Un futuro ingegnere dalle curve mozzafiato che ama il mondo dello spettacolo, insomma?
«Dopo il diploma in danza, che ho iniziato a studiare a 4 anni, ho cominciato a sfilare in abiti da sposa, costumi e pellicce. Ho fatto anche l'hair model: mi sceglievano spesso per la mia capigliatura riccia e i colori mediterranei».

Poi è arrivato il concorso di Miss Italia.
«Avevo 17 anni ed ero in vacanza a Ischia con la famiglia. C'erano le selezioni regionali e mi scelsero per sfilare, senza partecipare dato che ero minorenne, anche se sembravo più grande, soprattutto per l'altezza. Quando ho compiuto 18 anni, ho partecipato e - anche se non ho vinto il titolo di reginetta - ho portato a casa diverse fasce».

Ora è la centralinista del sabato sera.
«Mi hanno chiamata per un provino una settimana prima dell'inizio della trasmissione. Ero scettica: perché - mi chiedevo - dovrebbero scegliere me? Di ragazze belle ce ne sono tante. Invece mi hanno scelta: un'emozione indicibile».

A casa cosa hanno detto?
«Erano felicissimi, mi hanno organizzato una cena per festeggiare con i parenti, com'è tipico di noi napoletani. Tra tutte mi hanno emozionato le lacrime di mia nonna».

Com'è il rapporto con Antonella Clerici?
«Per me è come una mamma. Sempre attenta e premurosa. Una grande professionista, colta e umile. Quando l'ho incontrata la prima volta mi ha detto Non ti ho scelto per le tue misure e la tua bellezza, ma soprattutto per la tua intelligenza, perché spero che tu un giorno tu possa arrivare dove sono arrivata io».

Ma di «Portobello» non sapevi nulla.
«È vero, mi sono subito documentata. Ho capito che era stato il precursore di tanti moderni show televisivi, ho scoperto la storia di Enzo Tortora, un uomo che sapeva stare sulla scena, vittima di malagiustizia. La prima puntata andò in onda nel 1977: io sono nata vent'anni dopo».

Quante telefonate arrivano in diretta?
«Una ventina in circa 3 ore. Quella più lunga - 46 minuti - è stata con un anziano che mi ha raccontato tutta la sua vita e mi ha insegnato a confrontarmi con una generazione diversa dalla mia».
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