Nello Taver sold out da Napoli a Milano: «Porto in tour i miei meme»

Nello Taver sold out da Napoli a Milano: «Porto in tour i miei meme»
di Giulio Di Donna
Giovedì 24 Febbraio 2022, 11:00 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 10:02
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Il nome d'arte, Nello Taver, giocando con l'appeal non proprio da jet set del Tavernello, racconta molto di Vincenzo Siciliano, 23 anni, da Casalnuovo di Napoli, dove con la famiglia gestisce la pizzeria O'Francese e, nel tempo libero, fa il «content creator» con circa un milione di followers tra Youtube, Twitch e Instagram. I suoi «meme», politicamente scorretti, orgogliosamente trash e sboccati, sono sconcertanti e, quindi, per molti affascinanti, oltre che accompagnati da una discreta abilità nel freestyle con una gestione fluida e intelligente della parola. Con rime controverse racconta verità scabrose e genera trend giovanili con tormentoni sessualmente espliciti. Irriverente nel confronti dei dogmi sociali, della legge, del lavoro (eppure lui lavora sodissimo per conciliare le sue due attività), dei divieti su droghe e alcol, ha pubblicato un minialbum entrato persino nella hit parade, «Sto salvando il rap italiano», che porta addirittura in tour. Domani sarà di scena al Duel, con i sei brani realizzati con i beat degli amici di sempre: Angioletto, Alberi Alti e Locked.

I suoi concerti, chiamiamoli così, sono sold out non solo nella sua Napoli, ma anche a Roma, Milano e Torino. Che cosa dobbiamo aspettarci?
«Metto nei live la stessa spontaneità che ho sul web.

Alterno le mie canzoni con momenti stile stand up comedy ma lo show lo farà il mio stato d'animo, il pubblico che mi stimola e il livello di alcol nel sangue. Il concerto non ha una durata precisa, ho un approccio punk quasi anarchico. Affronto il pubblico grazie alla mia formazione teatrale, ho studiato all'accademia del teatro Totò e con Fabio Balsamo dei The Jackal, un attore straordinario».

Lei ha dichiarato: «Faccio tutto a cazzo di cane, è il mio modus operandi».
«Non pianifico nulla sono spontaneo, niente tatticismi e il pubblico mi apprezza per questo. Magari butto giù delle idee, appunto qualcosa, ma poi mi viene tutto naturale e uso un linguaggio comprensibile ai giovani che si identificano».

E la musica?
«Questo primo disco è solo l'inizio. Amo scrivere in rima, le cosiddette punch-line, da indipendente pubblicherò anche un secondo disco. Poi si vedrà, ci sono dei discorsi aperti per una migliore distribuzione, voglio continuare a rompere gli schemi anche nella musica».

Qualcuno la segue come un messia.
«A volte i miei follower mi prendono troppo sul serio. Capita che qualcuno mi incontri e mi critichi perché non assomiglio a come mi mostro in rete. Sono uno di loro, e tale resto, ma essere un personaggio non significa sorridere sempre, anche io ho le mie giornate storte».

Ha iniziato con il freestyle per poi comporre rime alternando temi seri a volgarità.
«Nasco break dancer, seguivo ShaOne della Famiglia poi ho ascoltato molto Fabri Fibra e Club Dogo ma anche miti americani come 50 Cent. Con il mio modo di rappare voglio spezzare il dogma che vede tanti rapper italiani prendersi troppo sul serio. All'inizio facevo fatica a farmi apprezzare ma sono convinto che se le mie rime le facesse un rapper affermato sarebbero incredibili invece che essere confinato nell'angolo del vabbe' sta pariann. Piano piano, però, la scena hip hop sta iniziando ad apprezzarmi, mentre il pubblico vede che faccio sul serio e che dal vivo reggo il palco».

Ha mai avuto problemi legali con i contenuti espliciti che produce? Magari quando parla di droghe, di tasse, di sesso, di donne?
«Mi confronto sempre con un mio amico legale, se mi da l'Ok pubblico i video. Dopo che mi hanno eliminato un profilo Instagram sono stato costretto ad aprire un altro, @NellaTaver2, e diciamo che mi sono dato una calmata. Dopo anni di produzione di contenuti e migliaia di followers non voglio rischiare di perdere tutto».

Oltre a guadagnare con i concerti monetizza anche con i social?
«Nei mesi scorsi Twitch e Youtube mi facevano guadagnare, ora sono concentrato sulla musica. Finito il giro di concerti tornerò a lavorare in pizzeria e fare le consegne a domicilio. Vivo due realtà diverse, l'impegno ai tavoli unito ai nuovi obblighi lavorativi mi ha fatto soffrire una mancanza di libertà ma credo di avere trovato un equilibrio».

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