Natale in casa Cupiello, Adriano Pantaleo è Tommasino: «Vi racconto il mio Nennillo»

Natale in casa Cupiello, Adriano Pantaleo è Tommasino: «Vi racconto il mio Nennillo»
di Antonio Folle
Martedì 22 Dicembre 2020, 09:39 - Ultimo agg. 11:37
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«Ho sempre avuto un amore viscerale per San Gregorio Armeno, per i pastori e per il presepe napoletano. Una passione che mi è stata trasmessa dai miei genitori e da mio zio fin dalla più tenera età. Non è difficile intuire l’emozione che ho provato quando il regista Edoardo De Angelis mi ha proposto di interpretare il ruolo di Tommasino nella trasposizione cinematografica di Natale in casa Cupiello, capolavoro immortale di Eduardo De Filippo».

Sarà un Tommasino fedele ai canoni della “tradizione” ma, allo stesso tempo, un personaggio rivisitato nei gesti e nelle movenze, adattato ai tempi del grande schermo. «Interpretare Tommasino è il sogno di ogni attore napoletano – ha spiegato Adriano Pantaleo – uno di quei ruoli che chiunque aspira a interpretare. Già avevo avuto la possibilità di confrontarmi con un personaggio di Eduardo, ho interpretato Catiello, l’uomo di fiducia di don Antonio Barracano nel Sindaco del Rione Sanità di Mario Martone.

Quando mi è stata data questa nuova possibilità l’ho affrontata con immensa gioia ma, allo stesso tempo, con la responsabilità di dover fare del mio meglio per onorare questo grande personaggio del teatro napoletano». 

Pantaleo ha raccontato del grande rapporto di amicizia nato sul set di De Angelis e, in particolare, con Sergio Castellitto, il protagonista del film: «Lavorare al suo fianco – prosegue – è stata una grande esperienza ma anche una grande possibilità. Parliamo di un attore di grandissimo livello e dal quale si può solo imparare. Senza dimenticare Marina Confalone, altra grandissima attrice, che interpreta il ruolo di Concetta. Castellitto ha avuto la fortuna e la sfortuna di non essere napoletano. Questo gli ha consentito di porsi, in confronto al personaggio di Luca Cupiello, su un piano totalmente differente, reinterpretando a modo suo il personaggio. Ci sono tante differenze tra il Lucariello che conosciamo tutti e il Lucariello di Castellitto. È un uomo più giovane, dal carattere e dal temperamento più forte, non il solito Luca che soccombe a tutti». 

L’opera di Eduardo De Filippo nella sua versione originale è ambientata negli anni trenta del novecento. Nella trasposizione cinematografica l’azione è stata “spostata” in avanti di una ventina di anni. Il film-omaggio di Edoardo De Angelis, infatti, è ambientato agli inizi degli anni ’50.

«Si è trattato di una scelta ben precisa del regista – ha specificato Adriano Pantaleo – che ha voluto ambientare il testo sulle macerie reali della guerra e sulle macerie di questa famiglia e di questo presepe in continua costruzione. Una grande connessione anche con i nostri giorni, con un oggi non sicuro a causa del Covid e una proiezione verso un futuro che tutti noi ci aspettiamo essere migliore».

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Fin dall'annuncio dell’avvio delle riprese del film, la città si è spaccata tra la fazione di chi si dice interessato alla rivisitazione cinematografica dell’opera eduardiana e i partigiani dell’intoccabilità dei testi del grande drammaturgo partenopeo.

«Io credo che i napoletani siano un popolo veramente intelligente. La maggior parte di loro si siederà davanti al televisore per guardare, ammirare e gustare le parole del più grande drammaturgo che abbiamo avuto. Ai pochi che stanno criticando prima ancora di vedere dico di rilassarsi, di guardare e solo dopo di giudicare in tutta serenità». 

Al di là di come sarà giudicato dai napoletani il lavoro di Edoardo De Angelis, che ha sapientemente diretto Sergio Castellitto, Marina Confalone, Adriano Pantaleo, Tony Laudadio, Pina Turco, Alessio Lapice e Antonio Milo, il film ha già portato a casa un non trascurabile successo. Per la realizzazione delle scene sono stati coinvolti alcuni celebri artigiani partenopei che hanno dato importante tocco di “napoletanità”. Giovanni Carusio, storico artigiano di Capodimonte, ha fornito alcune sue opere in ceramica per la ricostruzione sul set dell’appartamento della famiglia Cupiello. Mario Talarico, altra storica eccellenza partenopea, ha lavorato alla costruzione dell’ombrello “con il manico in corno vero” regalato a Concetta come regalo di Natale

Una chicca: alla stessa ditta Talarico fu commissionato da Eduardo in persona il disegno e la realizzazione dell’ombrello portato in scena nel secondo ciclo di trasposizioni cinematografiche curato direttamente dal drammaturgo napoletano e che aveva come protagonisti Pupella Maggio, Luca De Filippo, Lina Sastri, Gino Maringola, Marzio Honorato e Gigi Uzzo. Era il 1977.

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