Paolo Bonolis e la balbuzie: «Ecco come l'ho sconfitta». La confessione a La Tv dei 100 e Uno

Il conduttore di Avanti un altro si è raccontato nel nuovo show di Canale 5 condotto da Piero Chiambretti

Paolo Bonolis e la balbuzie: «Ecco come l'ho sconfitta». La confessione a La Tv dei 100 e Uno
Paolo Bonolis e la balbuzie: «Ecco come l'ho sconfitta». La confessione a ​La Tv dei 100 e Uno
Giovedì 16 Marzo 2023, 16:55
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Paolo Bonolis è stato ospite nella puntata di esordio di La Tv dei 100 e uno, il nuovo show di Canale 5 condotto da Piero Chiambretti con protagonisti i bambini.

Il conduttore di Avanti un altro non si è sottratto alle domande curiose dei piccoli e ha svelato alcuni dettagli e particolari relativi alla sua vita adolescenziale quando ha dovuto fare i conti con un problema che gli ha causato diversi disagi, ovvero la balbuzie e come l'ha sconfitta. 

Paolo Bonolis alla domanda dei bambini relativa ai suoi problemi di balbuzie ha spiegato: «Mi hanno fatto fare teatro a scuola e mi sono accorto che sulla parte imparata, non accusavo problemi di balbuzie.

Io dovevo dire: Arrivano le guardie... Quando ho imparato dire le mie battute, non smettevo più. Il regista, alla prima, mi diceva: Basta! Ma io continuavo a ripetere: Arrivano le guardie! Arrivano le guardie!. Mi sono accorto che potevo parlare perché sapevo. Ho capito che c’era bisogno di una corsia preferenziale, perché troppi pensieri ingombranti uscivano tutti assieme e si creava tipo Raccordo Anulare a Roma».

Poi, Chiambretti incalza e chiede a Bonolis se i genitori siano stati d'aiuto in questo suo disagio. Il 61enne con tono ironico ha replicato: «Mi prendevano in giro. Mio padre soprattutto. Quando non riuscivo a pronunciare una parola mi diceva: Aò, scrivi…». 

 

In una precedente intervista il conduttore aveva confessato che spesso veniva preso in giro per il suo problema di balbuzie: «A scuola all’inizio ridevano e qualcuno mi prendeva in giro. Ma alla fine non ne potevano più e sbadigliavano. La maestra optò per l’interrogazione scritta. I miei genitori sono stati fondamentali per la mia autostima. Mi fecero comprendere che il mio difetto mai mi avrebbe impedito di essere come gli altri». 

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